"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 23 settembre 2007

Myanmar, San Suu Kyi esce e saluta i bonzi

Il premio nobel per la pace agli arresti domiciliari da 12 anni
ha abbracciato idealmente la manifestazione contro il regime

I monaci sfilano davanti alla casa-prigione

Le manifestazioni degli oppositori alla dittatura militare vanno avanti da cinque settimane


Aung San Suu Kyi

YANGON - Si è liberata in un pianto e per un quarto d'ora ha salutato i monaci che sfilavano. Restando all'interno del compound della sua residenza a Yangon, dove è agli arresti domiciliari da 12 anni, Aung Suu Kyi, leader dell'opposizione birmana e premio nobel per la pace, ha voluto partecipare in questo modo alla marcia pacifica dei monaci contro il regime militare che affligge il Myanmar da oltre quarant'anni.

Sei giorni di marcia.
La marcia che sta facendo tremare il regime militare dell'ex Birmania va avanti ormai 6 giorni. "Abbiamo visto Aung Suu Kyi uscire dalla sua casa. Indossava una camicia gialla. E quando è comparsa la folla ha iniziato a urlare 'Lunga vita a Aung Suu Kyi'", hanno riferito alcuni testimoni. La leader dell'opposizione non ha potuto rivolgersi direttamente ai manifestanti, ma è uscita in compagnia di due donne e si è messa a piangere salutando i monaci a distanza. Il corteo ha potuto raggiungere eccezionalmente la residenza di Suu Kyi che solitamente è isolata dalle forze dell'ordine.

Cinque settimane di manifestazioni. Da cinque settimane sono in corso manifestazioni pacifiche contro la giunta militare sono in atto in Myanmar. La storia dell'ex Birmania è segnata da colpi di stato e sorde lotte tra generali fin dalla sua indipendenza, raggiunta nel gennaio 1948. Durante la Seconda Guerra Mondiale Aung San e un gruppo di nazionalisti noti come 'I 29 compagni', si unirono alle forze giapponesi. L'esercito nazionalista costruito con l'aiuto del Sol Levante rovesciò le alleanze nel 1945 e aiutò gli alleati anglo-americani a raggiungere la capitale, che allora si chiamava Rangoon (il nome del paese fu cambiato nel 1989 da Birmania in Myanmar e la capitale fu ribattezzata Yangon). Ma, subito dopo la proclamazione dell'indipendenza, e prima ancora che la Costituzione entrasse in vigore, Aung San e buona parte dei suoi ministri furono uccisi da assassini rimasti ignoti in una mattanza nel palazzo del governo.

Il colpo di stato militare. I primi anni di indipendenza furono caratterizzati dagli scontri violenti tra l'esercito, composto in maggioranza da birmani, e le minoranze etniche degli Shan, dei Karen e dei Mon. L'esercito cominciò ad intervenire in politica nel 1958 e il suo sempre maggiore impegno sfociò nel colpo di stato del 1962, che portò al potere Ne Win. Il dittatore, morto nel dicembre 2002, lanciò il cosidetto "socialismo birmano", una sorta di autarchia statale che portò il paese al disastro economico. La protesta popolare, guidata dagli studenti di Yangon, scoppiò nel 1988 e fu repressa in un massacro nel quale si ritiene siano state uccise un migliaio di persone.

Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione. Fu nel corso delle proteste seguite al massacro che Aung San Suu Kyi emerse come leader dell'opposizione democratica. Un mese dopo il massacro, nel settembre del 1988, i militari deposero Ne Win. Altre migliaia di persone furono uccise e diecimila studenti trovarono rifugio all'estero, in maggioranza nella vicina Thailandia.

Due anni di legge marziale. Dopo due anni di legge marziale, la giunta organizzò le elezioni ma si rifiutò di accettarne il risultato, che aveva visto la Lega Nazionale per la Democrazia di Suu Kyi conquistare 392 dei 485 seggi del Parlamento. Con l'eccezione dei due anni dal 2000 al 2002 - nei quali però le fu impedito di muoversi liberamente per il paese - Aung San Suu Kyi è rimasta agli arresti domiciliari.

La protesta dei monaci. Negli ultimi giorni i monaci buddisti - che già avevano partecipato ad una sollevazione nel 1988 - si sono messi alla testa di marce e manifestazioni contro la giunta. Il 6 settembre centinaia di bonzi hanno tenuto in ostaggio per sei ore 20 funzionari locali a Pakokku.

22 settembre 2007

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/myanmar-aung/myanmar-aung/myanmar-aung.html

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