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il rapporto della Questura di Palermo
http://www.misteriditalia.it/giuliano/strage-portella/
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I TANTI PERCHE’ DI UNA STRAGE
di Sandro Provvisionato
Soltanto da tre anni, cioè dalla caduta del fascismo, a Piana degli Albanesi, a pochi chilometri da Palermo, i socialisti e i comunisti di San Cipirello, Piana e San Giuseppe Jato avevano ripreso a commemorare il l° maggio, festa dei lavoro.
Per la terza volta consecutiva dalla fine della guerra i contadini e i braccianti di quelle terre arse e ingrate si erano dati appuntamento, con i muli e i cavalli addobbati di nastri colorati, in fondo alla vallata, a pochi metri dalla vecchia strada, dove una grossa roccia calcarea era diventata un podio
A prendere la parola sarebbe dovuto essere un prestigioso leader comunista, Gerolamo Li Causi. Ma il giorno prima Li Causi aveva fatto sapere che, impegnato in un'altra manifestazione, non sarebbe intervenuto. Al suo posto era stato chiamato un giovane sindacalista, Francesco Renda. Ma proprio quel l° maggio a Renda si era rotta la moto nei pressi di Altofonte e così, ad
Quel giorno a Portella della Ginestra morirono undici persone, due bambini e nove adulti. Altri 27 contadini rimasero feriti.
Ma chi e perché aveva aperto il fuoco su una folla inerme e festante? Che messaggio politico si nascondeva dietro quella feroce carneficina? Chi aveva dato il via al massacro e soprattutto chi lo aveva ordinato?
Come ogni atroce fatto italiano, anche la strage di Portella è ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, in gran parte avvolta nel mistero. Quando nel pomeriggio di quel 1° maggio di tanti anni fa la notizia si diffuse c'era solo una certezza: quell'eccidio di uomini, donne, bambini, poveri
Che a sparare dalle alture sulla gente erano stati gli uomini del bandito Salvatore Giuliano, di Montelepre, un piccolo paese sulla strada che da Palermo porta a Trapani, gli italiani lo sapranno solo quattro mesi dopo, nell'autunno dei 1947. Notizia questa che un alto funzionario dello Stato
Anzi da quel giorno tutti si adopereranno, come un solo uomo, pur tra dissidi e rivalità, per imbastire trame sempre più complesse che porteranno altro sangue e altri lutti. Con un unico obiettivo: coprire la verità sulla strage di Portella della Ginestra. Esattamente quello che altri uomini dello Stato faranno, fino ai giorni nostri, per far restare tali i misteri d'Italia.
Tratto da: Sandro Provvisionato – Misteri d’Italia – Laterza, 1993
1 Per la prima Assemblea regionale siciliana si votò il 20 aprile 1947. Il Blocco dei popolo (PCI + PSI) ottenne
591.870 voti, pari al 30,4 per cento e 29 seggi sui 90 da assegnare. La DC subì un clamoroso arretramento rispetto alle
preferenze, 20,5 per cento e 20 seggi. L'erosione democristiana fu recuperata dalle liste di destra: il Blocco Liberal-
Qualunquista conquistò infatti 287.698 voti, 14,8 per cento e 14 seggi e il Partito Nazionale Monarchico 185.423 voti,
9,5 per cento e nove seggi. Deludente il risultato del Movimento Indipendentista Siciliano (MIS): 171.470 voti, 8,8 per
cento e otto seggi. Quattro seggi andarono al PSU (il futuro PSDI), tre ai Repubblicani, due all'Unione Democratica
Siciliana e uno al Fronte dell'Uomo Qualunque, liste presenti queste ultime solo a Messina.
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