"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 23 settembre 2007

Birmania: Anche le monache oggi in strada

Continua la protesta dei religiosi in Birmania

Ma la polizia si schiera davanti alla casa del leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, dove ieri si era fermato il corteo

YANGON - Proseguono anche oggi le manifestazioni contro la giunta militare al potere a Myanmar, la ex Birmania. Più di 500 monaci buddisti e una cinquantina di religiosi si sono riuniti per pregare presso la celebre pagoda Shwedagon, a Yangon, principale città del Paese, prima di iniziare una nuova manifestazione. Lo riferiscono testimoni locali.

MONACHE IN PIAZZA - Per la prima volta, alle crescenti proteste contro i generali al governo circa 100 suore si sono unite ad oltre mille monaci per pregare a Shwedagon Pagoda a Yangon, il più importante santuario buddista in Myanmar, prima di marciare nel centro dell'ex-capitale. Non ci sono stati al momento problemi, non si sono visti soldati o agenti di polizia e le persone per le strade hanno applaudito al passaggio dei manifestanti.



PROTESTE IN TUTO IL PAESE - Si segnalano anche altre iniziative di protesta nel Paese. Trecento monaci hanno manifestato per un’ora nella località di Magway, 375 chilometri a nord di Yangon. Sabato, in via del tutto eccezionale, le autorità miliari hanno permesso a 2mila monaci di sfilare davanti la casa di Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione democratica che si trova agli arresti domiciliari.

Oggi la polizia è stata schierata lungo la strada che porta all’abitazione della donna, per impedire il ripetersi di quanto accaduto ieri. Le proteste, iniziate lo scorso 19 agosto dopo un esagerato aumento del carburante, sembrano comunque lontano dal concludersi. Oggi i monaci hanno cantanto un nuovo slogan: «La nostra rivolta deve avere successo». Un gruppo che si fa chiamare «Alleanza di tutti i monaci birmani» ha esortato la gente comune per la prima volta ad unirsi ai religiosi per «lottare pacificamente contro il male della dittatura militare fino alla sua completa caduta».


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1 commento:

Franca ha detto...

Grande forza quella di questi monaci che a piedi scalzi, fradici sotto la pioggia continuano la loro marcia