"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 23 settembre 2007

Allarme Blackout di governo e Enel

(fonte immagine: angelienon.splinder.com/)
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Freddo e buio della ragione


Quest'anno è cominciata molto presto: ci riferiamo all'ennesima campagna sul rischio black out elettrico. L'anno scorso provò a lanciarla in ottobre il giornale della Confindustria ma un inverno particolarmente mite la fece abortire sul nascere. In questa fine estate, la campagna ha avuto due protagonisti: l'amministratore delegato di ENEL, Conti, e il ministro per lo sviluppo economico, Bersani che si sono comportati come due abili compagni di squadra (e chi dice che non lo siano?).

Ad un convegno organizzato a Frascati dai parlamentari dell'Ulivo, Conti ha snocciolato una serie di allarmi: dai gasdotti che saranno pronti solo nel 2009 ai rigassificatori che non si fanno, dalla carenza di nuove linee ad alta tensione all'insufficienza degli stoccaggi per il gas in arrivo, il tutto condito con l'usuale minaccia di black out ("il prossimo inverno potrebbe essere buio e freddo"). Tanto per drammatizzare un po', Conti aggiunge che l'attuale situazione italiana è peggiore di quella del 2006 quando si assistette ad una strana crisi del gas causata dai contrasti fra Russia e Ucraina.

Intervenuto nell'ambito dello stesso convegno, Bersani si è detto d'accordo attaccando gli enti locali che non accettano le infrastrutture energetiche: "Le Regioni e i Comuni che bloccano le nuove installazioni energetiche dovranno pagare il danno arrecato agli italiani" dichiara Bersani, concetto più volte riaffermato nei giorni seguenti. La "grande stampa" ha dato molto risalto al teatrino dei due "amici di merende": "ENEL avverte: inverno a rischio" titola "il Sole-24 ore" del 12 settembre che però diventa un terrorizzante "Rischio black out, l'inverno sarà freddo e buio" per il "Corriere della Sera", mentre l'articolo de La Stampa inizia con un "L'inverno è ancora lontano ma l'Italia si trova già alla canna del gas". Mi fermo qui per decenza.

Ma rischiamo veramente di rimanere al freddo e al buio? Visto che lo dicono personaggi come il ministro Bersani (uomo dei petrolieri e dei poteri forti) e l'AD di ENEL, vista la montagna di sciocchezze e di cifre manipolate che la "grande stampa" ha scritto in appena tre giorni ci sarebbe da pensare che sono tutte manovre propagandistiche.
In effetti, è proprio così.

Ma a quale scopo? L'obiettivo di facciata, quello a breve periodo, è vincere le resistenze delle popolazioni che non vogliono vedere l'ambiente rovinato da ecomostri energetici (rigassificatori, linee ad alta tensione, stoccaggi, ecc.), l'obiettivo a medio termine è quello di imporre la riconversione al carbone di un buon numero di vetuste centrali ad olio combustibile, l'obiettivo a lungo termine è quello di imporre il ritorno del nucleare. È stato giustamente notato che Conti è esponente di una multinazionale potentissima, ENEL, che ha impostato il proprio piano industriale nazionale sul carbone e quello internazionale sul nucleare. Più chiaro di così!

Prima di affrontare, brevemente, la questione dell'approvvigionamento del gas mi sembra necessario ricordare che l'azione terroristica sui black out energetici è ormai vecchia di almeno una decina di anni. Fino al black out del settembre 2003, quando l'Italia rimase al buio non per mancanza di energia ma per una carente e pasticciata gestione delle tante centrali esistenti che di notte venivano (vengono…) tenute spente o al minimo, si disse che il problema erano i processi autorizzativi troppo lunghi per la realizzazione di nuove centrali elettriche e si rispose col decreto sblocca centrali che diede l'immediato via libera a una trentina di nuovi impianti. Oggi si usano gli stessi sistemi per imporre rigassificatori e stoccaggi di gas: "le centrali ci sono ma ora rischia di mancare il gas".

Naturalmente non è vero niente anzi siamo di fronte ad una serie di bugie.
Secondo i dati forniti dalla cabina di regia istituita dal governo Prodi, nel 2008 la richiesta di gas "dovrebbe essere" di 93,8 miliardi di metri cubi di gas di cui 91,5 sicuramente provenienti da produzione nazionale, in calo, e importazioni. Saremmo quindi "sotto" di 2,3 miliardi. Peccato che le cose non stiano così perché le cifre presentate dal governo Prodi sono sistematicamente gonfiate: infatti, nel 2006, con un inverno "normalmente freddo", sono stati consumati (cifre ufficiali del MSE) 84,4 miliardi mentre appena quattro mesi prima la cabina di regia ne aveva previsti 88,4. Per gli amanti delle statistiche il 5,53% in meno.

Nel 2007 il trend a tutto giugno, grazie anche ad un inverno assai mite, è di una diminuzione del 7,7% dei consumi di gas. Questo, naturalmente, Conti, Bersani e i loro servizievoli amici giornalisti dimenticano di dircelo.
Ma le bugie non finiscono qui.

Grazie al governo Berlusconi e a quello Prodi a partire dal 2009 verranno potenziati o inaugurati un incredibile numero di nuovi gasdotti. Eccolo l'elenco della sbornia di gas che i signori dell'energia stanno per propinarci: nel 2011 entreranno in funzione il gasdotto GALSI dall'Algeria, via Sardegna e Toscana, con una capacità di 10/12 miliardi di metri cubi e il gasdotto IGI dalla Grecia, 8 miliardi di metri cubi. Verranno poi potenziati il gasdotto TAG dalla Russia via Austria, 6,5 miliardi, e quello TTPC dall'Algeria, via Tunisia, altri 6,5 miliardi di metri cubi.

Quindi nel 2011 alle importazioni attuali (77,4 miliardi di metri cubi) si aggiungeranno 31/33 miliardi di metri cubi, per un totale di almeno 108 miliardi di metri cubi rispetto ai 101 previsti dalla cabina di regia. Ma non basta si parla del potenziamento del gasdotto che porta gas dalla Libia e della costruzione di un nuovo gasdotto dall'Albania (altri 4-8 miliardi solo per quello albanese). A questo mare di gas Bersani e suoi amici vorrebbero aggiungere quello proveniente da almeno 4 rigassificatori. Cosa se ne farà l'Italia di tutto questo gas? Di niente perché gran parte di esso transiterà dall'Italia per andare nel centro Europa. Un business sul quale si sono gettati i gruppi energetici italiani ed esteri, fatto sulle spalle dell'ambiente e delle popolazioni. Che però si difendono...

Indagator

fonte: http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2007/un29/art4900.html

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Devono pur giustificare l'aumento delle tariffe. Enel, azienda controllata dallo Stato fa utili a non finire, distribuisce div idendi alti, lo Stato incassa e chi paga siamo sempre noi.

W Grillo e il suo grido di battaglia VF.

Mat

Franca ha detto...

L'Enel ha ben ragione di lanciare queste campagne allarmistiche visto che ci vuole convincere a ritornare al carbone.
Ma perchè non investiamo nelle fonti rinnovabili, invece di ritornare al passato?