Silvano Girotto, l’uomo che fece arrestare Renato Curcio
La fine della primavera è decisamente sfavorevole alle bierre, in questo periodo, l’agente provocatore Silvano Girotto inizia la sua collaborazione con i CC: viene scoperta una base abbandonata a Pianello Val Tidone: tracce trovate nel rustico, condurranno al grande archivio di Robbiano di Mediglia (importante base delle bierre). Dunque, il mese di Maggio non è ancora trascorso che, avvicinato dal capitano dei CC Gustavo Pignoro, del nucleo speciale di p.g., l’ex frate francescano inizia la sua “collaborazione e inimicizia militante” nei confronti delle bierre. Che cosa lo spinge a vendersi?Motivazioni politiche, assicura. Nella sua autobiografia intitolata “Padre Leone”, spiega:”la polizia brancola nel buio, nonostante la formazione di organismi contro il terrorismo che sanno organizzare ottime conferenze stampa, ma quando a pescare i brigatisti non dimostrano la stessa perizia. Non è cattiva volontà, ce la mettono tutta.
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Sembra che il buon Frate Mitra abbia un grande desiderio (umanamente comprensibile) di volersi rifare una qual certa verginità..Barando, ahimé, un pò troppo sugli aspetti del suo coinvolgimento nel caso Brigate Rosse.
Troppe ombre oscurano ancora il cielo della Verità. Una verità purtroppo non molto coincidente con la sua.
Girotto ha un passato turbolento di missionario-guerrigliero. Si stava costruendo un'icona di combattente per la libertà e contro tutte le oppressioni. Ma non aveva la vocazione del martire (prima Verità).
Dal 1971 al 1973 si è dato alla macchia, preceduto, ovunque si parlasse di lui, da quella famosa immagine aureolata che lo voleva "bandito" per essersi rivoltato nel vedere una madre e i suoi figli mitragliati a morte. Oggi, saggiamente, nega l'esistenza di quell'episodio, e non si sa chi abbia messo in giro questa "fola" peraltro credibile.
Viene rimpatriato (come? da chi?), nascosto in un convento sul lago d'Orta (il Padre provinciale ne era al corrente?) e, un giorno, voilà appare e si infiltra nelle BR provocandone, con il suo operato di spia, l'arresto di Curcio e Franceschini. Moretti no, perché, guarda caso, viene "avvisato da una telefonata anonima".
Ora, io dico, si può credere ad una stupidaggine simile? Certamente no. Mica posso pensare che io, brigatista, riceva una simile telefonata e dica: "Ok amico, vabbé non ci vado"; qualcuno mi avrà detto perché non ci dovevo andare, e, sopratutto, quel qualcuno per telefonarmi deve come minimo sapere come rintracciarmi, deve quindi sapere dov'é il mio covo e deve qualificarsi e farsi riconoscere come "amico".
Amico.. della Cia? Del Mossad? (Franceschini dice che il Mossad li aveva contattati, lui e Curcio, e promesso loro l'impunità purché continuassero nel loro operato terroristico; anzi, che "colpissero sempre di più e sempre più ferocemente". Non accettarono, di conseguenza furono catturati.).
La seconda, evidente, bugia di Girotto prende forma quando sostiene di essersi infiltrato per una sorta di "giustizia" politica. Sbaragliare le BR era necessario. Ed era giusto. Ma la verità che il buon frate si è prestato alla bisogna perché necessitava un'operazione che desse lustro allo Stato ed al suo Governo (DC), perché questo era il prezzo per la sua ritrovata verginità e.. perché avrebbe aperto la strada all'operazione Moro. Tutto sotto l'ombra del Cupolone, e degli interessi americani che paventavano l'apertura "estremista" dello statista nei confronti del PCI.
Fantasie politiche? Non credo. Moretti, a sua volta si è oscuramente venduto convinto della sua intoccabilità. E, ad ogni modo, tutto risale molto indietro nel tempo, all'Hyperion e le sue infiltrazioni da parte dei servizi segreti di mezzo mondo.
Molti si sono macchiati le mani col sangue di Aldo Moro. Agnello sacrificale di una politica sporca di cui ancora oggi si sente il fetore..
mauro
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Gladio e il caso Moro
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Salvoni, l'Abbé Pierre e l'Hyperion
Salvoni é un personaggio assai interessante. Marito di Francoise Tuscher, segretaria del famigerato istituto di lingue parigino Hyperion e nipote dell'Abbé Pierre, il 16 marzo del 1978, venne riconosciuto da due testimoni come uno dei membri del commando brigatista che, in via Fani, sequestrò Moro. Ma l'Abbé Pierre si precipito a Roma, nella sede democristiana di piazza del Gesù, per incontrare alcuni membri della segreteria scudocrociata. Il risultato di quella visita fu che il nome del nipote venne cancellato dalla lista dei brigatisti ricercati.
Ora la magistratura torna ad occuparsi di lui e dell'istituto Hyperion.
Durante il caso Moro, l'Hyperion era collegato a un altro istituto di lingue francese che aveva sede in piazza Campitelli, a
Ma che cos'era in realtà l'Hyperion? L'istituto, con ogni probabilità, era in rapporto con servizi segreti di diversi paesi (dell'est, dell'ovest e israeliano). il sospetto - già affiorato in altre inchieste giudiziarie poi abortite - é che intellettuali ad esso collegati facessero parte del cervello politico delle brigate rosse.
Significative, a questo proposito, due cose dette dal giudice Rosario Priore (titolare di ben 4 inchieste sul caso Moro) intervenendo alla presentazione del libro di Fasanella & Rocca chez Bibli.
La prima: i servizi segreti di diversi paesi sapevano che in Italia si stava preparando il sequestro Moro.
La seconda: il direttore d'orchestra Igor Markevitch aveva rapporti con l'Hyperion.
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