"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 29 settembre 2007

Sì unanime alla Finanziaria



Prodi:«Non abbiamo aumentato le tasse»


ROMA (29 settembre) - Via libera alla manovra Finanziaria 2008 dal Consiglio dei ministri con un voto all'unanimità, dopo quasi undici ore di discussione. Soddisfatto il presidente del Consiglio che ha fatto il punto sottolineando come il governo sia riuscito a prendere «decisioni di grande importanza per lo sviluppo» mantenendo «le promesse» fatte. Il premier, ha confermato tra l'altro che la Finanziaria non aumenta le tasse, mentre i frutti della lotta all'evasione vanno nella direzione di una restituzione delle imposte: direzione che viene imboccata con l'abbattimento dell'Ici e le iniziative sugli affitti.


Il Professore ribadisce che il 12 ottobre sarà chiusa anche la partita dell'unico collegato alla Finanziaria sul quale «non esiste» alcun problema: «Si è parlato di rinvio, ma non è così - afferma - perchè sapevamo che non si poteva fare tutto in un giorno. Il 12 affronteremo il capitolo welfare e chiudiamo il libro».


Il presidente del Consiglio parlando dell'inizio «dell'economia di un paese tranquillo, normale, che non ha bisogno di operazioni di finanziaria straordinaria». Hanno lasciato soddisfatti Palazzo Chigi anche Pierluigi Bersani, il quale ha sostenuto che tutti i ministri potranno rivendicare i successi per il Paese, e Giulio Santagata, che ha tra l'latro sottolineato gli interventi decisi per la riduzione dei costi della politica, tagliando, ad esempio, del 10 per cento i rimborsi elettorali per i partiti.


La manovra prevede quindi interventi complessivi per 11,5 miliardi di euro. La Finanziaria prevede sgravi per il 2008 per l'Ici per 200 euro a famiglia per la prima casa fino a un reddito di 50mila euro.


Prima della Finanziaria, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto fiscale, che restituisce i proventi della lotta all'evasione per un totale di 7,5 miliardi di euro. Tra le misure assegno di fine anno (già da dicembre 2007) di circa 150 euro per i redditi più bassi, quelli con meno di 7.500 euro all'anno, i cosiddetti incapienti (2 miliardi); risorse per l'emergenza abitativa e l'edilizia residenziale (500 milioni), aumento dei fondi per il 5 per mille (150 milioni) e più treni per i pendolari. Il decreto stanzia anche 3 miliardi per investimenti in infrastrutture, un miliardo per interventi nel sociale, e un altro miliardo per saldare il debito rispetto alla cooperazione internazionale. Nel decreto c'è anche mezzo miliardo per gli anticipi dei contratti del pubblico impiego. Nel settore infrastrutture ci sono i fondi all'Anas (350 milioni), alle ferrovie (1,5 miliardi), il potenziamento dei mezzi pubblici, dalle metropolitane di Roma, Napoli e Milano (800 milioni complessivamente) al progetto "mille treni per i pendolari". Novità per il sistema dei prezzi dei farmaci, nuove assunzioni nell'amministrazione finanziaria e taglio dei costi della giustizia militare. Ci sono infine gli sconti fiscali alle famiglie per le spese scolastiche, per 304 milioni di euro.


Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha commentato:« E' indubbio che il Governo supera una prova impegnativa». Sullo slittamento al 12 ottobre del collegato sul welfare Fassino ha ribadito: «La cosa decisiva non è la data nella quale viene varato il protocollo, ma quando sarà approvato, e lo sarà entro il 31 dicembre e sarà quindi parte organica della Finanziaria».


«La riduzione delle aliquote Ires e Irap assomiglia molto al gioco delle tre carte». Così il leader dell'Udc Pierferdinando Casini ha commentato i provvedimenti dellaFinanziaria, parlando a margine del congresso provinciale del partito a Ferrara. «Si diminuiscono le imposte ma si aumenta la base imponibile - ha aggiunto - e tutto questo evidentemente prefigura una sorta di "plastica facciale". Quando agli interessi passivi che le aziende pagano sui propri debiti non sono più riconosciuti come costi deducibili - ha concluso - è ovvio che si prepara una grande presa in giro del contribuente».


Il ministro dell'Economia Tomamso Padoa Schioppa apre spiragli di speranza per il futuro: «Potremmo crescere al 3%» ha detto il ministro sottolineando che il «nostro problema sia tornare per quanto riguarda la crescita ai livelli della media europea».




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