Bindi: «Rifondazione chiarisca la sua posizione sulla legge Biagi». Ferrando: «Nella lotta alla precarietà, quello incompatibile è Prodi»
ROMA - Lui ha chiesto scusa («Assassini? Parola secca e devastante, ma null'altro che uno sfogo incontrollato» in un'intervista a La Repubblica) ma la polemica sulle dichiarazioni di Francesco Caruso («Tiziano Treu e Marco Biagi sono assassini») non accennano a spegnersi. Anche perché Caruso stesso continua ad accusare la politica di «ipocrisia» e a ribadire che il suo ragionamento sulle morti bianche «rimane in piedi».
BINDI: «RC A UN BIVIO» - Secondo Rosy Bindi, ministro della Famiglia, Rifondazione comunista è davanti a un bivio: «Attorno alla legge Biagi si è costruito uno scontro ideologico che attraversa tutto il centrosinistra. Paradossalmente se il Prc non chiarisce veramente al suo interno tutte le posizioni rischia di essere la prima alleata di quelli che non vogliono cambiare la legge Biagi». Bindi spiega che il governo ha varato provvedimenti sul costo del lavoro che sono già un sostanziale mutamento di rotta. In questo senso, «credo che in parte abbiamo già cambiato la legge Biagi». Da Bologna il ministro esprime la sua solidarietà a Marina Orlandi e agli altri familiari del professore ucciso dalle Br. «Siccome siamo in questa città, credo sia anche opportuno, doveroso e assolutamente sincero e spontaneo da parte mia, esprimere una grande solidarietà alla famiglia di Marco Biagi anche per le parole che sono state dette in maniera assolutamente sconsiderata da Caruso».
FERRANDO: «CONTRADDIZIONE» - Il portavoce del Pcl, Marco Ferrando, parla invece di una «contraddizione clamorosa». «Tutte le sinistre di governo che oggi parlano contro la precarietà sono le stesse che hanno votato o accettato negli ultimi dieci anni tutte le leggi di precarizzazione del lavoro; ieri pacchetto Treu, oggi la continuità della legge 30. Ieri come oggi sempre a sostegno di Romano Prodi. La verità è che nella lotta alla precarietà, incompatibile è Prodi, non Caruso. La cui unica responsabilità, semmai, è di aver votato per un anno a favore di Prodi».
MASTELLA: «NON CI STIAMO» - Del «caso Caruso», seppure di sfuggita, ha parlato anche il ministro della Giustizia Mastella. «Nessuno si nasconde le difficoltà politiche per la costruzione di un centro autonomo dai due Poli. Ma occorre prendere atto con realismo che la terra promessa di chi vuole una reale governabilità non può essere questo bipolarismo all'italiana, dove la Cdl è prigioniera del razzismo dei Gentilini e l'Unione è costretta a subire le sparate dei Caruso. A chi sta bene questo stato di cose, si accomodi pure. Ma non conti sul nostro contributo».
RIFONDAZIONE - All'interno di Rifondazione comunista sale la tensione. A settembre il gruppo parlamentare valuterà se espellere Caruso. Gennaro Migliore, presidente dei deputati Prc, definisce «indegne» le sue parole, e aggiunge: «I processi non si fanno sui giornali, a settembre decideremo cosa fare». E comunque «il 20 ottobre noi saremo in piazza». Non bastano, quindi, le scuse del parlamentare eletto nelle file del Prc. Prima le prese di distanza di Fausto Bertinotti, poi il quotidiano Liberazioneha chiesto scusa alla famiglia di Biagi: «Chiedo scusa da solo - risponde Caruso - non c'è bisogno che altri lo facciano per me». Per il capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, è «insidioso il tentativo di usare il grave errore di Caruso come alibi per chiedere la cancellazione della manifestazione del 20 ottobre. È opportuno chiarire subito, una volta per tutte, che la manifestazione si terrà», e «non sarà contro il governo».
ALTRE POSIZIONI - Una manifestazione che non piace al partito di Antonio Di Pietro, che avverte: «A quei ministri ed esponenti politici che il prossimo 20 ottobre intendono scendere in piazza insieme a Caruso diciamo che le modifiche per migliorare la legge Biagi si fanno frequentando l'Aula e le commissioni del Parlamento, non certo le piazze». E mentre Gianfranco Rotondi, segretario della Dca, sottolinea che «le scuse di Caruso vanno accettate, anche se resta il fatto che egli ha detto cose che molti a sinistra pensano», Forza Italia, con Isabella Bertolini, torna a chiederne le dimissioni immediate: «Chi ha dato dell'assassino a Marco Biagi e porta avanti le proprie farneticazioni eversive non deve sedere in Parlamento. Caruso si deve dimettere ora. L'unica cosa da fare a settembre, alla prima seduta della Camera, è quella di ratificare le sue dimissioni all'unanimità».
SU INTERNET - Il popolo di sinistra intanto si divide sul web: c'è chi critica (la maggior parte), ma anche chi ne condivide gli argomenti o che comunque non ne può più del «linciaggio» cui è sottoposto. NeSxnet (community che si dichiara «sentimentalmente di sinistra») rappresenta l'intera gamma di reazioni. «Dopo un anno e mezzo quasi di attività parlamentare non mi risulta che l'on. Caruso si sia fatto promotore di una qualche iniziativa di legge volta a migliorare le condizioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro» scrive un internauta. E un altro: «Assassini sono quelli che hanno ucciso Biagi» e, aggiunge, «il partito nuovo della sinistra non ha bisogno di estremisti incoscienti». Qualcuno ritiene eccessivi gli attacchi al deputato: «Che Caruso abbia detto una cazzata lo sanno tutti. Lo sa anche lui, ora. Però basta. Se le prime critiche erano doverose, ora il troppo stroppia e la scena somiglia sempre più a un cortile di galline starnazzanti». Non manca chi con Caruso si schiera: «Quello che voleva esprimere Caruso in merito alle morti bianche è un sentimento di rabbia e frustrazione che non colpisce solo lui, ma milioni di italiani».
11 agosto 2007
fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/11/caruso_polemiche.shtml
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fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/11/caruso_polemiche.shtml
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COSA HA DETTO
La dichiarazione - “Angelo e Cristian ieri sono morti assassinati nei loro rispettivi cantieri di lavoro. I loro assassini sono Treu e Biagi, le cui leggi hanno armato le mani dei padroni, per permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della qualità e della sicurezza del lavoro”. Così, in una nota, Francesco Caruso, storico leader dei ‘Disobbedienti’ napoletani e deputato ‘indipendente’ del Prc, ha commentato gli ultimi due infortuni mortali sul lavoro.
La rettifica – Più tardi arriva la rettifica. “Considerato il polverone che si è alzato ritengo indispensabile chiarire la mia posizione, perché non vorrei essere usato per riempire il vuoto che in estate si crea in alcuni quotidiani. Né vorrei che, mio malgrado, persone che hanno vissuto dolorose esperienze possano sentirsi nuovamente offese e vedere rinnovato il loro dolore”. Lo puntualizza in una nota dal titolo 'Morire di lavoro e vivere di ipocrisia' il parlamentare del Prc Francesco Caruso. E ancora: “Non ho mai accusato nessuno di essere un assassino. Ho detto che di fronte all'impressionante numero di morti sul lavoro è necessario individuare delle responsabilità”.
Secondo l’ex leader dei Disobbedienti “una delle principali cause degli incidenti sul lavoro è la progressiva riduzione dei diritti dei lavoratori confinati in un area che va dal lavoro sommerso sino alla precarietà. Un progressivo indebolimento, con l'introduzione dei contratti atipici, è cominciato con quello che, comunemente, fu definito il pacchetto Treu e si è concluso con quella che è stata, impropriamente, definita legge Biagi".
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Caruso si difende "Mai detto assassini a Treu e Biagi" | |||||
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