"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

lunedì 3 settembre 2007

Camillo Berneri: 70 anni dall'assassinio


Un rivoluzionario contro i totalitarismi

Giovane socialista a Reggio Emilia, poi anarchico. soggiorna in Toscana fra la prima guerra mondiale e l'esilio. intellettuale e pubblicista, allievo di Salvemini, amico di Piero Gobetti e dei fratelli Rosselli. Fuoriuscito in Francia. Combattente antifranchista, muore a Barcellona assassinato dai sicari di Stalin nelle giornate del maggio 1937.

LA MORTE TRAGICA
Agli orecchi attentissimi dei rari ma abituali ascoltatori clandestini in Italia di Radio Barcellona CNT-FAI giungono, rotte dalla commozione quasi preludio di una tragica primavera, queste parole:
"Lavoratori! Compagni! Antonio Gramsci è morto, dopo undici anni di carcere, in una clinica, guardato a vista dai poliziotti e negato alla famiglia fino negli spasimi dell'agonia. Mussolini è un tiranno che ha un buon fiuto per individuare i nemici più temibili: e tra questi egli teme le intelligenze solide ed i caratteri inflessibili. Mussolini colpisce alla testa le opposizioni: scagliando la Ceka del Viminale contro Matteotti, facendo linciare dagli squadristi Amendola, rendendo la vita impossibile a Gobetti, gettando in carcere Riccardo Bauer, Ernesto Rossi ed altri intellettuali di prim'ordine. Mussolini ha voluto la morte di Gramsci [...] Noi salutiamo dalla radio della CNT-FAI di Barcellona, l'intellettuale valoroso, il militante tenace e dignitoso che fu il nostro avversario Antonio Gramsci, convinti che egli ha portato la sua pietra all'edificazione dell'ordine nuovo [...]".

È la sera del 3 maggio 1937, la voce è quella di Camillo Berneri, redattore dell'edizione spagnola di "Guerra di Classe", delegato politico del battaglione internazionale della Colonna Francisco Ascaso. Appena due giorni dopo Berneri viene arrestato, insieme a Ciccio Barbieri che alloggia insieme a lui, nel suo appartamento di Barcellona da una decina di poliziotti armati muniti di bracciale rosso. Alle richieste di spiegazioni il poliziotto in borghese che guida gli altri (testimonierà la compagna di Barbieri) risponde che i motivi dell'arresto risiedono nel fatto di essere "elementi controrivoluzionari in quanto anarchici". La notte successiva i cadaveri dei due antifascisti italiani sono raccolti dalla Croce Rossa in una strada del centro cittadino. L'autopsia eseguita su Berneri certifica che la causa della morte è dovuta a colpi d'arma da fuoco sparati da dietro nella regione ascellare destra, a distanza massima di 75 cm., e "alla testa stando l'aggressore ad un livello superiore all'aggredito".

Mentre l'epopea della Spagna repubblicana e libertaria volge al termine inizia così un lacerante e sanguinoso regolamento di conti nell'ambito dello schieramento antifranchista. Ai funerali la partecipazione popolare è massiccia. Il corteo funebre, disobbedendo agli ordini delle autorità, passa da Plaza Catalunya dove si trova la sede del PSUC (il partito comunista catalano), si sofferma e, in un momento di grande tensione – come ha testimoniato Umberto Marzocchi – le bandiere rosso-nere della CNT-FAI sono rivolte verso i portoni del PSUC in segno di sfida. Da qui si risponde con il presentat'arm e gli onori militari.

UN RIVOLUZIONARIO CONTRO I TOTALITARISMI
Berneri nasce nel 1897 a Lodi. Dopo un'infanzia piena di trasferimenti e varie peripezie familiari, approda a Reggio Emilia. Dal 1912 risulta già iscritto alla FGS, organizzazione giovanile socialista che si dimostra un vivace laboratorio politico e culturale dell'epoca. La formazione di Berneri, e la sua stessa breve vita, risulteranno permeati dalle idee di gradualismo, ma nell'intransigenza, e di rifiuto del verbalismo violento; prassi che probabilmente acquisisce nell'esperienza degli anni giovanili a fianco di Camillo Prampolini. A 17 anni inizia ad occuparsi di antimilitarismo, collaborando a "L'Avanguardia", organo della FGS. L'anno seguente, affascinato dalle idee propugnate da Errico Malatesta e Luigi Fabbri, matura la sua scelta anarchica.

Nel 1916, al momento del suo trasferimento ad Arezzo (la madre, Adalgisa Fochi, è insegnante presso la locale Scuola magistrale), risulta già schedato dalla polizia. La permanenza di tre anni ad Arezzo, dove vive anche la sua compagna Giovanna Caleffi, è segnata dalla nascita di Maria Luisa e dalla chiamata alle armi del neo-padre. Espulso dalla Accademia militare di Modena come sovversivo viene poi arrestato per propaganda pacifista. Nell'aprile 1919 si trasferisce a Firenze per studiare filosofia (si laureerà nel 1922 discutendo una tesi con Gaetano Salvemini). Con Salvemini, negli anni fiorentini ma anche dopo, instaura un rapporto di reciproca stima.

Il pensiero di Berneri è ispirato dal volontarismo mentre rifugge ogni settarismo e accetta il confronto. Il suo programma anarchico è sintetizzabile in un assetto politico in cui il sociale e l'individuale si armonizzino in una economia collettivista e in un ampio ed articolato federalismo. La Firenze del Circolo di cultura di piazza S.Trinita (bruciato dai fascisti nel 1925) dove Berneri si incontra anche con Carlo Rosselli, Calamandrei e Rossi è fucina in parte di queste idee. Contemporaneamente aderisce all'Unione Anarchica Fiorentina ed è membro della neo-costituita UCAI. La sua attività diventa febbrile e partecipa alle prime azioni cospirative mantenendosi in stretto contatto anche con Gobetti. La coscienza lo spinge ad impegnarsi a fondo nella lotta antifascista, portandolo ad agire in seno al movimento clandestino "Non Mollare".

Uomo culturalmente eclettico, giudica questa sua vastità di interessi come "l'errore della mia giovinezza" in una lettera alla figlia dove le raccomanda "di non disperdere tempo ed energie in troppe cose". Si interessa anche di psicanalisi come testimoniano i suoi lavori Le Juif anti-semite e Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci.
Collabora a più di venti testate, italiane ed estere, fra cui "Umanità Nova" quotidiano, "L'Unità" di Salvemini e "La Rivoluzione Liberale" di Gobetti. Insegnante nei licei di Cortona, Montepulciano e Camerino fra il 1923 e il 1926, si trova costretto ad espatriare.

In Francia Berneri va ad ingrossare la schiera dei fuoriusciti italiani antifascisti e diventa una figura di primo piano nel movimento anarchico internazionale. Interessante il confronto che si stabilisce con "Giustizia e Libertà" unico raggruppamento nella sinistra a condividere insieme agli anarchici la necessità di azioni dirette e spettacolari contro il fascismo in Italia. GL dimostra molta disponibilità su questo terreno di comuni iniziative.

Perseguitato dall'OVRA, prima a Parigi, poi a Bruxelles viene arrestato ed espulso perché accusato, fra le altre cose, di aver progettato con alcuni compagni di attentare alla vita del ministro fascista Rocco.

Berneri risulterà certo molto influente nel determinare gli orientamenti del movimento anarchico italiano, circa la delicata questione delle alleanze a sinistra, a partire dagli anni trenta. L'accostamento dell'Unione Sovietica alle potenze democratiche induce un certo cambiamento strategico nel sistema delle intese fra le forze politiche. Comunisti e socialisti, certo in ossequio alle nuove direttive di Mosca, firmano nell'estate 1934 un patto d'unità e d'azione. Dal canto suo Giustizia e Libertà stabilisce un'intensa collaborazione con l'Alleanza Socialista Repubblicana. Per quanto concerne la parola d'ordine del "Fronte unico" antifascista gli anarchici la intenderebbero come unione dal basso e, soprattutto, ispirata all'azione diretta popolare fuori da ogni influenza autoritaria dei partiti politici. Contraria per questioni di principio a qualsiasi entrismo nelle organizzazioni di massa del regime (la cosiddetta "strategia del lavoro legale" lanciata dal PCd'I), la pubblicistica libertaria, orientata più che altro all'impegno nella cospirazione armata, esprime anche un netto rifiuto della proposta unitaria lanciata da riformisti e comunisti "bisognosi di gregge".

Nel 1935, al Convegno d'intesa degli anarchici italiani emigrati tenutosi a Sartrouville (Parigi), si ratifica una scelta di campo irreversibile per quanto riguarda i possibili compagni di strada. Si tratta di una delimitazione ex-post di spazi politici già interdetti. Così, mentre già da tempo si era delineata nel movimento la consapevolezza sulla natura effettiva della Russia sovietica date le notizie sulle repressioni in atto, si rafforza la constatazione della incompatibilità della prassi anarchica con il comunismo bolscevico. Nel contempo si prende invece in esame l'eventualità di una "libera intesa" con: sindacalisti, GL, repubblicani, con la dissidenza di sinistra in genere. Sono scelte queste che rimarranno vigenti anche per il successivo decennio. Il rapporto con i giellisti non sarà tuttavia privo di qualche asprezza e di diffidenze mentre si paventano pericoli d'annessione. Propensi alla più stretta collaborazione antifascista, Berneri e compagni intendono però mantenere integro il corpus teorico dell'anarchismo, insieme alla loro identità. Nessuno s'illuda insomma; mai avrebbero svolto "la parte che il rosmarino fa nell'arrosto". Lo stesso con i repubblicani di sinistra, specie con i giovani, si cercano occasioni per fattive convergenze che superino gli antichi ostacoli posti dalla teologia mazziniana e dalle influenze massoniche nel PRI, che richiamino piuttosto la tradizione sociale e popolare del repubblicanesimo italiano. È così che le forze politiche "strategicamente affini" sono valutate in base all'antitesi berneriana "tra comunismo dispotico centralizzatore o socialismo federalista liberale", non più secondo il vecchio schema primo novecentesco riformisti / rivoluzionari.

Giorgio Sacchetti

fonte: http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2007/un15/art4721.html

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