"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 8 agosto 2007

LA FAVOLA SCURA DEI GEMELLI KACZYNSKI



È una favola scura e di successo, quella dei fratelli Kaczynski. Gemelli nati omozigoti il 18 giugno del 1949, bambolotti piccoli e determinati, che nel giro di pochi anni sono riusciti ad avere la Polonia post Solidarnosc ai loro piedi.

Da bambini Lech e Jaroslaw sono protagonisti di un film della tv di stato nella Polonia sovietica del 1962, titolo profetico: i due che rubarono la luna (alcuni secondi di una scena del film »). Crescono e insieme coltivano i propri successi da subito i Kaczynski. Studiano diritto all’università, insieme. E insieme fondano anche Solidarnosc, addentando da subito e con tenacia il potere, ma conservando una propria veduta, una visione radicalmente cattolica della politica, con la religione ad ombrello di una lungimiranza che nel tempo ha pagato. Nel 1981, durante la legge marziale della dittatura comunista, solo uno dei due viene catturato, l’altro si salva proprio grazie ad un disguido legato all’essere identici, nati nello stesso luogo, con lo stesso cognome. E con il crollo sovietico, i Kaczynski possono ricominciare a fare politica. Entrano nel governo di Solidarnosc. Ma rompono subito con Walesa, colpevole secondo loro di non essere stato spietato verso gli ex-comunisti.


Nel 2001 fondano il partito ultraconservatore Legge e Giustizia. Insieme, ancora una volta. Lech vince le elezioni amministrative di Varsavia nel 2002, nella prima vera elezione importante nella quale si presenta il nuovo partito ultracattolico. È una destra populista, antieuropea, nazionalista, conservatrice, giustizialista, quella dei due bambolotti gemelli, dai modi gentili e la voce flebile. Vogliono risollevare i poveri della Polonia, i gemelli Kaczynski. E per farlo promettono giustizia sociale e lotta alla criminalità.
La famiglia al centro e i valori cattolici nel paese del più amato papa della storia, non fanno fatica a fare breccia nei cuori della gente, soprattutto in coincidenza con la morte di Giovanni Paolo II, perpetuata mediaticamente dalle tv. I Polacchi sono il popolo d’Europa che guarda più televisione.


E proprio alla fine dell’anno in cui muore Wojtyla, nel settembre 2005 il partito Legge e Giustizia vince le elezioni. Un mese dopo Lech diventa presidente della Repubblica, contro il liberale Tusk. La Polonia è spaccata. Le città, i giovani, le università votano contro i Kaczynski, ma il partito ultracattolico dei due gemelli inseparabili riesce a conquistare il cuore dell’elettorato delle campagne, quello meno istruito e numericamente maggiore. Jaroslaw fa un passo indietro e pur avendone diritto, lascia il posto da premier a Marcinkiewicz, evitando la ridicola facciata di un Presidente della Repubblica e un Premier gemelli, identici, dello stesso partito. Una mossa che attira ancora di più le simpatie dei Polacchi per i gentili bambolotti gemelli, che di fatti detengono nelle loro mani un potere che non ha precedenti nella pur breve vita democratica dello stato polacco.


I messaggi sono semplici, omogeneizzati cattolici perfetti per le sacche profondamente ignoranti di gran parte della popolazione polacca: i Kaczynski condannano i rapporti extraconiugali, quelli omosessuali, sono contrari all’aborto, promuovono rialzi alle pensioni , sussidi per le fasce più povere. Predicano una politica antieuropeista. Insieme all’aiuto della potente Radio Marija (che diffonde messaggi antisemiti e informazioni alienate tipo 'gli omosessuali sono tutti pedofili'), dipingono agli occhi della popolazione polacca, l’Unione Europea della quale la Polonia è membro dal 2004, come il contenitore della decadenza razionalista, illuminista, che vuole riconoscere addirittura diritti agli omosessuali.
Una parabola perfetta, storicamente incastrata nel ritorno ai fondamentalismi religiosi d’ogni tipo che stanno caratterizzando la nostra epoca. E proprio come quel leader che negli anni '30 dalla Germania predicava purezza, anche papa Ratzinger non ha atteso a fare il suo viaggio apostolico nella terra da cui un altro orrore sembra di nuovo volta avere inizio.

Giuliano Federico

fonte: http://www.gay.tv/ita/magazine/we_like/dettaglio.asp?i=2440

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