IL VINCITORE DIMEZZATO
di MARIA BELÈN GARCIA
Simon Bolívar, il condottiero che guidò i sudamericani alla conquista delle libertà |
Bolívar riuniva in sè il pragmatismo dei ricchi creoli di Caracas e il patriottismo idealista e lo sforzo illuministico, al fine di conoscere la realtà americana e progettare un futuro politico indipendente. Durante un lungo viaggio in Europa, a Parigi, incontrò lo scienziato tedesco Alexander von Humboldt, che era appena tornato da un viaggio in America. Dalla loro conversazione emerse in Bolivar la consapevolezza che le colonie americane potevano e dovevano essere libere. I tempi erano maturi e Bolivar cominciava a vedere chiaramente nella sua anima lo scopo della sua vita: impiantare in America le nuove idee, mettere in prattica quelle di Rousseau e Washington, lottare per l'indipendenza e la libertà. Così, a 20 anni, sotto la guida di Rousseau, Napoleone e Humboldt, Bolivar cominciò a incamminarsi verso la gloria. Continuando il suo viaggio in Europa, Bolivar arrivò a Roma in compagnia del suo maestro e amico, Simon Rodriguez. Un giorno salirono insieme al Monte Aventino, dove il giovane giurò " per il Dio dei miei genitori, giuro per loro; giuro per il mio onore e giuro per la Patria, che non darò pace al mio braccio, nè riposo alla mia anima, finchè non avrò spezzato le catene che ci opprimono!" Bolivar trasse ispirazione, per la costruzione del suo modello, anche dalla nuova repubblica americana, gli Stati Uniti. I fatti di Filadelfia del 1776 furono imitati a Caracas una generazione dopo, addirittura con somiglianze nel testo dell'Atto di Costituzione. Tuttavia, c'erano differenze fondamentali tra le due regioni. Le colonie inglese avevano strappato il potere ai bianchi per passarlo agli stessi bianchi. In Sudamerica, invece, la minoranza bianca cercava l'indipendenza senza l'appoggio della gente di colore e degli indios, che formavano la grande maggioranza della popolazione. Tuttavia, fu un successo d'origine europea ad accendere la miccia della ribellione. Nel luglio del 1808, Napoleone invase la Spagna, deponendo il re Ferdinando VII e mettendo sul trono suo fratello, Giuseppe Bonaparte. In tutte le provincie non occupate della penisola si formarono Giunte Autonome di Governo, e lo stesso accadde nelle colonie americane.
Caracas fu la prima città a ricevere le notizie. Il 19 aprile 1810 una riunione del Comune depose il capitano generale Vicente Emparán, ed elesse una Giunta, che rifiutò l'autorità del Consiglio di Reggenza, e, sotto la maschera del riconoscimento di Ferdinando VII, adottò misure radicali come la riduzione della pressione fiscale, l'apertura commerciale e la tolleranza razziale. Non riuscì, tuttavia, a trasmettere la rivoluzione ad altre città della capitanía. Nel giugno del 1811 si riunì a Caracas un Congresso di Notabili che, il 5 luglio, proclamò l'indipendenza e in dicembre adottò una Costituzione federalista, basata su quella americana, che manteneva l'egemonia politica e i privilegi dell'oligarchia, anche se con certe pretese liberali. L'esperienza rivoluzionaria di Caracas non ebbe supporto regionale. Nei Llanos, regione di endemiche agitazioni, contrapposta all'oligarchia di Caracas, si ribellarono i gruppi di llaneros di José Tomás Boves, che appoggiarono la contraoffensiva o riconquista delle truppe realiste del generale Monteverde. Questi ottenne, nel 1812, la capitolazione di Puerto Cabello, difesa da Bolívar, e poi la resa di Miranda, indipendentista che fu consegnato alle autorità spagnole. Così finì la prima esperienza repubblicana del Venezuela. Bolívar si diresse a Cartagena per mettersi al servizio della Giunta e della rivoluzione di quella città.
Scoprì in sè un soldato. Sapeva già che con piccoli eserciti in America, senza strade, attraverso pianure e montagne, l'arte militare non poteva essere imparata dai libri, dal momento che non è una scienza, ma un complesso di audacia e previsione. La sua tenacia e capacità di imparare dai suoi errori riempirono in quegli anni il vuoto della sua scarsa preparazione militare e politica. Con la caduta di Napoleone e il ritorno di Ferdinando VII in Spagna, cominciarono le campagne di riconquista spagnola. Bolivar si diresse a liberare Caracas dalla Nueva Granada (attuale Colombia). Nel gennaio 1813, Santiago Mariño, indipendentista che aveva trovato rifugio nell'isola britannica di Trinidad, invase la zona orientale del Venezuela. In agosto Bolívar arrivò a Caracas, dove abbandonò la prima Costituzione venezuelana, fondò una nuova repubblica con un forte potere esecutivo, e assunse poteri dittatoriali. Ma questa esperienza durò appena un anno, perchè le truppe di Boves sconfissero Bolívar e Mariño alla battaglia della Puerta, nel giugno 1814.
Il filosofo Jean Jacques Rousseau: Bolívar si ispirò al suo pensiero |
Un Congresso, nel 1819, proclamò la Terza Repubblica, un'adattamento delle istituzioni democratiche al caso americano, evitando le velleità federaliste della prima esperienza, accentuando i tratti conservatori, creando un esecutivo con grandi poteri, un senato ereditario, e un quarto potere o "potere morale". Bolívar propose, inoltre, una grande nazione che unisse i territori dell'antico vicereame di Nueva Granada (Venezuela, Colombia ed Ecuador), chiamata Gran Colombia, e un sistema parlamentare avanzato, e accettò di diventare il suo presidente provvisorio fino al termine delle guerre d'indipendenza. Nel 1819 iniziò un'altra campagna attraverso le Ande, ma questa volta in senso opposto, cioè, dal Venezuela verso la Colombia. Sconfisse gli spagnoli nella battaglia di Boyacá, il 7 agosto, spianandosi la strada verso Bogotá e la successiva liberazione della Nueva Granada. A Santa Fé de Bogotá fu proclamato Libertador, e, pochi giorni dopo, fondò il nuovo Stato di Colombia. L'applicazione delle riforme liberali del 1820 obbligò il generale spagnolo Morillo, in Venezuela, a iniziare delle trattative con Bolívar. In novembre entrambi firmarono un armisitizio che, sebbene fosse durato solo pochi mesi, riconoscendo i ribelli come belligeranti, dava loro di fatto un trattamento di uguaglianza. I patrioti sapevano che l'occasione era propizia per tentare il colpo finale e, il 24 giugno 1821, la vittoria nella battaglia di Carabobo, al sud di Valencia, consentì di occupare Caracas. Il Venezuela era libero. Da lì, Bolívar si avviò di nuovo verso ovest per prendere alcune città ancora realiste della Nueva Granada, e poi si diresse verso Quito. Antonio José de Sucre, generale di Bolívar, arrivò per primo a Guayaquil, liberata nel 1820, e cercò di incorporarla alla nuova repubblica, e poi proseguì verso Quito: furono le sue truppe a sconfiggere gli spagnoli nella battaglia di Pichincha, nel maggio del 1822, e a liberare l'antica capitale degli Inca. Ottenuta l'indipendenza di Quito e Lima (liberata da San Martín, il generale argentino che liberò anche Cile e Argentina), restava comunque il bastione realista dell'Alto Perù (l'attuale Bolivia) e la zona andina peruviana.
San Martín, che non riuscì a trovare appoggio tra la borghesia peruviana, si rivolse a Bolívar in cerca di aiuto, e i due si trovarono a Guayaquil, nel luglio del 1822, per coordinare i loro sforzi. Tuttavia, dopo l'incontro, del quale non esistono testimoni affidabili, San Martín abbandonò le campagne indipendentiste e si esiliò volontariamente in Europa. Anche Argentina e Cile abbandonarono l'impresa, che dovette essere conclusa da Bolívar e dalle sue truppe venezuelane e neogranadine. Per preparare la vittoria definitiva, e porre fine alla presenza spagnola in America, Bolívar pose il suo quartier generale sulla costa peruviana, dove assunse anche tutti i poteri con carattere dittatoriale, con l'approvazione del Congresso. Nel maggio del 1824 iniziò l'avanzata verso sud, che fu accompagnata dalle vittorie di Junín (6 agosto) e Ayacucho (9 dicembre), quest'ultima ottenuta dal generale Sucre, che, agli inizi del 1825, eliminò gli ultimi nuclei di resistenza in Charcas. A quel punto si dovette dare statuto giuridico all'Alto Perú, un territorio che era stato prima soggetto al vicereame del Perú, e poi a quello del Río de la Plata, e che ora si presentava come repubblica indipendente, per la quale l'Assemblea di Chuquisaca propose il nome di Bolívar (cambiato poi in Bolivia). Simón Bolívar elaborò personalmente la Costituzione della repubblica che avrebbe portato il suo nome, un curioso regime presidenzialista, aristocratico e conservatore.
Istituì un complesso potere legislativo formato di tre Camere: tribuni, senatori e censori, e un presidente vitalizio che nominava il suo successore. Questa stessa Costituzione fu adottata più tardi dal Perú, senza molto entusiasmo e con scarsi risultati. Simón Bolívar aveva sognato, sin dalle prime sconfitte, la possibilità che i paesi appena resi indipendenti coordinassero i loro sforzi e costituissero una vera forza nel panorama politico internazionale. Al suo progetto di formare la nazione chiamata "Gran Colombia" nella parte settentrionale del Sudamerica, aggiungerà poi quello di formare una Confederazione delle Ande, composta da Colombia, Bolivia e Perú. Un altro suo progetto era quello di riunire nell'istmo di Panama tutti i neonati paesi ispanici, di fare un "Congreso Anfictiónico", i cui punti principali comprendessero la neutralità perpetua, l'inclusione del diritto internazionale nella legislazione di ogni paese, l'abolizione della schiavitù, un'organizazzione democratica interna, sanzioni contro i violatori di questi principi, e la creazione di
Una famiglia di Indios all'ingresso della propria capanna |
fonte: http://www.storiain.net/arret/num40/artic5.htm
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