CINEMA
Agenti dei servizi segreti della giunta militare irrompono nella casa in cui Claudio Tamburrini, promettente calciatore della serie B argentina, vive con la famiglia.
Senza sapere di chi lo abbia accusato di opposizione al regime, il giovane è portato in un edificio fatiscente nei dintorni di Buenos Aires: vi resterà per mesi, sottoposte a continue torture intervallate da notti allucinanti, nudo e legato alla branda. Durante una notte di temporale, Claudio riesce a fuggire e cerca riparo nella sua stessa città.
Presentato l’anno scorso a Cannes, Buenos Aires 1977 - Cronaca di una fuga lasciò una profonda impressione nei festivalieri, gente rotta alle esperienze cinematografiche più estreme. Oltre alla consapevolezza dell’autenticità dell’episodio ricostruito da Caetano, colpirono la crudezza degli eventi e la scelta del punto di vista del film che adotta nel presentarli. Rinchiuse per la gran parte del tempo tra le pareti della casa degli orrori, le sequenze emanano un forte senso di claustrofobia; ma è il fatto soprattutto di mostrarle come una continua “soggettiva implicita” a generare angoscia: lo spettatore s’identifica ben presto con le vittime, sottoposte a torture fisiche e psicologiche; ma soprattutto ad una continua, terrificante incertezza sulla propria sorte, programmata per fiaccarme la resistenza negandone perfino l’identità. Se la chiave rappresentativa ricorre alla stilizzazione del “reportage”, angolazione e montaggio sottolineano invece l’emotività, mirando dritto ai nervi di chi guarda. (r.n.)
La Repubblica – venerdì 4 maggio 2007
http://www.asociacionsere.org.ar/nhist/nhist2.htm
.....
“Cronaca di una fuga” – visto da Jorge Ithurburu
( Comitato promotore per il processo Esma)
- Ogni dittatura innesca questo tipo di meccanismi di morte: è successo in Argentina ma anche nella Germania delle SS, nella Croazia delle guardie bianche. Questo film, girato con molta cura, si aggiunge alla schiera di pellicole-testimonianza.
- Ma ha una sua peculiarità: se finora le storie avevano riguardato militanti, stavolta la prospettiva è quella di uno studente estraneo ad ogni coinvolgimento politico. Perché in questi sistemi mangia-uomini, un nome ed un numero scritti in un’agenda o l’indicazione falsa di chi compie un depistaggio bastano a farti stritolare dall’ingranaggio.
………………..
Palcoscenico
Jacopo, lo studente che scoprì Gramsci
Il 27 aprile del 1937 moriva a Roma Antonio Gramsci.
Sono passati settanta anni, e per ricordarne la morte è nato un comitato, presieduto da Renato Zangheri, che ha organizzato una serie di eventi. Primo fra tutti, il Convegno Internazionale che si è svolto la settimana scorsa a Roma. Ma anche spettacoli teatrali che raccontano la figura umana, politica ed intellettuale di Gramsci.
Questa Cena è uno degli elementi di un progetto più ampio dal titolo Nino. Appunti su Antonio Gramsci, che prevede anche una mostra multimediale e fotografica, la realizzazione di un dvd e la pubblicazione di un libro. Il testo teatrale di Davide Daoli, nato da un’idea di Roberto Rampi, si pone il problema di quanto sia attuale il pensiero gramsciano. Il protagonista è Jacopo, studente di filosofia che, scrivendo la tesi sul politico comunista, si misura con l’inpoverimento culturale del Paese.
Regia di Andrea Lisco. Tel. 02-64749997
Nessun commento:
Posta un commento