"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 19 maggio 2007

Chi contro chi? Lettera da Al-Quabbah





La Palestina, quella dei palestinesi, di tutti i palestinesi, è ormai solo un sogno astratto e di questo bisogna prenderne atto. Hamas da un lato, Fatah dall’altro, fratello contro fratello, vendetta per vendetta in un biblico occhio per occhio, dente per dente senza fine.

Nessuno sa più da che parte stare come nessuno sa per chi o per cosa lottano i due gruppi. Potere politico? Controllo militare del territorio? Contro gli israeliani? Tutti perversamente contro tutti in un massacro senza fine che non da nessuna speranza per il futuro. Noi giovani non vediamo futuro davanti a noi, non in questa terra.

Guardatela la Palestina, una terra accerchiata e divisa in due: un milione e mezzo di palestinesi nella Striscia di Gaza, due milioni in Cisgiordania. Al potere un gruppo di uomini con idee che non hanno niente di omogeneo tra di loro, alcuni accusati di corruzione altri capaci solo di fare la guerra. Che futuro possiamo avere noi giovani?

Gli israeliani arrestano arbitrariamente chiunque provi ad alzare la voce, a protestare. La sera dobbiamo stare rintanati in casa mentre fuori, ogni sera, si sentono gli spari, quando va bene lontano da casa ma qualche volta sono proprio sotto le finestre. Chissà chi sarà stasera? Israeliani o palestinesi? Rivedrò i miei amici domani oppure saranno in qualche galera israeliana o peggio ancora morti? Che futuro possiamo avere in una terra dimenticata da Dio dove il fratello uccide il fratello?

I ragazzi finiscono spesso per imbracciare il fucile perché non hanno una alternativa e molti di loro non saprebbero cosa fare in caso di pace. Forse è proprio questo il limite:

nessuno che abbia mai pensato che la prima cosa da fare era quella di costruirla la Palestina invece che distruggerla,

nessuno che abbia mai pensato che la prima cosa da fare era quella di costruirla la Palestina invece che distruggerla, che bisognava creare un futuro e non continuare questa guerra fratricida che può portare solo alla distruzione.

Mi chiedo spesso perché voi europei non fate niente per noi. Lo so, in Palestina non c’è il petrolio e neanche metalli preziosi, in Palestina ci sono solo quei poveri pezzenti di palestinesi. Ma quei poveri pezzenti sono persone, esseri umani che non chiedono niente altro che di vedere un futuro. Eppure l’Europa è così vicina, la vita è così vicina.

Nural Nur Atassi.

fonte: http://www.secondoprotocollo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=196&Itemid=1

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La prendo da una prospettiva religiosa, perchè davanti a cotanto fallimento umano mi torna in mente un verso biblico:
"...Gerusalemme sarà la pietra d'inciampo di tutte le nazioni..."

Equo ha detto...

Alcuni miei carissimi amci e compagni, caduti a Tall al Zaatar, si stanno rivoltando nella tomba. Quelli che ne hanno avuta una, almeno.
Dura è la strada della ragione.

Anonimo ha detto...

Aggiungerei: Dura è la strada dell'amore, perchè della ragione c'è ne fin troppa... la ragione dei soldi e della spartizione del potere, con gli interessi che ora si intrecciano ora divergono.

Equo ha detto...

Concordo, Nunzio... La mia idea di "ragione" era un'altra...ma temo che nel mondo prevalga quella che tu descrivi... :-(