di Massimo Franchi
Il boia abbassò l'interruttore alle ore 0,19 per Nicola Sacco. Sette minuti dopo per Bartolomeo Vanzetti. Nella prigione di Charlestown (Massachusetts) la sedia elettrica funzionò perfettamente e i due italiani (Sacco era nato nel foggiano, Vanzetti nel cuneese) furono giustiziati il 23 agosto 1927.
Sono passati 80 anni e il ricordo di quella esecuzione di due innocenti colpevoli solo di essere anarchici è ancora viva. Sacco e Vanzetti sono diventati il simbolo della lotta alle ingiustizie, prima fra tutte la pena capitale.
I due emigrati italiani erano accusati di aver preso parte ad una rapina uccidendo un cassiere e una guardia del calzaturificio "Slater and Morrill" a South Baintree, sobborgo di Boston. Nonostante le prove evidenti della loro innocenza e la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due non si chiudeva con la loro esecuzione.
Bartolomeo Vanzetti era nato nel 1888 a Villafalletto, in provincia di Cuneo. Figlio di un agricoltore, a vent'anni entra in contatto con le idee socialiste e, dopo la morte della madre Giovanna, decide di partire per il "Nuovomondo", a caccia di una vita migliore come tanti italiani all'alba del Novecento.
Come Nicola Sacco, più vecchio di Vanzetti di tre anni, nato il 27 aprile 1891a Torremaggiore (Foggia), che arrivato in America nel 1908 fece l'operaio alla Slatter.
I due si conosco nel maggio 1916 a Boston in una riunione di anarchici. Insieme ad altri militanti scappano in Messico per evitare di essere arruolati. Tornano nel Massachusets a settembre e iniziano a scrivere per "Cronaca sovversiva", giornale anarchico. Da allora, Nick e Bart, come vengono soprannominati oltreoceano, diventano inseparabili.
La lotta agli anarchici da parte della polizia è fortissima. Molti amici di Sacco e Vanzetti vengono arrestati e i due pensano anche di tornare in Italia per fuggire alla persecuzione. Il 5 maggio 1920 vengono arrestati perché nei loro cappotti nascondevano volantini anarchici e alcune armi. Tre giorni dopo i due vengono accusati anche della rapina al calzaturificio, avvenuta, poche settimane prima.
Dopo tre processi pieni di errori e incongruenze, Sacco e Vanzetti vengono condannati a morte nel 1921. A nulla valsero neppure la mobilitazione della stampa, la creazione di comitati per la liberazione degli innocenti e gli appelli più volte lanciati dall'Italia.
Il verdetto fu fortemente condizionato dal clima da caccia alle streghe contro gli anarchici che in quel momenti caratterizzava gli Stati uniti e da un evidente sentimento razzista nei confronti degli immigrati italiani. Contro l'esecuzione di Sacco e Vanzetti si mobilitarono non solo gli italiani d'America, ma anche intellettuali in tutto il mondo, tra i quali Bertrand Russel, George Bernard Shaw e John Dos Passos.
«Mai vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini». Così Bartolomeo Vanzetti si rivolse alla giuria che lo condannò alla pena di morte. La stessa frase sarà detta da Gian Maria Volontà in uno dei momenti più toccanti del film "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montalto del 1971. Una pellicola divenuta presto un cult grazie anche alla colonna sonora di Ennio Morricone e interpretata da Joan Baez, autrice dei testi. «Voi restate nella nostra memoria con la vostra agonia che diventa vittoria»: sono le parole di «Here's to you» che, insieme alla «Ballata per Sacco e Vanzetti», è entrata nel repertorio internazionale della canzone d'autore sollevando le coscienze negli Usa su un caso da molti dimenticato.
Il loro caso non solo smosse le coscienze degli uomini dell'epoca, ma come un fantasma continuò ad agitare l'America per decenni. Finché nel 1977, cinquant'anni dopo la loro morte, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis (riparando parzialmente all'errore del suo predecessore Fuller, che nonostante gli appelli non fermo il boia) riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
La loro figura, anche alla luce del rinnovato impegno italiano nella campagna contro la pena capitale, torna alla ribalta. L'ottantesimo anniversario dell'esecuzione verrà ricordato il 23 agosto a Torremaggiore (Foggia), la città d'origine di Sacco nel cui cimitero sono custodite le ceneri dei due italiani, attraverso una serie di manifestazioni e la costituzione di un'associazione che porta il loro nome.
L'associazione sarà animata da Fernanda Sacco, nipote di Nicola Sacco, che da anni è impegnata nella valorizzazione del messaggio contro la pena di morte lanciato dal sacrificio dei due anarchici. Nonostante i 75 anni, Fernanda è arzilla e continua a girare le scuole per tramandare la storia di quel suo famigliare così particolare e impegnarsi nella battaglia contro la pena di morte.
Il Quirinale, in una lettera indirizzata all'associazione Sacco e Vanzetti e da essa resa nota, ha trasmesso «l'apprezzamento» del presidente della repubblica Giorgio Napolitano per l'iniziativa che, «nel tenere viva la memoria dei due emigranti italiani, intende contribuire al movimento per l'abolizione della pena di morte, tappa fondamentale per la difesa dei diritti umani, sulla quale si è di recente registrato l'unanime consenso dell'Unione europea».
A San Biagio della Cima, paese in provincia di Imperia, giovedì 23 alle 17 intitolerà la nuova piazza del Comune a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Al termine della cerimonia seguirà il dibattito: "Pena di morte, a quando la moratoria Internazionale?" al quale parteciperanno membri di associazioni e del mondo della cultura.
Pubblicato il: 21.08.07
Modificato il: 21.08.07 alle ore 17.03
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68271
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Sacco e Vanzetti
Immagini e canzoni
(Lawrence Ferlinghetti: "Sacco e Vanzetti")
Guarda l'animazione in Flash Clicca qui
SACCO & VANZETTI 1972
Colonna sonora del film di Giuliano Montaldo "Sacco e Vanzetti" intertpretato da Gian Maria Volonté (Bartolomeo Vanzetti) e Riccardo Cucciolla (Nicola Sacco). Musiche di Ennio Morricone e testi di Joan Baez. Part 2 è ispirato dalla lettera dal carcere di Vanzetti al padre, mentre Part 3 è ispirato dalla lettera dal carcere di Sacco al figlio.
THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART ONE (Lyrics by Joan Baez, Music by Ennio Morricone) "Give to me your tired and your poor Blessed are the persecuted The step is hard that tears away the roots Blessed are the persecuted © 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)
THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 1
THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART TWO Father, yes, I am a prisoner And now I'll tell you what's against us My father dear, I am a prisoner With me I have my love, my innocence, © 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)
THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 2 THE BALLAD OF SACCO AND VANZETTI, PART THREE My son, instead of crying be strong Forgive me, son, for this unjust death If mother wants to be distracted Forgive me, son, for this unjust death The weaker ones that cry for help Forgive me all who are my friends © 1971, 1978 Edizioni Musicali RCA, S.p.A. (ASCAP)
THE BALLAD OF SACCO & VANZETTI, PART 3
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Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph!
Vi rendo omaggio Nicola e Bart
Per sempre restino qui nei nostri cuori
Il vostro estremo e finale momento
Quell'agonia è il vostro trionfo!
fonte: www.torremaggiore.com/.
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2 commenti:
Le tante ingiustizie e le umiliazioni subite dai nostri emigranti dovrebbero aiutarci a sentirci più tolleranti e vicini ai nuovi migranti di oggi, ma la memoria sembra già perduta
Vero.. e non solo quella dei migranti.. Penso anche ai partigiani (proprio in questi giorni sto sollecitando un'anziano, di cui ho la cura come operatore sanitario, originario di Crema e capo partigiano in Val d'Ossola a ripescare i "fatti" dalla sua memoria). La memoria storica va perdendosi anche perchè non vi è quasi più chi possa, o voglia, tramandarla, e con essa tutto un bagaglio enorme di valori, sacrifici immani di persone che hanno lottato per una vita migliore per tutti e la salvaguardia della libertà.. Oggi più che mai, i giovani hanno bisogno di ritrovare, o meglio "trovare", questi valori che semnrano perduti..
Anche se poi episodi come quello del musulmano che mura l'edicola della Madonna perchè gli è di fastidio all vista non è d'aiuto per un'opera di fraternità e comprensione tra i popoli, come quei valori di cui parlavamo propugnavano fondamentalmente.
mauro
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