23/05/2007 - Caro Giovanni, non ce ne siamo dimenticati ...
Non volevamo scrivere nulla e lasciare che il silenzio sedasse la nostra rabbia. Allora prima di pubblicare l'email di capitan Ultimo vorremmo scrivere una ipotetica lettera a Giovanni.
Caro Giovanni,
sono passati 15 anni da quel tremendo 23 maggio del '92 quando tu, Francesca, Vito, Rocco e Antonio avete perso la vita donandoci uno strumento di protesta. Nei primi anni ci abbiamo provato, venivamo a Palermo a sporcarci i piedi con la terra di Piazza Magione così degradata. Ma in quella piazza avevate giocato tu e Paolo e ci bastava per non sentire la polvere che si impastava al sudore.
Ci tenevamo per mano e ci volevamo bene e faticavamo a ricordare chi ci eravamo dimenticati.
Oggi non c'eravamo sotto il tuo albero perché abbiamo sentito forte l'impotenza verso uno Stato che investe in "navi" (giustissimo) ma che non sgancia una lira per togliere i ragazzi delle periferie dal fango, per dare loro le fognature e un prato verde su cui giocare. Tutti fanno i complimenti al centro sociale dello Zen2, ma nessuno stanzia soldi per renderlo più vivibile.
Siamo stati ieri in quel quartiere e ti assicuro che è in quella polvere e in quella povertà che abbiamo sentito la presenza di te, di Paolo, del giudice Scopelliti... quest'ultimo come degno rappresentante dei "Dimenticati".
Caro Giovanni, noi siamo certi che anche tu non avresti nulla in contrario nel destinare i soldi per ricordare quel giorno tragico in strumenti per quei ragazzi che vivono in quella polvere in cui tu e Paolo avete giocato.
Se puoi illumina certa antimafia e fai in modo che ritrovi la via dell'umiltà e del lavoro quotidiano senza necessariamente riflettori e politici ipocriti o amici dei politici ipocriti.
Ciao Giovanni, salutaci tutti, salutaci chi non ricordiamo e se puoi porgi le nostre umili scuse.
Un caro abbraccio
Associazione Antimafia "Rita Atria"
23 maggio 2007. per Giovanni Falcone.
combattere con le azioni quotidiane,
con i gesti semplici
di una solidarietà che non vuole apparire
e non vuole essere ostentata, è la base della ribellazione degli
ultimi.
Oggi vediamo gli emblemi del potere cavalcare la memoria dei caduti,
cavalcare la rabbia e i sogni dei ragazzi, dei giovani che sognano la
legalità e la libertà.
Oggi vediamo chi ha la responsabilità della lotta alla mafia
sfilare con quelli che dovrebbero giudicare la sua efficacia e la sua
efficienza.
La promiscuità tra potere e società civile tradisce la purezza,
mischia le carte ed i ruoli. Diffidiamo dei buoni maestri; dai
professionisti dell' antimafia vogliamo risultati, azioni e non
proclami o sfilate.
La ribellazione corre lungo i muri scrostati delle periferie,
nei cortili sporchi dove l' uguaglianza è solo nella miseria, nel
vuoto, nella violenza che copre ogni dignità. Noi siamo la ribellione
a quella violenza, a quel potere e a quella miseria, e quando dico
questo, i nostri occhi sono splendenti perchè non hanno un padrone.
ultimo
fonte: http://www.ritaatria.it/
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Amato e lo stilema antimafia
Amato fa di mestiere il ministro dell’Interno. In passato fu consigliere di Craxi per lunghi anni. Craxi finì in esilio e lui al governo. Si è recato a Palermo per i 15 anni della strage di Capaci. Un ragazzo gli ha ricordato dei 25 condannati in parlamento, di Cuffaro imputato per favoreggiamento aggravato, dell’assenza dello Stato in Sicilia.
Giuliano l'apostata socialista non si è sottratto al confronto con il coraggio e la cultura che lo contraddistinguono.
A muso duro ha confortato il ragazzo dandogli del capo populista, del giustizialista ingiusto, del retorico, dell’emotivo, dell’unilaterale. Ha poi aggiunto con grande padronanza della lingua di Dante: “Non creare questo conflitto tra l'Isola e il continente, in questo modo usi stilemi tipici del populismo isolano.”
La Mafia può dormire sonni tranquilli. Il ministro dell’interno ha sbaragliato uno studente siciliano antimafia. Ha dato l’esempio. Ora può tornare a Roma e fare due chiacchiere e prendere un caffé con due pregiudicati, Vito e Pomicino, eletti nella commissione Antimafia, e con Andreotti, persona da sempre informata sui fatti.
Palermo, 23 mag. - (Adnkronos) - Botta e risposta tra il presidente della consulta studentesca di Palermo, Francesco Cipriano e il ministro dell'Interno Giuliano Amato durante il dibattito nell'Aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dal tema 'L'Italia che cambia: politica, istituzioni e societa' nel corso della commemorazione del 15° anniversario della strage di Capaci. Nel suo intervento, il giovane studente, rivolgendosi ad Amato ha ricordato che in Parlamento 'siedono 25 condannati', parlando anche del presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, imputato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra in un processo a Palermo.
'Le do un suggerimento signor ministro -ha detto Francesco Cipriano- quando torna a Roma dica ai suoi colleghi che qui, a Palermo c'e' la mafia'. E ancora: 'nell'antimafia metteteci il cuore, lo stomaco, metteteci le palle'. Immediata la replica del ministro Giuliano Amato: 'non mi e' piaciuto affatto il tuo intervento sa gia' di 'capo populista'. Esprimi in modo unilaterale, retorico, emotivo, senza lasciare spazio per l'interlocutore, un sentimento giusto che e' diffuso, ma senza ragionarsi sopra e' un pericoloso esercizio che e' velenoso per la democrazia'.
Parlando dei 25 parlamentari condannati, Amato ha sottolineato: 'ho il coraggio di risponderti che devo distinguere tra condanne e condanne, ci possono essere condanne per reati minori che permettono, una volta scontata la pena, la piena riabilitazione, mentre altre condanne non portano alla riabilitazione. Se non fai questa distinzione, diventi un giustizialista ingiusto'. Nel suo intervento lo studente ha citato il blog di Beppe Grillo. 'Queste cose non le impariamo dai libri -ha denunciato- ma siamo costretti a ricorrere ad Internet'. E Amato: 'Grillo fa come te. Sono convinto che servono i Grillo ma non e' detto che siano la bocca della verita'. E poi ha replicato ancora a muso duro: 'non puoi dire a me e al governo 'quando torna a Roma dica che qui c'e' la mafia. Noi lo sappiamo bene, facciamo parte di uno schieramento politico al quale la lotta alla mafia deve molto. Io ti potrei rispondere, ricordalo a quelli di Palermo che qui c'e' la mafia. Anche tu hai qui delle istituzioni. Quindi, non creare questo conflitto tra l'Isola e il continente, in questo modo usi stilemi tipici del populismo isolano.
Se hai questa passione utilizzala per una battaglia democratica e non certo populista'.
Postato da Beppe Grillo il 24.05.07 18:47
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