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mercoledì 23 maggio 2007

Clima e pesticidi, le api sono dimezzate




Strage alveari, frutta a rischio

ROMA - Molecole pensate per uccidere la vita indesiderata che sbagliano bersaglio. Il mutamento climatico che stringe il rubinetto del cibo. L'allargarsi della sindrome da immunodeficienza acquisita. Sono le tre componenti del cocktail che sta devastando le popolazioni di api in tutto il mondo. In che proporzioni queste responsabilità siano miscelate non è ancora ben chiaro: c'è chi sottolinea soprattutto il ruolo dei pesticidi e chi punta l'attenzione sugli scompensi derivanti dal riscaldamento globale. Certo le conseguenze sono allarmanti. Le stime che si susseguono da alcuni anni in Europa e nell'America del Nord indicano una riduzione che oscilla tra il 20 e il 50 per cento. Il dato viene ricordato nel dossier "Pesticidi nel piatto" che la Legambiente presenterà oggi citando due sentenze del Consiglio di Stato francese che vietano l'uso di due pesticidi (il Guacho e il Regent) sul mais. Questo verdetto conclude una lunga disputa iniziata nel 1991, quando i fitofarmaci contenenti le molecole neonicotinoidi sono stati introdotti in Francia e sono stati osservati i primi effetti negativi.


Per la moria di api dell'anno scorso in Piemonte - si ricorda nel rapporto - il principale accusato è il Tiamethoxam, usato contro la flavescenza dorata sulla vite: tra giugno e luglio 2006, tracce di Thiamethoxan sono state trovate nei campioni di api trovate morte. La molecola è stata dichiarata "non ecotossica", dalla Syngenta, che produce un fitofarmaco che la contiene, ma secondo gli apicoltori piemontesi è "assai pericolosa per l'ambiente". Anche per la senatrice verde Loredana De Petris "se si continua con l'uso di prodotti fortemente tossici avremo presto primavere senza api: in Friuli si segnala un calo del 50 per cento della produzione di miele e una moria di 20 mila api ad alveare. Quest'anno la situazione è particolarmente grave perché, a causa del caldo anticipato, la fioritura stagionale ha coinciso con gli interventi fitosanitari praticati per le semine del mais. Bisogna sospendere immediatamente l'uso di questi prodotti, usati anche per la barbabietola da zucchero, il girasole e il pomodoro, seguendo l'esempio di Parigi". La minaccia non riguarda solo la possibilità di approvvigionarsi dei 400 grammi annuali di miele che l'italiano medio consuma ogni anno, cioè il sistema gestito dai 7.500 apicoltori professionisti e da un buon numero di hobbisti, ma l'agricoltura nel suo complesso che dipende per un terzo da coltivazioni impollinate grazie al lavoro gratuito delle api. Secondo la Coldiretti, in Italia sono a rischio circa 50 miliardi di api in oltre un milione di alveari. Una strage che mette in pericolo il processo di impollinazione minacciando un budget da due miliardi e mezzo di euro l'anno. Tra i prodotti a rischio: mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, ciliegie, albicocche, meloni, zucchine, girasole, colza.

ANTONIO CIANCIULLO

(22 maggio 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/05/sezioni/scienza_e_tecnologia/api-dimezzate/api-dimezzate/api-dimezzate.html


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