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lunedì 13 agosto 2007

Antitrust: 7,7 mln per truffe a consumatori



pubblicità ingannevole?

Nel mirino soprattutto telecomunicazioni. turismo e benessere
Antitrust: 7,7 mln per truffe a consumatori
A tanto ammontano le sanzioni comminate per pubblicità ingannevole negli ultimi due anni. Oltre 2 mln negli ultimi 6 mesi





ROMA -
L'Antitrust affina le armi contro le truffe ai consumatori, soprattutto quelle per pubblicità ingannevole. Solo nei primi 6 mesi di quest'anno, il Garante ha inflitto multe per 2,18 milioni portando a quota 7,729 milioni il totale delle sanzioni degli ultimi due anni (344 le violazioni riscontrate dal 2005 tra i 385 casi di pubblicità ingannevole esaminati). Nella lista nera delle truffe ai primi posti le telecomunicazioni, il turismo, le finanziarie ed i prodotti dimagranti. Per combattere il fenomeno il Garante annuncia l'aumento - grazie ai nuovi poteri attribuiti dal Governo - delle sanzioni, che potranno essere raddoppiate da 100 mila a 200 mila euro, e la nascita di una direzione ad hoc. «I due provvedimenti recentemente approvati dal governo, che entreranno in vigore il prossimo 12 dicembre 2007 per adeguare la normativa italiana alle direttive europee in materia di pubblicità ingannevole verso i consumatori e le imprese, nell'assegnare all'Autorità maggiori poteri (possibilità di agire d'ufficio anche con specifiche ispezioni e aumento delle sanzioni fino a 200.000 euro dalle attuali 100.000), metteranno in condizione gli uffici del Garante, una volta approvati i regolamenti interni, di effettuare interventi a favore dei consumatori più efficaci e rapidi», fa sapere l'Antitrust in una nota.
Ecco una sintesi dei settori più a rischio.

spot bloccato

TELECOMUNICAZIONI- «Ancora troppe pubblicità ingannevoli nel settore della telefonia fissa e mobile. Si tratta di un fenomeno particolarmente grave vista l'estrema varietà ed evoluzione delle offerte commerciali che generano disorientamento nel consumatore. L'Autorità continuerà a vigilare con particolare attenzione sul settore e ribadisce la necessità che gli operatori predispongano messaggi completi e chiari» spiega la nota dell'Antitrust. «L'Autorità ha individuato le maggiori lacune informative che generano l'ingannevolezza dei messaggi: si tratta dei costi mimetizzati (i costi e le condizioni dell'offerta pubblicizzata che il messaggio omette), del livello tecnologico necessario per usufruire di alcuni servizi (necessità di verificare la copertura del segnale trasmissivo del servizio offerto, come nel caso dei servizi UMTS o per la visione della tv sul proprio cellulare), delle offerte cosiddette "per sempre", ingannevoli perchè in realtà è previsto un termine entro il quale il servizio, a quel prezzo, va utilizzato, e infine degli obblighi nascosti (ad esempio deve essere chiaro quando, per poter usufruire delle offerte o di un cellulare alle condizioni reclamizzate, bisogna aderire a determinati piani tariffari per un determinato periodo di tempo)», continua la nota. «L'Autorità si occupata di 124 casi di pubblicità ingannevole nelle telecomunicazioni nel periodo che va dal 2005 fino a giugno 2007 ed ha comminato multe per 2.782.500. Solamente in 11 casi è stata riscontrata una non violazione, dato che indica l'alto livello di scorrettezza dei messaggi pubblicitari del settore.Da gennaio 2007 a giugno 2007 i casi dibattuti sono stati 19, di cui 17 risultati ingannevoli, e l'Autorità ha imposto sanzioni complessive pari a 696.500 euro».

2005 - protesta in brianza per il mutuo casa

TURISMO - «Dal 2005 ad oggi, l'Autorità è intervenuta diverse volte nel settore del turismo a seguito di segnalazioni da parte di singoli consumatori e associazioni. Si tratta di servizi di larga diffusione per i quali, sempre facendo riferimento alla pubblicità, si riscontra un elevato livello di scorrettezza, in grado, di pregiudicare il comportamento economico e il benessere dei consumatori. Infatti, a fronte di 20 procedimenti che complessivamente hanno toccato il settore allargato del turismo, 19 si sono conclusi con una decisione di ingannevolezza nell'ultimo anno e mezzo», spiega l'Autorità. «Le pronunce di ingannevolezza hanno riguardato principalmente messaggi su strutture alberghiere, villaggi turistici, centri benessere, tariffe aeree, crociere, pacchetti vacanze. Il mezzo più diffuso su cui appaiono i messaggi è Internet. La descrizione delle strutture sui rispettivi siti appare omissiva o completamente falsa, in ogni caso induce in errore il consumatore, che non ha elementi per valutare l'offerta o addirittura ha informazioni false», continua la nota. «Alcuni dei casi più frequenti riguardano strutture che si sono attribuite stelle in più rispetto a quelle regolarmente assegnate dall'Azienda di promozione turistica. Mentre numerosi altri procedimenti riguardano la descrizione dei villaggi turistici sui cataloghi dei tour operator, all'interno dei quali le descrizioni spesso si discostano in maniera eclatante dalla realtà. Il totale delle multe comminate dall'Autorità dal 2005 a giugno 2007 per pubblicità ingannevole nel settore turistico ammonta a 201.600 mila euro».

no comment

PRODOTTI DIMAGRANTI E PSEUDO FARMACI - «I messaggi condannati hanno in genere la caratteristica comune di proporre prodotti in grado di produrre effetti dimagranti o tonificanti senza bisogno di seguire delle diete o di svolgere attività fisica. Molti di questi messaggi pubblicitari omettono informazioni: per l'Autorità non fornire indicazioni sulla necessità di consultare preventivamente un medico e altre avvertenze, come attenersi alle dosi consigliate e non fare un uso prolungato del farmaco, può indurre i consumatori a trascurare le normali regole di prudenza, con conseguente pericolo per la salute», spiega l'Autorità «In un caso specifico, nel determinare la sanzione, l'Autorità ha anche stabilito il principio che i consumatori con problemi di peso e cellulite si trovano in una situazione di particolare debolezza psicologica. Dunque sono consumatori deboli da tutelare con sanzioni più alte», continua l'Antitrust. «L'Autorità ha comminato sanzioni in ben 35 casi per oltre 1.140.000 euro per pubblicità ingannevole di prodotti dimagranti, integratori alimentari e pseudo farmaci nel periodo 2005- giugno 2007».

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