LONDRA (8 agosto) - Vittima del progresso e dell'industrializzazione selvaggia il delfino dello Yangtze è scomparso dalla faccia del Pianeta. Lo hanno cercato per portarlo in salvo, ma lui non c'era già più: la frenetica corsa verso il progresso del popolo cinese ha fatto un'altra vittima. E con questo mansueto cetaceo che fin dall'alba dei tempi vigilava sul lunghissimo fiume, tanto da guadagnarsi il soprannome di "dea dello Yangtze" il baiji (Lipotes Vessillifer, o delfino dalla pinna bianca), se ne va anche un pezzo del cuore della Cina, quella che con le sue leggende sapeva ancora sognare.
Secondo le leggende locali, il delfino era la reincarnazione di una principessa che si rifiutò di sposare un uomo che non amava e che fu annegata dal padre per aver gettato la famiglia nel disonore. «La perdita di una specie così unica e carismatica è una tragedia scioccante. Questa estinzione rappresenta la scomparsa di un intero ramo dell'evoluzione e sottolinea come dobbiamo ancora realizzare a pieno il nostro ruolo di guardiani del pianeta», ha dichiarato Sam Turvey, il biologo della Zoological Society di Londra che ha condotto la spedizione.
Si tratta del primo cetaceo scomparso a causa delle attività umane e la sua estinzione sottolinea il pericolo in cui si trovano molti altri suoi simili, a partire dalla balena grigia del Pacifico. A condannare a morte il baiji sono state le miriadi di navi che hanno trasformato lo Yangtze in una sorta di autostrada intasata di container, chiatte per il trasporto di carbone e barche a motore, rendendo completamente inutile il sonar che il cetaceo usa per orientarsi nelle torbide acque del fiume. E quando non erano le reti e gli ami dei pescatori ad intrappolarlo e a ferirlo, il delfino soffriva per l'inquinamento che avvelenava il suo habitat e per la nuova diga delle Tre Gole che, dal suo completamento nel 2003, ha provocato il declino dei piccoli pesci di cui si cibava.
Nel dicembre scorso, una spedizione di biologi marini provenienti da tutto il mondo ha trascorso più di sei settimane a setacciare le acque del grande fiume che viene tradizionalmente considerato il confine tra il nord ed il sud della Cina. La loro missione era di trovare i pochi esemplari rimasti del delfino d'acqua dolce e portarli in una riserva naturale dove il governo cinese avrebbe dato inizio ad un programma di allevamento in cattività per salvarli dall'estinzione. Ma in un rapporto pubblicato oggi su Biology Letters, la rivista della Royal Society britannica, i ricercatori affermano di non aver trovato alcun delfino ed hanno dichiarato il baiji - come in cinese vieve chiamata questa specie talmente antica (circa 20 milioni di anni) da rappresentare una famiglia di mammifero a sè - ufficialmente estinto.
Il delfino dello Yangtze è il primo grande vertebrato a scomparire negli ultimi 50 anni e soltanto la quarta famiglia di mammifero ad essere cancellata dalla faccia della Terra dalla conquista dell'America. La sua scomparsa rappresenta però una perdita devastante non soltanto in termini zoologici, ma anche dal punto di vista simbolico. Per i cinesi, il baiji era infatti il simbolo dello Yangtze, un corso d'acqua talmente importante (lungo i suoi 6.380 chilometri di percorso fornisce acqua e collega alcune delle zone più popolate del pianeta) da essere chiamato semplicemente 'chang jiang', fiume lungo.
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Le specie a rischio d'estinzione
ROMA (8 agosto) - La lista degli animali estinti in Cina è destinata ad allungarsi secondo il Wwf. «Purtroppo il progresso e la crescita esponenziale della Cina negli ultimi anni non sta guardando al suo impatto sull'ambiente» spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma specie e Traffic del Wwf Italia.
Secondo Rocco «in pochi anni nel Paese della Grande Muraglia sono spariti sia la sottospecie di tigre presente in Cina, il Baiji o Lipote (il delfino dello Yangtze) e il rischio è quello di perdere per sempre molte altre specie». Quali gli animali a rischio in Cina? «Ad esempio la sottospecie del gibbone, una delle scimmie antropomorfe, dalle braccia lunghe - elenca l'esperto del Wwf Italia - oppure l'antilope tibetana, che sta sparendo; il mosco moschifero o cervo muschiato, un piccolo cervide con i canini molto evidenti cacciato per produrre rimedi tradizionali e così altre specie, che cadono davanti al progresso e all'aumento della popolazione, il che significa un consumo esagerato di risorse».
fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=6748&sez=HOME_PIACERE
3 commenti:
:-(
E' drammatica, molto più di quanto possa sembrare, la scomparsa del delfino dello Yangtze. Innanzitutto perchè poteva essere evitata (si conosceva da tempo il severo rischio di estinzione che questa specie di mammifero acquatico stava correndo). In secondo luogo perchè il rischio di estinzione di specie importanti e sempre più rare è ormai sempre più comune.Di questo passo la specie umana si ritroverà sempre più sola e disperata su un pianeta che sta distruggendo. Tutto ciò è imperdonabile. Cambiare rotta è sempre troppo tardi. Gianluca Maestrini (Ancona)
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Grazie per il tuo bel commento gianluca.. E non è che ti interesserebbe tenerci aggiornati con qualche pezzo ogni tanto su questi temi, così critici?
ciao
mauro
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