a cura di Zret
Nei giorni scorsi purtroppo numerosi e disastrosi incendi hanno aggredito alcune regioni italiane, soprattutto nel Centro-sud e nelle isole maggiori: i roghi hanno causato la distruzione di numerosi ettari di patrimonio boschivo, la morte di moltissimi animali selvatici e pure di alcune persone nel Gargano. Osservando le mappe satellitari dei giorni che hanno preceduto lo sviluppo delle fiamme, si è potuto notare una massiccia irrorazione chimica nelle aree poi divorate o lambite dal fuoco nei giorni immediatamente successivi. Varie testimonianze e diversi dati provenienti sia dall'Italia sia dall'estero si riferiscono alla dispersione nell'atmosfera e nell'idrosfera di zolfo, il cui sgradevole odore è pressoché inconfondibile. (Vedi M. Fratini, Scie chimiche sui crop circles inglesi). Sono state anche registrate e documentate attività chimiche in Croazia e Romania, nazioni dove poi si sono originati i focolai da cui si sono estesi gli incendi.
Lo zolfo (S) è un elemento chimico molto diffuso sia allo stato elementare (zolfo nativo) sia in vari composti. Il primo si rinviene nelle solfatare e nelle solfare ed è presente solo come fase polimorfa rombica bipiramidale in cristalli bipiramidali o in masse compatte irregolari, dal peculiare colore giallo e fragili. Può contenere piccole quantità di selenio e si origina come prodotto di diretta sublimazione o per incompleta ossidazione dell'idrogeno solforato dei gas delle fumarole nei crateri di vulcani attivi o spenti (solfatare) o per riduzione di solfati, per azione dei cosiddetti solfobatteri (solfare).
Lo zolfo ha le seguenti principali proprietà: è un tipico non-metallo, il cui comportamento chimico è simile a quello del selenio e del tellurio. È insolubile in acqua, mentre è solubile in solventi organici. Inoltre - e ciò è cruciale nell'ambito di questo discorso - brucia facilmente a contatto dell'aria con produzione di anidride solforosa (SO2). Infine lo zolfo si combina direttamente con numerosi metalli e non-metalli.
Lo zolfo è usato per la fabbricazione di anidride solforosa e derivati, tra cui l'acido solforico. È impiegato nella vulcanizzazione della gomma sia naturale sia sintetica, in viticoltura e frutticoltura come antiparassitario, nella preparazione di esplosivi, fuochi d'artificio e fiammiferi.
La correlazione tra diffusione di zolfo, attraverso i velivoli chimici, elevate temperature (H.A.A.R.P) e roghi è, per lo meno, evidente, sebbene sia, per ora, prematuro ed un po' arrischiato, stabilire un nesso di causalità. È, però, indubbio, come abbiamo appreso in questi anni, che apparati occulti (a volte neanche tanto occulti) creano i problemi o provocano calamità, per poi proporre pseudo-rimedi. Non accuserei quindi soltanto i soliti incendiari di aver appiccato i roghi...
Piromani con le ali, dunque ? Temo di sì.
Data articolo: agosto 2007
Fonte: www.sciechimiche-zret.blogspot.com
1 commento:
Il vero piromane è un malato (come il cleptomane, per fare un esempio) che agisce sotto l'influenza di un impulso che non può controllare.
Questi che agiscono nel periodo estivo sono dei comuni de3linquenti al soldo degli speculatori.
Sarebbe ora che tutti i Comuni istituissero il catasto dei terreni bruciati e che sanzionassero quelli che non lo fanno
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