"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 1 maggio 2007

Cronache di un congresso







Abbiamo avuto la gioia di essere invitati al IV congresso dei Comunisti Italiani: per i “membri anziani” della famiglia si è trattato di una “rimpatriata” o, se preferite, di un ritorno al passato (che si fa futuro però), mentre l’ultima arrivata, la Fuoriserie, ha fatto la sua prima esperienza sul campo.

La presenza della Fuoriserie ci ha impedito una full immersion (come invece la sua madre pasionaria avrebbe gradito…), ma è stata comunque un’esperienza notevole – oltre che sicuramente utile per lei…


Devo confessare che inizialmente ha prevalso in me il senso di scoramento: ero lì, attorniata da centinaia di volti (molti giovani) sconosciuti, e mi domandavo che fine avessero fatto i miei compagni di un tempo, quando ai congressi facevo la fatina buona (si fa per dire…) dispensatrice di messaggi e panini.

Nulla da fare: degli amici di un tempo di cui ho notizia è meglio non parlare. Hanno tutti raggiunto posizioni più o meno invidiabili (questione di punti di vista) nel cosiddetto mondo adulto, mentre io resto abbarbicata pervicacemente ai miei sogni ed ideali.

Questa tristezza mi ha fatto vedere segni di cedimento borghese un po’ ovunque: nella scelta di un palacongressi contro un luogo più spartano (che avrei scelto io), nei commenti che i compagni si scambiavano e che ho catalogato come mugugni da corridoio nel peggior stile pettegolesco (rumor di fronda? mah..), nel fascio di rose rosse che pensavo destinate a chissà quale personalità… che invece sono state distribuite alle signore presenti, e date in ordine sparso.

Poi siamo andati a registrarci: non è cambiato nulla da quando ero io dall’altra parte del bancone, ci si dà del tu e si sviluppa subito quel senso di appartenenza allo stesso gruppo che ti fa dimenticare età e ruoli diversi.

E finalmente parla il compagno Diliberto, segretario uscente. Non riporto la sua relazione perché ve la potete leggere integralmente: http://www.comunisti-italiani.it/frames/index.htm

Ed è molto meglio dei miei appunti sparsi…

Nessun unanimismo, nessun mito della personalità: ci sono stati momenti in cui gli applausi non erano fragorosi, ma è normale e vitale che un partito comunista sia un luogo in cui confrontarsi – e non solo un luogo in cui inchinarsi a decisioni già prese, nel peggior stile dei CC sovietici.

Anch’io sono perplessa su alcune decisioni (ad esempio sulla composizione equilibrata del Comitato Centrale: 50% compagni, 50% compagne) ma, come avevo già avuto modo di esprimere le mie riserve (a nessun titolo, a dire il vero!), così hanno fatto gli altri. Dopodiché, dopo discussioni e dibattiti, il centralismo democratico impone che le decisioni della maggioranza vengano portate avanti. E così dev’essere, perché la teoria non può e non deve fermare la pratica, e la ricerca dell’unanimità non può e non deve causare l’immobilismo.

Bello vedere la partecipazione di tante delegazioni di partiti ed associazioni, sia italiane che estere… ma per me ancora più bello conoscere alcuni di voi, con cui ho avuto finora solo rapporti epistolari.

Bello sentire Prodi che riconosce i meriti di un partito piccolo ma importante e soprattutto che non produce solo belle parole, come purtroppo hanno fatto in molti – anche nella coalizione di sinistra – a solo fine di ricerca di consensi elettorali.

Ho seguito, purtroppo, solo a sprazzi il dibattito che si è svolto (sempre per via della pargola), mentre della relazione conclusiva mi piacerebbe dirvi di più… ma mi ero appollaiata sullo scivolo di accesso al palco, dove l’acustica non era delle migliori… aspetto quindi con ansia anch’io che venga pubblicata per rileggermela con calma. Voglio solo citare il ricordo di Stefano Chiarini (http://www.aprileonline.info/1624/stefano-chiarini-giornalista-generoso-e-militante) e l’appello, continuo e sincero, a lavorare per l’unità di una sinistra senza aggettivi, che raggruppi tutti i partiti, le associazioni, i movimenti ed i singoli che ancora si riconoscono nella volontà di non darla vinta al capitalismo ed a lottare per un mondo più giusto e libero.

E poi… grazie per averci ricordato che non solo non ce ne dobbiamo vergognare, ma possiamo essere orgogliosi di essere ancora (e sempre) COMUNISTI!

elena

Primo Maggio 2007

6 commenti:

ska ha detto...

Ho letto tutto il discorso di Diliberto: è davvero notevole! Ci credo che sei tornata con quest'entusiasmo: non mancava davvero niente, ce n'era per tutti, States e Chiesa compresi! Le critiche al PD e il saluto sarcastico a Bertinotti :)

Ho apprezzato in particolare: l'ammissione delle colpe della sinistra; il richiamo ad una sinistra riformista e conservatrice al tempo stesso; il richiamo ai grandi del passato ma lo sguardo al futuro; la battaglia contro i privilegi economici dei politici, e il limite massimo alle candidature; la direttezza nell'affermare la solidarietà al popolo palestinese e a Cuba (ma spero non a Fidel), senza tanti giri di parole; l'invito a un massiccio ivestimento nel settore cultura/istruzione; il sottolineare la NON SECONDARIETA? dei diritti civili (ho sentito troppo spesso "ci sono altre priorità"...certo, se si elimina una parte della popolazione!); l'attenzione alla questione della sicurezza sul lavoro e del precariato; il richiamo a un'imposizione fiscale progressiva.

E, soprattutto, il "rimanere fedele agli ideali della nostra giovinezza". Bellissime parole.

...come mi cresce bene la Testarossa!

p.s. Da quando esistono i "centri sociali di destra", non posso meravigliarmi dei palacongressi per i congressi dei comunisti italiani....speriamo non ci si livelli proprio in tutto!

p.s. 2: neanch'io condivido il 50% di quote rosa. Ripeto: NON salviamo la donna in quanto tale, non è un panda!

elena ha detto...

Giusto un paio di "esternazioni" supplementari, cara Ska:

1) non so fino a che punto il saluto a Bertinotti fosse sarcastico: il fatto che io abbia un po' il dente avvelenato con lui non mi impedisce di vedere che sta dicendo anche lui che "noi sinistri" dobbiamo fare massa critica. E gliene dò atto, come penso pure Diliberto faccia (da lì l'idea che si trattasse di un omaggio sincero. D'altra parte, solo Diliberto stesso potrebbe smentirmi!)

2) l'ormai mitica Fuoriserie Testarossa cresce bene, è vero... ma è più che altro merito suo. Sua madre (io) la trascina in impegni che alla sua età avrebbe trovato di una noia mortale... ma lei, la Fuoriserie appunto, non se ne fa scalfire più di tanto e va a dire in faccia a Diliberto in persona che a metà si annoiava... meno male dico io, sennò davvero starei facendo un mostro... :)

3) che tu voglia rimanere fedele agli ideali della tua giovinezza mi sembra un po' prematuro... io che dovrei fare allora, restare fedele a quelli della mia infanzia???

4) un palacongressi, tenuto conto che ci sarebbe venuto Prodi come pure Rutelli, ma anche altre personalità, è lo scotto che si deve pagare alla "celebrità". Del resto, anche quando noi (IO, sempre: molti altri stavano nel PCI ed erano più seri di me) eravamo extraparlamentari, i congressi nazionali li tenevamo nelle aule congressuali di varie strutture (a Milano il Leonardo da Vinci) e certo non nelle balere... per i congressi minori ci accontentavamo dei circoli ARCI, che comunque sono luoghi rispettabilissimi. Certo non come l'Holiday Inn, ma insomma... :)

5) e concludo... pur continuando a non condividerle, penso che le quote latte (ops! le quote rosa) siano un segno - da prendere come tale. Almeno qualcuno non si limita a dire le cose... e non è poco. Al di là dei risultati, che vedremo nel tempo.

Suerte!

Anonimo ha detto...

Ciao, posso commentare? :P

L'ho immaginavo che eri andata a Rimini Elena!
Per quanto riguarda l'attenzione sulla sicurezza del lavoro, bè, è meglio se non si muovono neanche di un millimetro.
Ci sono già un sacco di leggi e norme tecniche molto precise e validissime.
C'è un errore di fondo.... vabbè ne farò argomento di post.
Ciao!

elena ha detto...

Ma che, scherzi? Ovvio che NON POTEVI commentare!!! :))) Ma ormai l'hai fatto...
Che fossi a Rimini, per chi mi conosce bene, non è motivo di stupore: ho passato metà della mia vita in zona - ho cominciato da piccola :)
Meno facile invece pensare che ci mandassero in onda al TG di prima serata. Be', ormai è fatta. Chi aveva dei dubbi se li è tolti.
Quanto alla sicurezza sul lavoro, sono d'accordo. Non sono le leggi che mancano, anzi magari ce n'è pure troppe... comunque vado a leggermi il tuo post e magari poi se ne riparla.
Suerte!

ska ha detto...

Mi pareva sarcastico il "e, se posso, caro compagno Fausto Bertinotti": il "se posso" vicino al "compagno"...tipo "oramai sei grandicello", non so se posso usare questi appellativi con te. Ricollegandolo magari al discorso di restare fedele agli ideali della propria giovinezza. Ma magari penso troppo ed era solo un saluto sincero con un po' di deferenza per chi ormai è presidente della camera.
Quanto al restare fedele agli ideali della propria giovinezza....beh, chiaro che non parlavo di me....ma anche di me, come monito per il futuro: si dice che uno a 20 anni è comunista e a 40 di destra, no? Me lo diceva giusto mia cognata l'altro giorno.
Pare che sia una parabola obbligata, avere a 20 anni certi ideali e sentirli come veri, forti, voler rivoluzionare il mondo in quel senso. A 30 anni dovrebbe arrivare la disillusione (ogni tanto mi prende), poi il populismo e qualunquismo ("tanto non cambia niente, è tutto un magna magna"), infine la rassegnazione interessata ("perché l'artri devono magna' e io no?").
Nel discorso di Diliberto ho trovato forte la messa in guardia contro questo pericolo, e l'assunzione di responsabilità affinché questo non succeda.

..e così la Testarossa ha già sistemato sia Bertinotti che Diliberto! :D

elena ha detto...

Io avevo interpretato il "se posso" come "visto che sei il Presidente della Camera e rappresenti tutti gli Italiani", ma in effetti parecchi con cui ho parlato ci hanno colto una sfumatura diversa. Ripeto: solo Diliberto potrebbe spiegarci cosa intendeva... :)
Il fatto degli ideali dei 20 anni che a 40 sono "storia vecchia" e magari pure da rinnegare è un bel rischio... ma Ska, come dimostriamo io e tanti altri (vedi Diliberto!!!) dinosauri, c'è anche chi non abdica. Non vi resta che prendere esempio... HAHAHA!
Quanto alla Testarossa, se non avessi qualche problema di coronarie, credo che la porterei volentieri ad un convegno di Forza Italia: se, come si dice, non c'è due senza tre... :)))
Certo si può dire che sta crescendo con la stessa temeraria incoscienza di sua madre: nessun rispetto per l'autorità in quanto tale... solo quello dovuto a chi se lo guadagna.
Perché quello che fa la differenza, alla fine, non è il "lei" al posto del "tu" (spesso io uso il primo per mantenere le distanze e non per deferenza...): è come ci si pone di fronte alle persone normali - chi da un piedistallo, chi alla pari. Ogni riferimento è puramente voluto...