"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 25 settembre 2007

Bush all'Onu cambia bersaglio

Nessun attacco all'Iran nel discorso del presidente americano alle Nazioni Unite
Se la prende col regime castrista: "Presto la fine del crudele dittatore"


"Fidel Castro ha i giorni contati"

Aperture alla riforma del Consiglio di sicurezza: "Siamo favorevoli all'ingresso di Tokyo"


L'intervento di Bush alle Nazioni Unite

ROMA - Tutti si aspettavano un'altra puntata del botta e risposta che ormai da mesi oppone George W. Bush a Mahmud Ahmadinejad, ma parlando davanti all'assemblea generale dell'Onu il presidente degli Stati Uniti ha preferito cambiare bersaglio. Obiettivo del suo attacco più duro è stato questa volta il leader cubano Fidel Castro. ''A Cuba - ha detto il capo della casa Bianca prendendo al parola al Palazzo di Vetro - il lungo regno di un crudele dittatore si sta avvicinando alla fine. Il popolo cubano è ormai pronto per la libertà". "Le Nazioni Unite - ha proseguito - devono insistere perché nel paese ci sia libertà di parola, libertà di assemblea e soprattutto libere e competitive elezioni".

Per un giorno al centro delle preoccupazioni americane non è stata insomma la corsa iraniana al nucleare, ma la democrazia nell'isola caraibica. Contro Ahmadinejad dal presidente Usa è arrivato solo un rapido accenno. Bush ha parlato invece diffusamente del futuro delle Nazioni Unite, spiegando di essere favorevole alla riforma dell'organizzazione e di auspicare l'ingresso del Giappone come membro permanente del Consiglio di Sicurezza. "Gli Stati Uniti - ha detto - sono aperti alla prospettiva" di un allargamento del Consiglio, e "crediamo che il Giappone sia qualificato come membro permanente del Consiglio di sicurezza e che allo stesso tempo dovrebbero essere considerate altre potenze emergenti".

Oltre al silenzio sull'Iran, il capo della Casa Bianca ha liquidato in poche parole anche le altre grandi crisi internazionali, limitandosi a dire che "ogni paese civilizzato ha il dovere di aiutare Iraq, Afghanistan e Libano" dove "gli estremisti stanno facendo tutto il possibile per abbattere queste giovani democrazie". "Ogni paese civilizzato - ha ribadito Bush aggiornando la lista degli stati oppressori - ha la responsabilità di aiutare i popoli che soffrono sotto una dittatura in Bielorussia, Corea del Nord, Siria e Iran, regimi brutali che negano ai loro popoli diritti fondamentali".
Il presidente americano ha inoltre citato le situazioni di repressione nel Myanmar (che ha sempre chiamato Birmania), nello Zimbabwe e nel Sudan.

Nessun accenno da parte di Bush neanche all'emergenza climatica, questione posta invece dal segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon al centro dei lavori dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.

(25 settembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/iran-usa/bush-onu/bush-onu.html

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2 commenti:

ska ha detto...

Che dire? S'è preso tutto il tabellone del Tetris! Hai voglia a regalare carte verdi per tenere aperti tutti questi fronti...

Franca ha detto...

Ma se qualcuno gli regalasse il Risiko? Magari si accontenta...