"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 26 maggio 2007

"Paga di merda, lavoro di merda"





Il titolo del post vi ricorda qualcosa? Penso di si, almeno ai non più giovani come me.. Erano gli anni della "contestazione", e nei cortei si scandivano questo ed altri slogan. Sono passati quasi 40anni ma le cose non sono cambiate, anzi. Quelle conquiste che le classi lavoratrici erano riuscite ad ottenere non solo le hanno vanificate. Hanno distrutto (loro, i grandi imprenditori alla Luca Cordero) prima il mondo rurale per la loro fame di espansione economica (infatti sono stati gli unici, di fatto, a guadagnarci, con qualche ricaduta sul popolino che ha avuto un maggiore benessere che, peraltro, gli si sta ritorcendo contro) poi il mondo operaio, frantumandolo e annullandolo come mai era successo prima. Moltiplicando contratti, precarizzando il lavoro (al solo scopo di farlo rimanere tale a vita), annullando ogni identità professionale. Cittadini e lavoratori multiuso, privi di valore e sacrificabili ai grandi numeri: grigio pattume da spremere e riciclare sulla base delle richieste di mercato. Suscitate e imposte da loro.
Luca Cordino di Monteprezzemolo, con quella sua aria da eterna vignetta alla Vauro, esterna e minaccia scadenze apocalittiche. Scendiamo in campo noi. La politica non esiste più. Nel 2015 metteremo a posto le cose. Come, non si sa. Certo non in meglio, almeno per noi. ............. Quì di seguito, una bellissima lettera di Marco Travaglio, attento e lucido come sempre.

Gentile Luca Cordero di Montezemolo,
il presidente di Federmeccanica, che fa parte della Confindustria, dice che l’aumento di 100 euro all’anno chiesto dagli operai è “una proposta ridicola” perché ci metterebbe “fuori dal mercato”. E lei ha dichiarato che la ripresa economica dell’Italia è “esclusivamente merito delle imprese”. Eppure lei stesso ripete sempre che un’impresa non è fatta solo dagli imprenditori e dai manager, ma anche dai lavoratori. Dunque tutti dovrebbero essere premiati per il loro lavoro. Invece i manager in Italia guadagnano molto di più dei loro colleghi del resto d’Europa, mentre i lavoratori molto di meno. In Italia un operaio guadagna in media, al lordo, 21 mila euro, contro i 29 mila della Francia, i 32 della Svezia, i 35 del Belgio, i 37 dell’Olanda, i 39,7 della Gran Bretagna, i 41 della Germania, i 42 della Danimarca.

Qualche anno fa, un tale disse: “se i nostri operai guadagnano poco, le macchine che gli facciamo costruire chi se le compra?”. Tra il 2000 e il 2005, secondo l’Eurispes, in Europa gli stipendi sono aumentati del 20%, in Italia del 13,7. Da noi gli stipendi dei lavoratori aumentano ogni anno del 2,7%, mentre quelli dei manager del 17%, otto volte l’inflazione. Le stipendio medio dei primi cento top manager italiani è di 3,4 milioni all’anno, 7 miliardi di lire: guadagnano 160 volte lo stipendio di un operaio, prendono in due giorni quello che un operaio prende in un anno. In ogni caso la Fiat, con le sue mani e con la cassa integrazione, s’è rimessa in sesto grazie a un manager come Marchionne. Che dunque si merita tutti i 7 milioni di euro che guadagna all’anno, poco meno di quelli che guadagna lei. Ma, se il mercato ha un senso, chi ottiene risultati dovrebbe guadagnare molto e chi va male dovrebbe guadagnare poco, o farsi da parte. Mi sa spiegare allora perché, visto come va la Telecom, il manager più pagato d’Italia è proprio Carlo Buora della Telecom, con 18.860 milioni di euro nel 2006 tra stipendio e liquidazione Pirelli? E perché Tronchetti Provera guadagna come Marchionne che ha risanato la Fiat? Poi c’è Cimoli, che ha così ben ridotto l’Alitalia: guadagna 12 mila euro al giorno, quello che un operaio guadagna in un anno. Il presidente di Air France guadagna un terzo: ma la compagnia francese è in attivo, mentre la nostra perde un milione al giorno. Dopo 2 anni e mezzo disastrosi, col buco Alitalia salito a 380 milioni, Cimoli per andarsene ha pure preso 5 milioni di liquidazione. Alberto Lina è l’amministratore delegato dell’Impregilo, capo-gruppo della ditta che smaltisce così bene i rifiuti in Campania: guadagna addirittura più di lei, 7,3 milioni. Anche lui prende in un giorno quanto un suo operaio guadagna in un anno. Dov’è il mercato? Dov’è la meritocrazia? La prima regola del mercato è che tutti rischiano qualcosa, e chi sbaglia paga. Voi top manager, invece, non rischiate mai nulla. Se avete successo, vi aumentate lo stipendio. Se fallite, ve lo aumentate lo stesso. Se vi cacciano, ci guadagnate una fortuna con le superliquidazioni. Poi passate a far danni da un’altra parte. E se non garantite la sicurezza o la salute dei vostri dipendenti, loro pagano con la vita, per voi c’è l’indulto. Con la certezza di morire di morte naturale, nel vostro letto. Gli operai invece muoiono al lavoro come le mosche, al ritmo di quattro al giorno. Andare a lavorare, in Italia, è più pericoloso che andare in guerra. Ogni anno muoiono 1250 lavoratori italiani, la metà delle vittime delle Torri gemelle, meno dei morti di tutto il mondo per attentati terroristici. E un milione restano feriti. Ora lei, dottor Montezemolo, è preoccupato che il tesoretto si disperda in mille rivoli. Giusto. Ma perché non parlate mai del tesorone dell’evasione fiscale, 200 miliardi l’anno? E del tesorone del lavoro nero e sommerso, il 27% del pil, cioè 400 miliardi? E del tesorone delle mafie, 1000 miliardi di euro? La legge sul falso in bilancio varata dal governo Berlusconi e finora confermata, in barba alle promesse elettorali, dal governo Prodi, consente a ogni impresa di occultare dai bilanci fino al 5% dell’utile prima delle imposte, al 10% delle valutazioni e all’1% del patrimonio netto. Centinaia di milioni di nero legalizzato per ogni grande gruppo. Una sorta di modica quantità di falso in bilancio consentita, come per la droga, per uso personale. Non vi vergognate di una situazione del genere, che vi rende tutti sospettabili? Il “mercato” è anche 25 anni di galera per chi trucca i bilanci, come in America: o no? Perché allora non avete detto una parola contro la depenalizzazione del falso in bilancio? Perché Confindustria non fa una grande battaglia per importare in Italia la legge americana sui reati finanziari? Vedrà che, recuperando un po’ di evasione, si potranno garantire case, asili e pensioni al popolo dei 1000 euro al mese, che con un giusto aumento di stipendio potrebbero fare un bel passettino in avanti. Perché, come diceva quel tale, “se gli operai guadagnano poco, le macchine che costruiscono chi se le compra?”. A proposito: lo sa chi era quel tale? Non era Marx, e nemmeno il subcomandante Marcos. Era l’avvocato Agnelli. In attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti.

Marco Travaglio

fonte:
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid=1543

9 commenti:

Piper ha detto...

Paga di merda, lavoro di merda.
L'ho già citato in privato ma lo riscrivo, per quanto sia volgare:

"Con la merda farem la rivoluzione"

Da "L'inno del corpo sciolto" di Benigni.

Bene. "Paga di merda, lavoro di merda" mi fa pensare a della gente particolarmente incazzata pronta ad agire (restituendo merda alla merda appunto). Ma dov'è questa gente? Non c'è. Fantasmi. I sindacati se li sono comprati (ricordo anni fa una persona che mi disse "Beh i sindacati sarebbe ora di vietarli per legge") e la gente cosa fa? Ma è possibile che bisogna fare per forza i "pecoroni"? In che modo sono stati capaci di intimorire le persone fino al punto di aver paura di protestare concretamente? Per protestare non intendo le manifestazioni in piazza con le bandierine che tanto non servono... intendo dire le industrie che si bloccano. Minchia ma è possibile che la volontà della gente possa essere piegata con qualche stupido barbatrucco?

Equo ha detto...

Pur condividendo la sostanza della "lamentazione" di piper mi sento di dissentire su un punto: non si tratta, io credo, di "paura" di protestare, ma di sfiducia. E' difficile credere ancora che "le cose possano cambiare", manca una "tensione ideale" che si nutre anche di successi, di vittorie, piccole o grandi. Da troppo tempo la classe operaia (il "popolo", se preferite) non vince più da nessuna parte ed assiste al balletto dei governi che cambiano colore, ma non politica. Lo so anch'io che la situazione è complessa...ma non ritroveremo mai il giusto spirito della lotta se non torneremo alla meravigliosa follia di quando si diceva: "Siate realisti: chiedete l'impossibile!"

Anonimo ha detto...

Saggi commenti i vostri.

Ciao.

Anonimo ha detto...

SI'! SI'! SIETE BRAVI A PARLARE VOI PROFESSORONI! ALLORA DITEMI COME CAZZO FA UN PRECARIO ( CIOE' LA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI IN ITALIA )CON LE PEZZE AL CULO A PROTESTARE SAPENDO CHE SE SOLO APRE BOCCA LO LASCIANO A CASA!

Anonimo ha detto...

NESSUNO PROTESTA PERCHE' QUELLI CHE HANNO IL POSTO FISSO SE LO TENGONO BEN STRETTO, MENTRE IL POPOLO DEI PRECARI SE LO PRENDE SONORAMENTE IN CULO, POICHE' NON GODE DI ALCUN DIRITTO SINDACALE!

elena ha detto...

Capisco la tua rabbia, caro anonimo... eccome se la capisco! Perché tra noi non ci sono quelli che tu definisci "professoroni", anzi per la maggior parte (per non essere troppo disfattisti) siamo precari esattamente come te. Forse abbiamo qualche anno in più... quelli che ci permettono di pensare con nostalgia a quando il sindacato davvero difendeva i lavoratori, invece di convincerli che il welfare è il massimo della vita e dare il proprio TFR a fondi non meglio identificati sia etico...
E' il gatto che si mangia la coda, almeno a quanto mi ha detto l'ultimo rappresentante sindacale con cui ho avuto a che fare: i lavoratori come me - che sono assunta a tempo indeterminato in una fabbrichetta formato famiglia, quindi ho poco da stare allegra, soprattutto con i tempi che corrono di economia a rilento: non ho l'articolo 18 e posso essere lasciata a casa in un qualunque momento. Anche per aver alzato la testa, certo. Lui sostiene che è colpa dei lavoratori, che non si iscrivono al sindacato e quindi lo indeboliscono. Io sostengo che se il sindacato fosse più credibile e davvero sostenesse i lavoratori, allora quelli si iscriverebbero... in fondo non è così impossibile: le società di mutuo soccorso tra lavoratori, se non erro, sono nate durante la prima industrializzazione proprio per evitare che i padroni (gli imprenditori, si dice oggi, a quanto pare) si tenessero il profitto alla faccia dei loro dipendenti. Ma dico io, se ci sono riusciti allora vuol dire che non stiamo parlando di utopia... vuol dire che se oggi non ci riusciamo è perché di Di Vittorio in giro ce n'è proprio pochini... con buona pace di Epifani e compagnia brutta.
Poi certo, c'è anche una buona dose di egoismo (o è paura di trovarsi nella stessa condizione?) da parte dei "garantiti"... ma onestamente, quanti precari conosci così "suonati" da rinunciare ad un ipotetico posto fisso in nome del diritto di TUTTI ad averlo?
Ti faccio tanti auguri, gli stessi che faccio a me, perché le cose cambino... ma non sperare che si modifichino senza il tuo diretto intervento.
Suerte!

Anonimo ha detto...

come mai la cgil si è svegliata solo adesso !!! sono dei bastardi! hanno preso e continuano a prendere per il culo tutti e tutto
VERGOGNA

Anonimo ha detto...

In Italia la società "atu" (scritta in minuscolo NON a caso) ha chiuso 6 filiali (FE, MO, TO, VR, BO e BG) su 8 che aveva; alcune dopo solo 6 (SEI) mesi di apertura; i budget che richiedevano venivano raggiunti e i clienti cominciavano ad ritornare nonostante la qualità dei ricambi NON fosse "eccelsa".
Al momento del licenziamento il sindacato (cisl) a cui molti lavoratori si erano iscritti per "pararsi il c.." tutto ha fatto fuorchè tutelarli, cercando di trarre fondamentalmente solo vantaggi di immagine per se stesso.
Fortunatamente un altro sindacato (di destra..ugl??) è riuscito ad ottenere condizioni meno schifose.
Tutto questo per dire che nn è il sidacato, la sigla o il colore che conta, ma sono le singole persone che, se hanno un po' di onestà e amor proprio, non lavorano a fregare il prossimo ma ad aiutarlo....forse basterebbe solo questo a vivere e far vivere meglio le persone...il mio nick?? ovvio Utopia

Anonimo ha detto...

Siamo in balia di una politica mafiosa di merda che pensa solo ai loro soldi ed ai loro vizzi e stravizzi. Sono dipendente preso uno studio di commercialisti, guadagno 1.000 euro al mese comprensivi di assegni familiari ho un bambino piccolo ed una moglie attualmente disoccupata. Siamo diventati genitori a 36 anni grazie ai lavori precari che non danno la possibilità ai giovani di realizzarsi. Noi abbiamo dovuto programmare sia il matrimonio che il bambino e non possiamo permetterci una casa nostra neanche piccola..... E' una merda.... Penso che le cose cambierebbero veramente se diamo ai politici marci la fine che si meritano....LA FORCA. Soluzione estrema ma efficace.