"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 25 settembre 2007

Chi ha paura di Eolo?


Ho sentito Jacopo Fo parlare nuovamente di Eolo. Una macchina nata, come prototipo assoluto nel 1999, le cui caratteristiche tecniche, aggiornate ad oggi, vedono una velocità di punta di 150 km orari, un'autonomia di 500 km e per il pieno una spesa stimabile intorno ai 3-4 euro. La fabbrica che detiene il brevetto in Italia è in cerca di un compratore mentre lo stesso brevetto è stato acquistato dalla Tata indiana (con partecipazione Fiat), ma sembra che verrà sfruttato solo per le aree asiatiche.
Il post riportato è del 2005, ma contiene una domanda vitale: in soldoni, chi ha paura di Eolo?

Chi da la risposta giusta vince, come premio, un soggiorno su una piattaforma petrolifera nel Mare del Nord..
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La macchina ad aria compressa…
finisce in una nuvola di fumo


Il caso Eolo auto

di Marco Pagani


Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la Eolo (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente. Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di 110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento. Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.
Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.
Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita. Questa vettura rivoluzionaria, che senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola “Eolo”, nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti:
Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno. Oggi si parla, forse della prima metà del 2006…

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda?

Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti. La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati. Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi né di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.

Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che l'”informazione” ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo…

Marco Pagani
4 aprile 2005

fonte: http://arengario.net/poli/poli219.html

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non vi preoccupate più di tanto, è dimostrato che l'uomo nella sua massima espressione evolutiva riesce a volare, a teletrasportarsi, a fare a meno del cibo e dell'aria.
Quanto vi costa avere tanti vantaggi??? Niente, basta convertirsi a qualche religione che assicura il risultato. Cmq chi non è soddisfatto potrà esercitare il diritto di recesso.

Homo homini lupus. Così è scritto.

by Mat

Franca ha detto...

E le compagnie petrolifere dopo che fanno?

Anonimo ha detto...

Cara Ranca, quelli, le compagnie petrolifere, non mollamo, sicuramente riconvertiranno la produzione da petrolio a "puro spirito".

Vuoi vedè che influenzeranno anche il pateterno regalandogli una bella Ferrari testa rossa?

by Mat

Anonimo ha detto...

ti segnalo che qui
http://inquinando.blogspot.com/2007/11/eolo-la-macchina-semibufala.html
ti stanno insultando

elena ha detto...

Grazie Priedavat per la segnalazione. Sono andata a leggere e m'è venuta la depressione, tanto che non gli rispondo neppure. Non tanto perché, non essendo citata apertamente, non mi sento coinvolta più di tanto... anche perché, a dirla tutta, abbiamo pubblicato un articolo che ci sembrava interessante, ma personalmente non sono in grado di sostenere il confronto. Mica faccio la tuttologa, io... e la fisica non rientra nelle mie materie preferite. La depressione sorge più che altro dalla considerazione che, anche se il tipo in questione avesse ragione, basta il suo tono per farmi incupire. E poi, se davvero era tutta una bufala, che problema c'era a sconfessarla pubblicamente senza ricorrere agli insulti? Ma già, pare che siamo tutti nell'arena e solo il più "coraggioso e spavaldo" sopravvive... che ci stia lui da solo. Sono disponibile a scambi di idee - quando sono in grado - non a chiassate. :)