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venerdì 31 agosto 2007
Si apre una nuova disputa tra il governo di sinistra boliviano e Washington. La Bolivia minaccia di non accettare più gli aiuti statunitensi se persisterà questa attitudine antidemocratica e destabilizzante nel paese andino.
Ad inizio settimana il presidente boliviano minacciava provvedimenti nei confronti di ambasciatori ed altri rappresentanti stranieri nordamericani accusati di incoraggiare la cospirazione politica della destra boliviana. A solo pochi giorni da questa dichiarazione è intervenuto sullo stesso tema anche Juan Ramón Quintana, ministro del governo Morales: “Se la cooperazione offerta dagli Stati Uniti continua a minacciare la politica dello Stato Boliviano ha tutte le porte aperte per lasciare il paese”.
Quintana, durante una conferenza stampa, denunciava che il 70% degli aiuti statunitensi alla Bolivia non sono controllati dal governo di La Paz: “Non permetteremo più che questa forma di aiuti danneggi la nostra democrazia, cospiri contro il diritto alla libertà del nostro popolo ed offenda la nostra dignità nazionale; non siamo più disposti ad essere il cortile di casa di nessuno”.
Attualmente gli aiuti economici degli Stati Uniti destinati alla Bolivia sono canalizzati principalmente attraverso la agenzia governativa statunitense USAID e corrispondono a circa 121 milioni di dollari, di cui circa 81 milioni denominati come “cooperazione unilaterale”. Sono proprio quest’ultimi che preoccupano il governo boliviano in quanto elargiti e realizzati senza che il governo di La Paz sia né consultato, né informato su programmi, progetti e destinatari finali.
Secondo le dichiarazioni del ministro Quintana USAID finanzia organizzazioni e fondazioni esclusivamente di ideologia vicina a quella Usa, fomentando il clima antigovernativo contro il governo Morales. Particolare preoccupazione desta il programma denominato “Construyendo la recuperación y reforma de un gobierno democrático” definito dallo stesso Quintana come una “azione chiaramente mirata a destabilizzare il governo boliviano”. “Detto in altre parole, USAID non riconosce l’attuale governo come un governo democratico e per questo ritiene opportuno attuare programmi e progetti che seguano la linea democratica che gli Stati Uniti vorrebbero per la Bolivia”, sono state le parole del ministro che ha anche aggiunto:
“USAID nasconde informazioni e trama contro il presidente Morales. Il governo boliviano non è più disposto a tollerare queste intromissioni, soprattutto se vengono sotto forma di cooperazione e sotto la denominazione di aiuti”.
Il governo statunitense si è limitato a smentire le dichiarazioni di Quintana, certo è però, che la tensione tra i due paesi è aumentata nelle ultime settimane, soprattutto in seguito agli scioperi civici organizzati nelle ultime settimane, anche se non hanno avuto l’esito sperato dall’opposizione al governo Morales.
Lo stesso presidente boliviano, Evo Morales, ha pubblicamente dichiarato che questi atti sarebbero promossi da fuori i confini della Bolivia, facendo chiaro riferimento ad ambasciatori e rappresentanti diplomatici statunitensi. Morales ha parlato di cospirazione contro il suo governo, accusando alcuni ambasciatori stranieri di fare politica in Bolivia e di spingere atti di destabilizzazione nei confronti dell’attuali governo, cercando di impedirne le riforme politiche ed economiche.
Per un approfondimento sulla Bolivia consiglio anche la lettura dal blog LATAM: “Santa Cruz: il sindaco e le due Bolivie”
fonte: http://verosudamerica.blogspot.com/2007/08/nuovi-screzi-tra-usa-e-bolivia.html
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1 commento:
Tipico della politica USA in Sud America
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