Bush pensa alla leva obbligatoria
Un Bush sempre più in difficoltà in Iraq e Afghanistan ottiene l´aiuto dell´Onu e pensa al ritorno alla leva obbligatoria. Era stata abolita nel 1973, sulla scia dell´epilogo della guerra in Vietnam, dall´allora presidente Richard Nixon. «Ha certamente un senso considerare l'ipotesi della leva», ha detto il generale Douglas Lute, l'alto ufficiale al quale il presidente americano ha affidato il compito di coordinare i due principali fronti della guerra al terrorismo.
A soccorrere Bush intanto ci hanno pensato le Nazioni Unite, almeno per l´Iraq. A quasi quattro anni dall'attentato che devastò il quartier generale di Baghdad, i caschi blu torneranno con un mandato più forte. Il Consiglio di sicurezza ha approvato all'unanimità una risoluzione, proposta da Stati Uniti e Gran Bretagna, che dà il via libera a un allargamento dei compiti della missione di assistenza dell'Onu (Unami) partita quattro anni fa. I nuovi compiti dell'Unami, il cui mandato scadeva venerdì, saranno in primo luogo politici: lavorerà a sostegno del processo di riconciliazione nazionale e promuoverà il dialogo con i Paesi della regione. «Sono soddisfatto di avere l'opportunità di accrescere, dove possibile, i nostri contributi in aree cruciali come la riconciliazione nazionale, il dialogo regionale, l'assistenza umanitaria e i diritti umani», ha affermato il segretario generale del Palazzo di vetro, Ban Ki-moon, «sono gli iracheni stessi che devono creare un futuro di prosperità e pace, con la comunità internazionale a sostegno dei loro sforzi». La risoluzione è stata votata da tutti e quindici i membri del Consiglio, compresi quelli a maggioranza musulmana (Qatar e Indonesia).
La Casa Bianca ha naturalmente subito espresso il suo sollievo. «Il presidente ha accolto con soddisfazione il voto», ha affermato una portavoce di Bush. Con toni decisamente diversi rispetto al passato, quando l'Onu veniva percepita a Washington più che altro come un ostacolo in Iraq, la portavoce ha concluso affermando che gli Usa «si rallegrano della possibilità di lavorare con l'Onu e i loro partner internazionali per appoggiare il governo iracheno e promuovere il dialogo politico in Iraq».
Ma se il sì è stato favorevole al presidente americano, ancora non c´è accordo sul nome dell´inviato dell´Onu. Slitta infatti alle prossime settimane la decisione di Ban Ki-moon sul nuovo responsabile della missione Onu. Uno dei portavoce del Palazzo di Vetro, Fahran Haq, ha annunciato che il mandato di Qazi, che scadeva oggi, è stato prorogato di tre mesi. Come ha ricordato Khalilzad, il favorito è tuttora il diplomatico svedese Staffan De Mistura, ma non sarebbe gradito più di tanto dalle autorità di Baghdad.
Pubblicato il: 11.08.07
Modificato il: 11.08.07 alle ore 10.23
fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=68096
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