"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 14 agosto 2007

I "CANCELLATI"

anarchisti sloveni

Una storia di sloveni: I 'cancellati'


La Slovenia, una volta intrapresa la via dell’indipendenza, decise di offrire, alle circa 200.000 persone, immigrate dalle altre regioni dell’ex Jugoslavia, l’opportunità di acquisire la cittadinanza slovena, a patto però che ne facessero richiesta entro i sei mesi successivi al 25 giugno 1991 (1). Tale decisione riscosse molti pareri negativi. Alcuni, nel tentativo di difendere una qualche “purezza” etnica della nazione, tentarono di organizzare un referendum, ma furono fermati, nei loro intenti, dalla Corte Costituzionale.

Di questi 200.000 immigrati, 170.000 richiesero la cittadinanza slovena, 11.000 emigrarono dalla Slovenia, ma oltre 18.000 persone scelsero di continuare ad abitare in Slovenia pur senza richiedere la cittadinanza. I motivi che li spinsero a questa decisione erano molteplici: alcuni semplicemente non capivano le ragioni per cui avrebbero dovuto farlo, altri invece fecero una scelta consapevole.

Fu concesso loro questo diritto, e fin qui va tutto bene. Ma perché avrebbero dovuto diventare cittadini sloveni? Non sono pochi gli sloveni che vivono in altri Paesi dell’Unione Europea e nel resto del mondo, dove risiedono in qualità di stranieri, mantenendo la cittadinanza slovena e il passaporto sloveno. E’ un loro diritto. Dovrebbero forse perdere tutti i loro diritti, soltanto perché sono cittadini sloveni? Dovrebbero forse, non avendo la cittadinanza – ad esempio – tedesca, tornarsene in Slovenia? Dovrebbero essere espulsi, perdere la pensione e tutti i diritti sociali acquisiti durante gli anni di lavoro in questi Paesi? Sicuramente no.

Il punto non era, quindi, il fatto che fossero stranieri. Erano stranieri provenienti dall’ex Jugoslavia, rimasti senza fissa dimora, senza un lavoro, senza un’assicurazione sociale e sanitaria e senza i diritti derivanti dalla previdenza sociale precedente. Così queste persone, invece di essere trasferite dal registro dei cittadini al registro degli stranieri con fissa dimora, furono semplicemente cancellate.

Non si trattò di una svista o di un errore degli impiegati. Fu una decisione consapevole. E i diretti interessati non furono neppure avvertiti di questa “cancellazione”. Ne furono informati gli uffici del personale della aziende dove lavoravano, gli alberghi dove vivevano e altre strutture simili. Come risulta evidente dagli archivi, la decisione di cancellare i diritti di queste persone fu presa in modo consapevole. Pur senza un’espulsione formale, la Slovenia voleva render loro la vita impossibile, per costringerli a lasciare il Paese.

Dello scalpore suscitato dalla questione dei “cancellati” fu responsabile non solo il mondo politico, ma anche i media, che seguirono la loro vicenda come un interessante occasione di scontro a livello politico. Non tutti i politici e non tutti i mezzi d’informazione si comportarono ugualmente. Chi ha voluto sentire la storia dei “cancellati”, l’ha sentita. Chi ha voluto sapere cosa accadde, oggi lo sa. Per questo oggi non possiamo più parlare dei “cancellati” come di vittime della politica, bensì come vittime della nazione slovena. I “cancellati” non sono più un problema la cui responsabilità va relegata alla sola classe politica: la colpa è di tutta la nazione. Tutti gli sloveni sono responsabili di questo calvario, di questa incapacità di sapere, di questa incapacità di confrontarsi con il terribile destino di queste persone.

Sono passati quindici anni, in questi giorni (2), dalla loro cancellazione. E anche tra le autorità, tra quelli che sono al governo e nella coalizione di governo, ci sono persone che sanno cos’è successo. Non c’è alcun dubbio, ad esempio, che il Ministro di Grazia e Giustizia Lovro Šturm, il quale, nonostante faccia parte di uno dei governi meno credibili della storia, non ha certamente perso la capacità di giudicare e valutare la giustizia, non sappia cosa sia accaduto e non sappia che la decisione della Corte Costituzionale deve essere incondizionatamente adempiuta.

E quegli sloveni che continuano a disprezzare i “cancellati”, ad additarli come criminali e scocciatori, dovranno affrontare, prima o poi, la realtà dei fatti. I “cancellati” continueranno a far sentire la loro voce, se non in altra sede, nei rapporti delle istituzioni internazionali. Lentamente la verità raggiungerà tutti, anche se non saranno ancora pronti ad ammetterla. Noi tutti ci renderemo conto che è stata commessa un’ingiustizia. Così come gli italiani sanno che con le foibe non possono risolvere la loro questione storica della seconda guerra mondiale. Così come i serbi sanno che tutti loro, tutti quelli che non hanno voluto vedere, sono responsabili di aver seguito troppo a lungo il loro “duce”.

I “cancellati” rimangono, ancor oggi, un argomento tabù. Un tabù che nessuno vuole affrontare, soprattutto a livello individuale.

Tutto ciò non allevia comunque la responsabilità della politica. Dieci giorni prima del 15° anniversario della cancellazione, il Presidente del Governo Janez Janša, ad esempio, continua a parlare di indennizzi, che il governo tenta di arginare. Ma anche Janša è uno di quelli che sa che gli indennizzi sono ormai irrevocabilmente e per sempre caduti in prescrizione. Come sa, visto che dispone di tutte le informazioni necessarie e che è certamente dotato di un’intelligenza superiore alla media, cos’è accaduto veramente ai “cancellati”. Ma sicuramente non potrà mai ammetterlo.

Quindici anni sono molto lunghi.
Grega Repovž - Traduzione di Giulia Sandrin per Cani Sciolti

Grega Repovž, presidente dell’Associazione dei giornalisti sloveni, ha lavorato come giornalista del Delo, uno dei maggiori quotidiani sloveni, ed è attualmente caporedattore del settimanale di attualità politico-economica Mladina.

1) N.d.T.: Data in cui la Slovenia dichiarò l'indipendenza dalla Jugoslavia.
2) N.d.T.: L'articolo è stato scritto il 24 febbraio 2007

13 agosto 2007

fonte: http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=7176

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