"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 11 agosto 2007

I crimini contro l'umanita' non possono coesistere con i Giochi Olimpici



Quando i principi e i valori fondamentali dell'uomo, che rappresentano la salvezza per il genere umano, vengono violati e corrotti, occorre difenderli. Accettare i compromessi e lasciare che cio' accada equivale a permettere che l'uomo vada verso la distruzione



Aderire al CIPFG e sostenere la Torcia dei Diritti Umani

I crimini contro l'umanita' non possono coesistere con i Giochi Olimpici



La Coalizione per Investigare la Persecuzione del Falun Gong (CIPFG), fondata per aiutare a fermare la terribile persecuzione dei praticanti del Falun Gong in Cina ed in particolare il prelievo di organi forzato ai quali vengono sottoposti gli stessi praticanti nei campi di concentramento segreti del Partito Comunista Cinese (PCC), annuncia il progetto intitolato la "Torcia dei Diritti Umani". Attraverso questo appello mondiale attraversando molti stati nel mondo tra cui l'Italia, il CIPFG vuole impedire che i Giochi Olimpici 2008, un simbolo di pace, vengano ricordati come i Giochi degli Espianti Sanguinari

Atene 9 agosto 2007 - ore 20:30
Cerimonia di accensione della torcia dei diritti umani in piazza Syntagma

Presupposti:

Amnesty International, Human Right Watch e la comunita' internazionale hanno notato il peggioramento delle condizioni dei diritti umani in Cina.
Il recente rapporto di David Kilgour, ex parlamentare canadese e Ministro per l'Asia-Pacifico, e dell'avvocato per i diritti umani David Matas, espone l'orribile raccolta di organi ai danni di praticanti del Falun Gong vivi da parte del Partito Comunista Cinese (PCC).

La Cina ha un rapporto lucrativo di stretta collaborazione con il governo sudanese - al quale invia migliardi di dollari in investimenti, tasse sul petrolio e armi, cosi come fornisce la protezione diplomatica - governo accusato per il genocidio del Darfur.

Il Partito Comunista Cinese ha ribadito l'ordine di "far tacere " i sostenitori dei diritti umani in Cina compreso il celebre avvocato Gao Zhisheng al quale e' stato vietato di parlare con qualsiasi mezzo di comunicazione fin dopo i Giochi Olimpici 2008.

Il Ministero della Sicurezza Pubblica cinese ha emanato una direttiva segreta per indagare ed impedire l'accesso alle olimpiadi a migliaia di persone


LA CARTA OLIMPICA DICE CHE:
Lo Spirito Olimpico si prefigge lo scopo di creare uno stile di vita basato sulla gioia che deriva dal sacrificio, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei fondamentali principi etici universali (1);
Lo scopo dello Spirito Olimpico e' collocare lo sport al servizio dello sviluppo armonioso dell'uomo, al fine di promuovere una societa' pacifica interessata alla conservazione della dignita' umana (2);
Qualunque forma di discriminazione nei confronti di paesi e persone per motivi razziali, religiosi, politici, di sesso e per altri aspetti e' incompatibile con il Movimento Olimpico (5).

SE LO DESIDERATE POTETE SOSTENERE QUESTO PROGETTO:

aderendo alla Torcia per i Diritti Umani partecipando alla manifestazione ( la data e le citta' italiane ed europee verranno rese pubbliche nei prossimi giorni) inviando lettere al comitato olimpico internazionale e nazionale, ai media e alle istituzioni informando le federazioni sportive, gli atleti e chiunque operi nel campo dello sport informando le associazioni per i diritti umani, i gruppi religiosi, i partiti politici rendendo pubblici questi crimini attraverso ogni mezzo possibile parlandone ad amici e parenti, chiunque e' prezioso!


L'UNICO MEZZO PER FERMARE QUESTI CRIMINI CHE ESISTONO NELL'OMBRA DELL'INDIFFERENZA E DELL'IGNORANZA E' L'INFORMAZIONE
www.cipfg.org - coordinazione: cipfg@tiscali.it - addetto stampa: cipfg-stampa@tiscali.it



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Sun, una donna contro le Olimpiadi
"NON ABBATTERETE LA MIA CASA PER I GIOCHI"

La dimora storica intralcia la maratona. Ma lei non vuole andarsene
Oltre un milione di abitanti della capitale sloggiati per far posto ai cantieri

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

Un momento della cerimonia di celebrazione ad un anno dalle Olimpiadi in Cina

PECHINO - A prima vista la casetta a due piani di Sun Ruoyu, fatiscente e coi muri pericolanti, è uno sgorbio in mezzo al quartiere Qianmen che si fa bello per le Olimpiadi del 2008. In realtà è un grattacapo per gli organizzatori dei Giochi. Si trova proprio sul tracciato della maratona. Se non viene rasa al suolo bisognerà cambiare il percorso della gara. La signora Sun resiste ostinatamente fra le pareti di casa, assediata dalle ruspe e dagli ordini di sfratto. La sua battaglia personale è diventata il simbolo di una nuova realtà cinese con cui il regime deve fare i conti. A Pechino e in altre grandi città è nata una piccola borghesia urbana che non lascia calpestare facilmente i propri diritti. È l'embrione di una società civile meno passiva e rassegnata.

La casupola sul percorso della maratona ha una storia nobile: nel 1840 gli antenati di Sun Ruoyu vi aprirono una panetteria che serviva la corte imperiale dei Qing. Più di recente il papà di Sun vi gestiva un piccolo ristorante con una clientela affezionata. Piano piano attorno a quell'immobile si è fatto il vuoto. L'intero quartiere, destinato a veder correre i maratoneti fra un anno (smog permettendo) è stato ridisegnato da ambiziosi progetti di arredo urbano. Tante vecchie case monofamiliari come quella di Sun sono state rase al suolo, al loro posto sono apparsi viali alberati, aiuole, uffici, negozi di lusso. A Sun hanno offerto un'indennità di 150.000 euro, prendere o lasciare: una beffa rispetto ai valori degli immobili in questa zona ambitissima. I suoi vicini sono già partiti da tempo, le loro abitazioni polverizzate. Le scosse di martelli pneumatici e pale meccaniche hanno già aperto crepe profonde nei muri di Sun. Lei non cede. Con sua sorella ha mobilitato parenti e amici, ha tappezzato le pareti di manifesti di protesta ("Questo esproprio è illegale!"), ha allertato i giornalisti. I mass media cinesi finora osservano un silenzio stampa totale, evidentemente dettato dall'alto. Per fortuna Sun ha un passaporto australiano e la doppia cittadinanza (anni fa era emigrata a Melbourne col marito, prima di tornare in patria). Una vistosa bandiera australiana issata sul tetto di casa ha attirato l'attenzione della stampa estera. È una visibilità che forse può aiutarla contro la prepotenza delle autorità locali. Una colletta le ha consentito di ingaggiare perfino alcune guardie private, per fare turni di sentinella contro l'arrivo delle ruspe. Per ora il tentato blitz di una scavatrice lo ha debellato proprio Sun, che è salita di persona sul bulldozer per fermarlo.

La battaglia di Sun Ruoyu può sembrare disperata. Prima di lei oltre un milione di abitanti della capitale sono stati sloggiati con la forza dalle loro abitazioni, per far posto ai cantieri olimpici: stadi ultramoderni, villaggio olimpico e centro multimediale, grandi opere firmate da architetti occidentali come il nuovo teatro lirico vicino a Piazza Tienanmen o la futura sede della tv di Stato, e naturalmente grattacieli e shopping mall sorti nelle vicinanze sfruttando il boom dei valori immobiliari.
La grandeur del regime nel pianificare l'evento olimpico si è sposata a perfezione con gli interessi del business immobiliare, facendo esplodere il prezzo del metro quadro a Pechino. L'unione tra l'autoritarismo comunista e gli interessi dei palazzinari è quasi sempre invincibile. Interi quartieri popolari sono stati rasi al suolo, gli ordini esecutivi di sfratto piovevano dall'oggi all'indomani, alle resistenze della popolazione locale le autorità rispondevano mobilitando i reparti della polizia antisommossa. Agli abitanti non restava che accettare le condizioni decise da altri, sopre le loro teste: indennizzi modesti, appartamenti in nuovi caseggiati popolari costruiti all'estrema periferia e cioè a decine di chilometri di distanza. Non tutti si sentono vittime, a onor del vero c'è chi ha accettato lo scambio perché le vecchie case erano insalubri, senza servizi igienici. È l'argomento su cui fa leva il governo: gli sconvolgimenti urbanistici vengono elegantemente definiti "risanamento di quartieri malsani". I caseggiati popolari di periferia però infliggono altri tipi di disagi, primo fra tutti l'estenuante pendolarismo nel traffico sempre più congestionato. La popolazione anziana è di gran lunga la più traumatizzata perché le espulsioni l'hanno sradicata da quel vivace tessuto sociale "di villaggio" che per secoli ha fatto il fascino dei vicoli storici di Pechino. Le dimensioni della rivoluzione urbanistica imposta per le Olimpiadi sono colossali, una deportazione paragonabile solo a quella degli abitanti delle rive dello Yangzé cacciati dal grande lago artificiale per la Diga delle Tre Gole.

Sun Ruoyu è meno isolata di quanto possa sembrare. Negli ultimi anni a Pechino, Shanghai e altre grandi metropoli si sono moltiplicati i casi di rivolte contro le espulsioni di massa. Ci sono stati altri esempi di casupole misere che hanno resistito impavide, difese a oltranza dai loro proprietari, in mezzo ad enormi voragini scavate tutt'intorno per preparare le fondamenta dei grattacieli. Di fronte a questo fenomeno recente è nato un neologismo: le chiamano "case-chiodo", perché resistono tenaci come un chiodo ben conficcato in una parete. In altri casi la protesta è stata collettiva. Sono nati comitati di quartiere, autotassandosi hanno ingaggiato avvocati esperti, che nei tribunali danno del filo da torcere alle autorità municipali e ai palazzinari. Dietro queste battaglie si scoprono novità interessanti nei rapporti di forze e nella cultura giuridica del paese. Nella Cina di oggi è ancora facile per la nomenklatura comunista calpestare i diritti umani nelle campagne povere, o in Tibet. Non c'è rischio ad accanirsi contro le minoranze religiose o i reporter troppo audaci che rivelano episodi di corruzione. Sta diventando meno facile, invece, umiliare la piccola borghesia urbana nel suo diritto più sentito: la proprietà. Dopotutto il partito comunista cinese ha varato solennemente un nuovo codice civile che sancisce la protezione della proprietà privata, ed ha aperto i suoi ranghi ai capitalisti. L'economia di mercato è il nuovo collante ideologico, garantisce una crescita formidabile, e quindi il consenso del ceto medio. La battaglia delle "case-chiodo" si inserisce come un cuneo micidiale nelle contraddizioni della Repubblica popolare. La signora Sun in fin dei conti non è una sovversiva, non parla di libertà e di democrazia ma di prezzi al metro quadro. Ha solo imparato a leggere le quotazioni del mercato immobiliare.

(11 agosto 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/sport/olimpiadi-2008/sun-sfida/sun-sfida.html

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