"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 1 settembre 2007

Governo, Mastella minaccia: «Se ministri in piazza, è crisi»


Veltroni: se si è parte, non si è contro

Sinistra democratica, 5 maggio 2007. Foto Ansa. 220xarticolo interno

«Se ministri scendono in piazza il 20 ottobre, è crisi di governo». Clemente Mastella è lapidario. Di fronte all'ipotesi che in autunno i suoi colleghi della sinistra radicale siano in piazza contro il protocollo sul welfare firmato da governo e sindacati, il leader dell'Udeur non sente ragioni e va oltre: «Ne ho parlato già con Franco Marini è gli ho detto: "Se succede, preparati...», pensando a «un governo tecnico di transizione» guidato dal presidente del Senato.

Il monito del Guardasigilli chiude una giornata carica di tensione, aperta dall'invito di Fabio Mussi ai colleghi della "Cosa Rossa" a trasformare la manifestazione in un'assemblea. E nella quale l'ipotesi che esponenti della maggioranza sfilino in corteo contro il protocollo di luglio è stata oggetto di critiche da diverse personalità del Pd, Walter Veltroni in testa, e dallo stesso Marini.

Teatro delle critiche rivolte alla sinistra radicale proprio il palco della festa dell'Udeur dove, in mattinata, il presidente del Senato aveva definito «paradossale» l'ipotesi che una parte della maggioranza manifestasse contro «un importante provvedimento del governo». A distanza di qualche ora, sempre da Telese, ci ha pensato il segretario in pectore del Pd a rincarare la dose: «Non può essere che che ministri scendano in piazza contro il governo di cui fanno parte».

La sinistra dell'Unione viene presa di mira anche dai ministri diessini Vannino Chiti («Ci mancherebbe altro...») e Cesare Damiano che la invita a «non piantare bandiere ideologiche sul tema del lavoro».

Messa sul banco degli imputati da Mastella e dagli alleati riformisti, l'ala radicale si compatta e val al contrattacco, usando come come "arma" la presenza in piazza dello stesso Guardasigilli al Family Day, manifestazione contro il disegno di legge del governo sui Dico. E avanzando il sospetto di un'intesa già siglata tra l'Udeur e Berlusconi.

Paolo Ferrero, ministro di Rifondazione comunista, giudica «eccessivi» i toni di Mastella, precisando però di non aver ancora preso una decisione sulla sua personale presenza in piazza il 20 ottobre. Per Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, le parole del segretario dell'Udeur «sono incoerenti e non credibili». Sulla stessa linea anche Titti Di Salvo di Sinistra Democratica: «Mastella era al Family Day - ricorda - quindi non capisco come possa arrogarsi il diritto di dare lezione agli altri ministri». «O ha un'intesa con Berlusconi o figuriamoci se lascia la poltrona», chiosa il numero due del Pdci Orazio Licandro.

Secca la replica di Mastella: «Se avessi accolto le proposte di Berlusconi, l'avrei fatto prima delle elezioni e loro sarebbero rimasti all'opposizione per altri 50 anni. Se fossero seri come me, governeremmo per cinque anni».

Mastella affonda in realtà il coltello in una ferita che a sinistra è aperta. Infatti, l'intervento di Mussi per trasformare in assemblea la manifestazione del 20 ottobre aveva già incrinato la tenuta precaria della "Cosa Rossa". La proposta del leader della Sinistra democratica non piace infatti ai suoi compagni di strada. Anzi, i primi malumori arrivano proprio dagli esponenti di Sd. Cesare Salvi invita Mussi a riflettere: il nostro movimento, dice, non può mancare ad una «grande manifestazione delle forze della sinistra».

Il Prc invece serra i ranghi. Il segretario Franco Giordano precisa che «la manifestazione del 20 ottobre non è contro il governo», ribadendo che Rifondazione sarà in prima linea ma dicendosi anche disposto a tenere, dopo il 20 ottobre, un'assemblea sui temi del lavoro. Ferrero prova ad anticipare i tempi: «Facciamo subito una grande assemblea», dice, e contemporaneamente «costruiamo il 20 ottobre una grande manifestazione».

Dal Pdci è Oliviero Diliberto a respingere la proposta. «È una concezione strana della democrazia - ironizza - quella secondo la quale si può manifestare se si è all'opposizione e non lo si potrebbe fare stando in maggioranza».

A sparigliare ancora di più le carte ci pensano i Verdi, anche loro contrari alla manifestazione di piazza. Angelo Bonelli invita la sinistra a «trasformare il 20 ottobre in una nuova Woodstock, un grande concerto per i giovani con dibattiti su lavoro e precarietà». Piazza, assemblea o "Woodstock"? In ogni caso, è la convinzione di Mastella, il governo rischia.


Pubblicato il: 31.08.07
Modificato il: 01.09.07 alle ore 9.44

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=68509

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2 commenti:

Franca ha detto...

Mastella è uno dei più coerenti uomini politici che conosca...
nell'attaccamento alla poltrona, s'intende! Sul resto qualche dubbio ce lho

elena ha detto...

Massì, va', facciamo un bel concerto, del tipo di quelli per il Primo Maggio. "Panem et circenses" funzionava già nell'antica Roma, perché mai non dovrebbe funzionare ora? Mah, magari perché qui di "panem" ce n'è pochino, tanto per cominciare!
Poi qualcuno mi dovrebbe spiegare cos'è 'sta storia della "cosa rossa", che tra l'altro mi ricorda un po' "cosa nostra" e di certo non mi sollecita associazioni piacevoli.
E poi... se non ricordo male, Prodi disse qualche tempo fa che nessuno poteva arrogarsi il diritto di dire cose, di fare cose: solo lui poteva. Non che mi stesse bene questo "ragionamento", ma che ne dobbiamo dedurre ora, che come al solito vale solo se i "sinistri radicali" si muovono, mentre se Mastella esternalizza è tutto ok?
Ultima (si fa per dire) considerazione: che significa, che un deputato della maggioranza non può manifestare contro il governo? Che bisogna coercitivamente essere d'accordo su tutte le alzate d'ingengo dello stesso? Ma questo non assomiglia "vagamente" alla dittatura? Mah! Sto elaborando una teoria sulla parola "democrazia"... :) vi farò sapere.