"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 25 agosto 2007

Le scimmie la pensano come noi

Curano i piccoli, sanno fare la spesa e usano sistemi anticoncezionali


ROMA (25 agosto) Ulteriori conferme alla similitudine tra uomini e scimmie. I nostri “antenati”, infatti, usano con i cuccioli lo stesso buffo linguaggio con il quale ci rivolgiamo ai bebè, comprendono il valore del denaro e usano persino metodi anticoncezionali. La scoperta è proprio di un italiano, Dario Maestripieri, che lavora all'università di Chicago. Con il suo studio, pubblicato dalla rivista Etology, ha scoperto che le scimmie femmine del macaco usano con i loro piccoli un linguaggio particolare, con toni alti e versi molto semplici, del tutto simile a quello che usa l'uomo quando si rivolge ai neonati. Il linguaggio ha anche una specifica funzione evolutiva per i cuccioli.

«I piccoli umani e di altre specie - ha spiegato il ricercatore - nascono con delle predisposizioni per stimoli visivi e acustici particolari. I bimbi umani, ad esempio, sono attratti dalle caratteristiche dei volti e da suoni come quelli del baby talk. L'uso di questo linguaggio e le interazioni sociali che ne susseguono favoriscono lo sviluppo cognitivo e comportamentale del piccolo, sia nella nostra specie sia in altre». La ricerca, effettuata su 19 femmine delle foreste di Porto Rico osservate per un anno, ha dimostrato anche che quando le femmine di macaco ne incontrano una con un piccolo parlano per l'80 per cento del tempo in “mammese”, proprio come fanno i nostri simili quando incontrano un bebè in una carrozzina.

Le scimmie sarebbero, però, anche delle brave massaie, gestendo i soldi perfettamente. Un altro studio italiano, stavolta di Elsa Addessi dell'istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione di Roma, ha dimostrato che capiscono il valore del denaro. In una ricerca pubblicata dalla rivista Proceedings of the Royal Society B, infatti, a dieci scimmie cappuccine è stato insegnato che un gettone blu corrispondeva ad una ricompensa di una nocciolina, mentre uno giallo a tre. Metà di loro sono state in grado di “fare la spesa” ottenendo il massimo numero di noccioline possibili scegliendo fra diversi gettoni a disposizione. «Quattro scimmie sono riuscite a massimizzare la ricompensa – ha confermato Addessi - e hanno capito, ad esempio, che quattro gettoni blu davano più ricompensa che un gettone giallo».

Altri studi hanno dimostrato che i primati sono in grado di tramandare di generazione in generazione alcuni comportamenti acquisiti, come l'uso di utensili o di alcune piante medicinali. In particolar modo si è notato che utilizzano molto una specie di prugna, la vitex doniana, per le sue proprietà anticoncezionali. Secondo i ricercatori inglesi dell'università di Roehampton, le femmine dei babbuini verdi, che popolano il parco naturale di Gashaka in Nigeria, in certi periodi dell'anno ne mangiano grandi quantità, allo scopo di non rimanere incinte. Queste prugne infatti contengono grandi quantità di un ormone progestinico che funziona proprio come la pillola anticoncezionale.

fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=7714&sez=HOME_PIACERI

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1 commento:

Franca ha detto...

La ricerca scientifica ci fa conoscere scimmie sempre più simili agli umani o umani sempre più simili alle scimmie?