"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 19 settembre 2007

Tfr, in sei mesi un aumento del 50%



BENE. BRAVI.
E COSI' CE L'AVREBBERO FATTA.

NELL'ARTICOLO SI PARLA DELLA SCARSA INCIDENZA DELLA CRISI DEI MUTUI-CASA. A MIA OPINIONE SCARSA PER ORA. PERCHE' LA VERA CRISI DEVE ANCORA ARRIVARE, E SARANNO DUE ANNI DI FUOCO.
INTANTO I LAVORATORI CONTINUANO ALLEGRAMENTE A CONTRARRE DEBITI CON FINANZIARIE-TRUFFA E BANCHIERI LADRI, SORDI AD OGNI RICHIAMO DI PERICOLO, ALLA SPERAINDIO.. UNA SORTA DI BALLO DEL TITANIC ALLA ROVESCIA, DOVE I TOPI CHE AFFOGANO BRINDANO A UNA RICCHEZZA CHE NON HANNO E I TOPI DI FOGNA SOGGHIGNANO SOTTO I BAFFI IN ATTESA DEL TUFFO FINALE. QUESTI ULTIMI SI, CON LA CIAMBELLA..
AUGURI.
mauro
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Oggi la relazione annuale del presidente della Commissione di vigilanza Luigi Scimia
Alla fine del primo semestre 2007 gli aderenti alla previdenza complementare erano 2,7 milioni

900.000 hanno già scelto i fondi pensione

Damiano: "Sono stati smentiti i profeti di sventura. Bastava aspettare per vedere i risultati"

di ROSARIA AMATO

Il ministro del Lavoro Cesare Damiano


ROMA - Un incremento del 50 per cento dei lavoratori iscritti alle forme pensionistiche complementari. E' il primo bilancio del semestre di avvio della riforma del Tfr, comunicato dal presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Luigi Scimia, in occasione della Relazione annuale. Secondo i dati diffusi oggi da Scimia, i lavoratori che nei primi sei mesi del 2007 hanno optato per la destinazione del Tfr ai fondi pensione sono circa 900.000.

Considerato che a fine 2006
gli iscritti erano 1.800.000, al momento i dipendenti privati iscritti alle forme pensionistiche complementari sono 2,7 milioni. Tali dati, ha precisato Scimia, non tengono però ancora conto "dei lavoratori che entro il semestre non hanno espresso alcuna manifestazione di volontà circa la destinazione del Tfr, cosiddetti lavoratori silenti". "Un quadro più completo - ha aggiunto il presidente della Covip - potrà pertanto aversi soltanto con l'effettivo versamento delle quote di Tfr che, nella gran parte dei fondi è atteso nel corso del mese di ottobre".

Le adesioni
sono particolarmente rilevanti tra i lavoratori del Nord-Ovest. Quanto all'eventuale incidenza della crisi dei mutui subprime sul rendimento dei fondi, Scimia ha assicurato che "le ricadute sul sistema sono state trascurabili" dal momento che "la gestione del risparmio previdenziale viene attuata con particolare cautela e attenzione all'interesse dell'iscritto".

Prevalgono i fondi negoziali. Le scelte dei lavoratori si orientano soprattutto verso i fondi pensione negoziali che, in seguito a un incremento al 30 giugno di 600.000 unità, sfiorano 1,7 milioni di aderenti. Incrementi rilevanti registrano però anche i fondi pensioni aperti e i PIP (i piani pensionistici di tipo assicurativo), rispettivamente con 190.000 e 110.000 nuove adesioni.

Tasso di adesione del 28 per cento.
"Le iscrizioni raggiunte - ha ammesso Scimia - se rapportate alla generale platea dei lavoratori dipendenti del settore privato destinatari della riforma, stimabile in circa 12,2 milioni, si traducono in un tasso di adesione che in termini di significatività potrebbe anche apparire alquanto limitato". Tuttavia, ha spiegato il presidente della Covip, considerando i lavoratori che avevano la possibilità di aderire ai fondi pensione negoziali già operativi al 31 dicembre 2006 (gli unici che siano stati interessati da una ampia campagna informativa), i potenziali aderenti scendono invece a circa 8 milioni, e dunque le nuove iscrizioni "portano a un tasso di adesione di circa il 28 per cento, cui andranno ad aggiungersi i lavoratori silenti".

Scarsa l'incidenza della crisi dei mutui. Negli ultimi giorni diversi analisti hanno sollevato il problema della relazione tra la crisi dei mutui subprime e il rendimento dei fondi pensione, che potrebbe risentirne in senso negativo. Gli effetti in Italia, ha assicurato Scimia, sono trascurabili: "Da un primo riscontro relativo al flusso di informazioni pervenuto, è emerso che soltanto qualche fondo è risultato marginalmente interessato a tale fenomeno, essenzialmente in forma indiretta, mediante partecipazione a OICR a loro volta esposti. Le ricadute sul sistema sono state pertanto del tutto trascurabili".

Più adesioni al Nord-Ovest.
Dalla distribuzione degli aderenti in base all'area geografica, si rileva una maggiore partecipazione dei lavoratori delle regioni nord-occidentali, nelle quali si concentra il 36 per cento degli iscritti; il 25 per cento si colloca nelle regioni nord-orientali, il 24 per cento nelle regioni centrali e il 15 per cento in quelle meridionali e insulari.

Fondi aziendali e di gruppo al 55,5%.
La Covip segnala come particolarmente significativa la crescita riscontrata nei fondi aziendali e di gruppo, nei quali il tasso di adesione sale di circa 12 punti percentuali, portandosi al 55,5 per cento.

La soddisfazione di Damiano.
"Sono molto soddisfatto". Così il ministro del lavoro, Cesare Damiano, commenta i dati emersi dalla relazione annuale della Covip. "Sono stati smentiti i profeti di sventura - aggiunge Damiano - soprattutto sono stati smentiti quelli che hanno costruito ipotesi su dati inesistenti: bastava aspettare la relazione di oggi per sapere che le cose andavano nella giusta direzione".

(19 settembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/economia/tfr-adesioni/tfr-adesioni/tfr-adesioni.html

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LA BOLLA


Record di pignoramenti per le case americane

Ad agosto sono cresciuti del 115% su base annua


dal corrispondente di Repubblica
MARIO CALABRESI


NEW YORK - Il numero di americani
che non sono stati in grado di pagare le ultime tre rate del loro mutuo ed hanno perso la casa nel mese di agosto è più che raddoppiato in un anno: quasi 244mila persone hanno visto la loro abitazione andare all'asta o diventare di proprietà della banca che gli aveva dato credito, il 115 per cento in più rispetto ai 113mila pignoramenti dell'agosto 2006.
Il dato è impressionante anche se paragonato al mese precedente, perché dimostra una crescita spaventosa del numero delle famiglie in crisi: in luglio non ce l'avevano fatta in 180mila.

Mentre la Federal Reserve ha abbassato i tassi per ridare ossigeno al mercato e cercare di far ripartire il meccanismo del credito, inceppato dal numero degli insolventi, il panorama del mercato immobiliare è nero e non promette miglioramenti.

La colpa è ancora una volta dei famigerati ARMs (Adjustable-rate mortgages), mutui che partivano con un bassissimo tasso fisso per i primi due, tre o cinque anni, per poi diventare a tasso variabile. Mutui che erano concessi per la quasi totalità del valore dell'immobile ed anche a chi era in grado di dare pochissime garanzie.

L'innalzamento dei tassi ed il rallentamento del mercato hanno giocato un brutto scherzo sopratutto ai ceti medio bassi che non sono stati in grado di adeguarsi ad una crescita verticale delle rate.
Chi ha preso 150mila dollari in prestito nel 2005, con un tasso fisso del 2% per il primo biennio, ha visto la rata mensile raddoppiare da 554 dollari a 1100.

Quando il proprietario supera i novanta giorni di ritardo nel pagamento delle rate del mutuo, la sua abitazione viene messa all'asta, se non si raggiunge una cifra sufficiente a coprire il debito contratto, allora la proprietà passa alla banca che aveva concesso il credito.

Oggi la rata dei mutui ARMs arriva anche all'otto per cento ed hanno questo tipo di contratti il 7.3% degli acquirenti di case. Tanto che quasi la metà di coloro che falliscono, secondo i dati della Mortgage Bankers Association a Washington, hanno sottoscritto un ARM. Ed i prossimi mesi potrebbero essere peggiori perché ci sarà il passaggio dal tasso fisso a quello variabile per tutti i mutui sottoscritti tra il 2005 ed il 2006, una situazione di insolvenza che si potrebbe trascinare fino al 2009, accentuando la crisi del mercato immobiliare ed accendendo quella dei consumi.

Le aeree più colpite sono le stesse in cui più forte era stato il boom immobiliare: California, Nevada e Florida. Negli stati del Midwest l'innalzamento dei tassi si è combinato con la perdita di posti di lavoro nell'industria manifatturiera. Ieri la Camera dei Rappresentanti ha approvato con larghissima maggioranza una legge per sostenere almeno 200mila famiglie che rischiano di perdere la casa, introducendo la possibilità di rifinanziamento del mutuo e l'allungamento delle rate fino a 40 anni.

Il Senato sta procedendo con una legge analoga, cercando anticipare una nuova ondata di pignoramenti e per rassicurare il milione e mezzo di americani che sono destinati ad entrare in crisi nei prossimi dodici mesi.

fonte: la Repubblica, mercoledì 19 settembre 2007

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

..."PERCHE' LA VERA CRISI DEVE ANCORA ARRIVARE, E SARANNO DUE ANNI DI FUOCO.
INTANTO I LAVORATORI CONTINUANO ALLEGRAMENTE A CONTRARRE DEBITI CON FINANZIARIE-TRUFFA E BANCHIERI LADRI, SORDI AD OGNI RICHIAMO DI PERICOLO, ALLA SPERAINDIO.. UNA SORTA DI BALLO DEL TITANIC ALLA ROVESCIA, DOVE I TOPI CHE AFFOGANO BRINDANO A UNA RICCHEZZA CHE NON HANNO E I TOPI DI FOGNA SOGGHIGNANO SOTTO I BAFFI IN ATTESA DEL TUFFO FINALE. QUESTI ULTIMI SI, CON LA CIAMBELLA..
AUGURI."
Grande Mauro!

elena ha detto...

E quando mai le vicende economiche degli States hanno influenzato l'Europa? Bisogna essere Cassandre malevole e più che pessimiste per insinuare simili dubbi... va tutto bene ragazzi, state tranquilli. Continuate a tenere gli occhi rigorosamente chiusi, che se li aprite potreste spaventarvi per davvero...
Ma davvero non capisco: quando gli fa comodo siamo nel villaggio globale, quando invece no, ecco che le vicende di uno stato (mica uno piccolo ed ininfluente, no... gli USA!!!) non ci riguardano.
E quando mai!

Anonimo ha detto...

Ma cosa c'è mai di tanto oscuro..
Quali sono le due nazioni più INDEBITATE del Mondo? Facile, USA e Inghilterra..
Qual'è la nazione che CONSUMA il 30% delle produzioni industriali mondiali? Facile, gli USA.
Qual'è la moneta che si rafforza quasi ogni giorno a spese del dollaro? Facile, l'euro.
E col petrolio che ha raggiunto, oggi, il nuovo record di 82 dollari a barile..

Come è pensabile che gli americani (e gli inglesi) possono sostenere ancora per molto il loro stile di vita così molto oltre le loro possibilità..
Il consumismo mostra finalmente la corda. E purtroppo ne faremo le spese anche noi. Com'è ovvio.
mauro

Anonimo ha detto...

"Il consumismo mostra finalmente la corda"
Bravissimo!