"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 14 agosto 2007

Cittadinanza argentina per la figlia del Che

Celia


Celia Guevara riceverà il passaporto nel consolato all'Avana: «I miei figli potranno andare in Europa senza le ingombranti trafile»

MADRID – Niente contro Cuba, il suo Paese natale, ma Celia Guevara, 44 anni, quarta figlia di Ernesto, e castrista convinta, considera che due passaporti sono meglio di uno. E ha chiesto anche la nazionalità argentina del padre, nato a Rosario 79 anni fa. Il passaporto sta per arrivarle, dopo 8 mesi di attesa, al consolato del Paese sudamericano all’Avana. Secondo il Clarin, il quotidiano di Buenos Aires che ha svelato la notizia, Celia, responsabile del Dipartimento di Veterinaria dell’Acquario Nazionale di Cuba, ha motivato la richiesta della seconda nazionalità con il desiderio che i suoi figli «possano andare in Europa senza le ingombranti trafile e i visti» indispensabili ai cubani per lasciare l’isola.

Celia, che aveva appena 4 anni quando suo padre morì combattendo nella selva boliviana, avrebbe assicurato ai funzionari diplomatici argentini di voler continuare a vivere a Cuba, dove la sua famiglia mantiene ottime relazioni con Fidel Castro. Il Lider Maximo ha appena festeggiato 81 anni d’età, 48 dei quali trascorsi al potere, anche se da un anno ha ceduto le leve di comando al fratello Raul per ragioni di salute. Qualche mese dopo il trasferimento dei poteri, a gennaio, la figlia dell’eroe della rivoluzione cubana ha avviato le pratiche per la cittadinanza al consolato argentino.

Celia, specialista in mammiferi marini, e i suoi tre fratelli sono nati dal secondo matrimonio del Che, quello con Aleida March, che rimase con loro nell’isola quando il padre ripartì nel ’66 per la sua ultima, fatale impresa: «Lo Stato – scrisse il Comandante nel suo testamento – darà loro abbastanza per vivere e studiare». Così è stato; e la famiglia Guevara, cui all’epoca si aggiungevano la primogenita Hildita, figlia della prima moglie Hilda Galea, e un figlio non riconosciuto, Omar, è diventata a Cuba il monumento vivente alla memoria del condottiero. Almeno fino alla nuova generazione che, invece, sembra piuttosto interessata a esplorare l’altro lato dell’oceano Atlantico.

Elisabetta Rosaspina

14 agosto 2007

fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/08_Agosto/14/celia_figlia_che_guevara.shtml

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A mis hijos

Queridos Hildita, Aleidita, Camilo, Celia y Ernesto:

Si alguna vez tienen que leer esta carta, será porque yo no esté entre Uds.

Casi no se acordarán de mi y los más chiquitos no recordarán nada.

Su padre ha sido un hombre que actúa como piensa y, seguro, ha sido leal a sus convicciones.

Crezcan como buenos revolucionarios. Estudien mucho para poder dominar la técnica que permite dominar la naturaleza. Acuérdense que la revolución es lo importante y que cada uno de nosotros, solo, no vale nada. Sobre todo, sean siempre capaces de sentir en lo más hondo cualquier injusticia cometida contra cualquiera en cualquier parte del mundo. Es la cualidad más linda de un revolucionario.

Hasta siempre hijitos, espero verlos todavía. Un beso grandote y un gran abrazo de

Papá


Ernesto Che Guevara

Comentarios

Última revisión: 28/07/01

fonte: www.patriagrande.net/.../carta.a.sus.hijos.htm

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América, te hablo de Ernesto

Silvio Rodríguez

Con una mano larga
para tocar las estrellas
y una presión de dios en la huella,
pasó por tu cintura,
por tu revés y derecho
el curador de hombres estrechos.

Preparando el milagro
de caminar sobre el agua
y el resto de los sueños
de las dolencias del alma,
vino a rajar la noche
un emisario del alba.

Y con voz tan perfecta
que no necesita oído
hizo un cantar que suena a estampido.
En todos los idiomas el emisario
va a verte:
en todos los idiomas
hay muerte.
Aunque lo entierren hondo,
aunque le cambien la cara,
aunque hablen de esperanza
y brille la mascarada,
llegará su fantasma
bien retratado en las balas.

(1972, Santiago de Chile)


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