"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 6 maggio 2007

Mai più mestruazioni?





Penso sempre più spesso al momento nel quale il mio corpo non sanguinerà più ogni mese, come accade da oltre tre decenni; si tratta di un tempo enorme della mia vita, come per la maggioranza delle donne, il periodo che si è declinato dalla preadolescenza passando attraverso la maternità, l’allattamento e il ritorno alla ciclicità. La fine di questa fase è un pensiero che mi scatena varie emozioni, un crinale che oscilla tra paura, nostalgia, perdita e curiosità.


Quando a causa delle due maternità il ciclo mestruale si è interrotto sapevo che si trattava di una pausa, e la rassicurante certezza che la straordinaria tecnologia del mio corpo si sarebbe riattivata non mi ha fatto riflettere sull’assenza, tanto ero concentrata sull’altro evento epocale che stavo vivendo, quello della riproduzione. Ma ora, sulla soglia dell’entrata nel cinquantesimo, si susseguono rapide e contraddittorie le suggestioni, e si annidano trepidazioni alle quali non so dare nome: la rasserenante e combattiva Germaine Greer con le pagine del suo La seconda metà delle vita, che celebra la fine della fecondità come momento di salvifica uscita del mercato del sesso così come lo hanno organizzato le culture patriarcali; l’inquietante e normativa saggezza della tradizione orale popolare delle mie antenate, secondo le quali mentre ‘l’uomo che sanguina è malato, la donna è sana se sanguina’ (e forse non in pericolo di vita, perché se ha il ciclo non è incinta, visto che per le mie nonne il parto era sempre un forte rischio).


A ciò si aggiungono le notizie recenti che vogliono sull’orlo della messa in commercio negli Stati Uniti della pillola elimina - mestruazioni, il cui nome scelto dalla ditta farmaceutica Wyeth non a caso sarebbe Lybrel. Già due anni fa la notizia era rimbalzata come imminente: all’epoca la casa farmaceutica era la Organon, che aveva approfittato della sperimentazione del 2003 della micro pillola che bloccava il ciclo per circa 80 giorni, la Seasonale, seguita a ruota dalla Schering, leader europea del mercato di contraccettivi, che con Yasmin prometteva il blocco delle mestruazioni per tre mesi.


In tutto questo il leit motiv costante è non solo il vantaggio di un miglior umore (si sa che le donne sono volubili, intrattabili, inaffidabili e che la maionese impazzisce e le piante muoiono al tocco delle donne mestruale) accanto ad una qualità di vita più apprezzabile.
Mi soffermo sulla stampa italiana che riporta le notizie sulla campagna pubblicitaria lanciata dalla Wyeth, e dovunque trovo il fenomeno naturale della mestruazione indicato come una iattura: “sempre più donne considerano le mestruazioni un fastidioso tormento”; “un terzo delle donne soffrirebbe mese dopo mese di sindrome premestruale accusando mal di testa, dolori al basso ventre o sbalzi d'umore. Se poi le mestruazioni sono frequenti e copiose, ai disagi citati si potrebbero aggiungere l'anemia e l'endometriosi, una malattia della mucosa uterina”.


Sul Corriere della sera l’evento della pillola che blocca il ciclo viene accostato alla fine del dolore del parto ottenuto grazie all’epidurale. Le parole più frequenti che ricorrono sono fastidio, disturbo, impedimento, in un contraltare di orizzonti di liberazione, alleggerimento, affrancamento, svincolo che favorirebbero la sessualità, la performance sociale, persino l’economia visto che si risparmierebbe in assorbenti.


Mi viene in mente la domanda del padre della psicoanalisi, che chiedendosi “cosa vuole la donna?” rispondeva implicitamente che è impossibile saperlo, vista la fastidiosa incompletezza del soggetto: capricciosa perché ostinata e fissata in una sessualità clitoridea non adulta, oppure tendente all’invidia per il sesso dominante, e anche oscuramente pericolosa perché incarnata in un corpo pieno di cavità e meandri inquietanti, dalle quali appunto sgorgano fluidi e sangue.
Davvero, come si annuncia da più parti, le donne in futuro saranno felici di cancellare dalla loro vita l’ancoraggio al ritmo ciclico delle mestruazioni? Già due anni fa al coro di entusiasmo non si allineava la ginecologa ricercatrice zurighese Barbara Wanner Kraft: “E’ preoccupante che le ditte farmaceutiche cerchino di trasformare il ciclo mestruale in una malattia, affermava. Così facendo si crea insicurezza.

Già solo il fatto di mettere in questione il senso del ciclo mestruale è incomprensibile. Le mestruazioni segnalano alla donna che non è incinta. E molte donne percepiscono le mestruazioni come naturali e purificanti”. In nord america esistono molti gruppi che da tempo sorvegliano le ricorrenti campagne farmaceutiche anti mestruo: ad esempio la Red Web Foundation, organizzazione californiana che celebra il ciclo mestruale come “processo spirituale e naturale”, che ha chiesto a Giovanna Chesler, docente di cinema alla University of California di San Diego, di girare un documentario, Period: the end of menstruation?, popolarissimo nei campus e fra i gruppi femministi. L’assunto è che le donne non sono malate, e sopprimere per 30 o 40 anni un fenomeno così nostro e naturale sia un insulto.

Il punto, credo, non è una difesa acritica del concetto di naturalità dei fenomeni legati alle epifanie del corpo femminile, quanto piuttosto alla voce e agli interessi di chi ne parla, studia, sperimenta e commercializza, gli orizzonti e i motivi che stanno dietro ad ogni “liberazione” proposta alle donne senza che le donne prima abbiamo ragionato su di essa, individuando interessi, desideri, soluzioni che vengono dalla consapevolezza e dall’autodeterminazione. Abbiamo mai sentito di una scienza che si affanna per eliminare l’emissione di sperma dall’eiaculazione, evitando il fastidioso esborso di materia procreativa gelatinosa? Mi risulta che anzi questa naturale manifestazione liquida del piacere maschile sia indicata come elemento prezioso nella determinazione della propria virilità, celebrata nel porno più esplicito come nella poetica allusiva come dato positivo e fondante. Possibile che sempre sul corpo femminile si debba applicare la logica della sottrazione, della assurda quanto ridicola riduzione all’uno e al modello aureo maschile, indicando come scomode le caratteristiche che sono peculiari della irriducibilità della femmina umana?

24/04/2007

Monica Lanfranco | altre lettere di Monica Lanfranco

4 commenti:

Piper ha detto...

Premesso che dal mio punto di vista qualsiasi intervento che ha come scopo quello di modificare le leggi della natura con il solo scopo di fornire dei "benefici" fasulli è orribile...

"Abbiamo mai sentito di una scienza che si affanna per eliminare l’emissione di sperma dall’eiaculazione, evitando il fastidioso esborso di materia procreativa gelatinosa?"

Si, l'abbiamo sentito... E' il business del seme appunto, che viene prelevato, selezionato, scartato o meno e poi venduto. Ovviamente il corrispettivo maschile dei farmaci citati nel post non sarebbe utile alle aziende farmaceutiche che, essendo aziende hanno lo scopo primo di guadagnare denaro (vedi psicofarmaci, dei quali si è accennato, e le modalità con le quali vengono diffusi anche tra i bambini al primo comportamento strano, come se fossero zigulì) e non agiscono da sole ma con la collaborazione delle strutture e dei medici che le supportano (con meravigliosi articoli che celebrano i benefici di questo o quel farmaco... quando poi da qualche milione di anni a questa parte gli esseri umani bene o male sono andati avanti lo stesso senza pastiglie e sciroppi).

ska ha detto...

“sempre più donne considerano le mestruazioni un fastidioso tormento”; “un terzo delle donne soffrirebbe mese dopo mese di sindrome premestruale accusando mal di testa, dolori al basso ventre o sbalzi d'umore.

Eccomi, sono tra quelle: ho tutti quei disturbi più parecchi altri, non esclusa la lentezza fisica e mentale e la vista appannata.
Sto davvero male una volta al mese e 3/4 giorni prima ho la mia crisi di pianto mattutina.
Potessi fare 4 chiacchiere con Dio modificare un paio di cosette, lo farei subito....ma finché non cambia radicalmente la fisiologia del mio corpo, mi sa che mi tengo "le mie cose". A parte davvero la diffidenza per le case farmaceutiche, anch'io come Piper credo che qualunque intervento volto a modificare il regolare funzionamento del corpo sia un po' mostruoso. Ancora non riesco neanche a vincere la diffidenza per la pillola, seppure l'abbia già assunta in passato.

Comunque quando presi la mia prima gatta, parlo di 13 anni fa, decisi di non sterilizzarla perché mi sembrava orribile. Allo stesso tempo i rumorosi desideri della mia gatta non ci davano più pace, e soprattutto sembravano tormentare lei in modo insopportabile, perché non poteva accoppiarsi. Allora chiesi al veterinario cosa si poteva fare in alternativa, e mi disse che le si poteva fare un'iniezione per inibirle il calore. Così feci. E poi l'anno dopo, e poi quello ancora. Finché il veterinario mi disse che quella doveva essere una soluzione temporanea fino alla decisione di farla sterilizzare o lasciarla rotolarsi per terra a suo piacimento, e che quello che stavo facendo era davvero inumano.
Se ci ripenso adesso me ne vergogno proprio...chissà come l'ho ridotta!

Per ora, per quel che mi riguarda, mi godo la sensazione di leggerezza e benessere di quando sono passate.

elena ha detto...

Secondo me si tratta di maschilismo puro. Anch'io soffro di sindrome premestruale e mi vengono dei mal di testa da incubo. Divento irritabile e suscettibile... embé? Forse che quando un uomo si becca l'influenza e ha 37,3 lo buttiamo fuori casa, visto che normalmente si lamenta in modo straziante quanto inappropriato? (discorso generale, per carità. conosco anche uomini stoici... come donne che non soffrono per il ciclo!)
Ma se la natura ha deciso così, anche se non ci piace, perché dobbiamo manipolarci a nostro piacimento? Non è un discorso oscurantista da "lasciamo le cose come stanno"... però mi piacerebbe sapere se chi promuove queste terapie rivoluzionarie ne abbia valutato bene gli effetti - non solo dal punto di vista del proprio portafoglio intendo...
Risparmieremmo sugli assorbenti, vero... ma quanto costerebbe questo miracolo? E chi lo paga, la mutua??? HAHAHA!

Piper ha detto...

Anch'io non ho fatto castrare Simon... Ogni tanto si attacca all'elefante di mia sorella e in questi giorni mi sta pisciando tutta la casa... Sta di fatto che me lo sono preso e la natura è così... che faccio? Il giorno in cui decido che mi dà fastidio perchè cammina sulla scrivania gli faccio amputare le zampe oppure lo faccio operare perchè miagola nel cuore della notte? Oh le cose stanno come stanno... è giusto lasciarle così (vedi anche OGM etc... anche se serve poco a dirlo perchè sono il nostro destino...)