“Primordiale, atavico L’urlo è l’urlo di chi non ce la fa: di chi lotta, già nel momento della nascita, per uscire, senza desiderarlo a fondo, in un mondo ostile, ma dove si deve - comunque - andare. Questa es/pulsione è, può rimanere, follia; fin dal primo momento. Forse è proprio questa l’esperienza della malattia mentale, intesa come ri/nascita da feto in/maturo in una realtà che ti respinge perché malato e quindi non più affidabile, affrontabile, portavoce di una devianza il cui filo di voce sentiamo, a tratti, anche dentro di noi.
Non è follia stare in bilico su questo filo, come trapezisti distratti, troppo sicuri di non cadere? L’urlo è , ancora, il pianto nuovo del neonato, una ricerca di ossigeno, depredato dal respiro degli altri, visti ora - o forse da sempre - come nemici, dottori affannati, camici bianchi vuoti, oggetti scevri di senso. il protagonista dell’urlo ha mani piccole da bambino, la bocca in primo piano, l’energia che si confonde al dolore, all’inconsapevolezza, alla disperazione, alla solitudine di chi sa che nasce e muore solo.
Se, come ha detto Sartre, l’uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa, allora la follia è non poter accettare il non senso della condanna a questa libertà che - nella sua vastità - annienta. Se non ci sono più guide, né eroi, né Dei allora le personalità si moltiplicano, le identità si sgretolano, e si insinua il demone della follia.
E cos’è la follia? E’ come una voce che dapprima si confonde, poi si alterna e poi - ben presto - si sovrappone alla tua rendendoti altro perché ormai dentro di te la grottesca bestia neonata si è fatta strada; ecco, ha già reciso il tuo cordone ombelicale con la realtà. Potrà una linea invisibile ricreare il legame? La follia è stare in bilico su questo filo, come trapezisti distratti, troppo sicuri di non cadere.”
Fonte: www.lalineainvisibile.org
Il Convegno “La Linea Invisibile, sguardi sul confine del disagio psichico”, si terrà a Pescara dal 19 al 27 maggio 2007
5 commenti:
Nel Mahabaratha, il grande poema indiano delle origini, la follia è definita come "una Via dimenticata"... c'è da riflettere.
Ci faremo un post, Maestro. Grazie
mauro
In "Elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam, si mettono in ridicolo le nostre spesso insensate convinzioni, usi e costumi, mentre si elogia ciò che per i più è follia.
Insomma bisogna vedere... Esistono due "follie". Una è quella "inventata" dalla società che stabilisce delle regole: chi non rientra in queste regole è folle e, allo stesso tempo, chi stabilisce le regole... è folle allo stesso modo. Per questo invito lo psicologo o lo psichiatra a non stare dietro alla scrivania, perchè i ruoli sono intercambiabili e la maggiorparte dei disturbi psichici sono solo speculazioni (ma questo è forse un argomento a parte che riguarda più i sopprusi e simili).
Ma poi esiste la follia quella vera e io so cos'è perchè infatti sono folle. "Altro che via dimenticata"... se sei in mezzo alla strada e all'improvviso vedi le cose che cambiano forma e tu non capisci più se sei una persona, una pianta o un sasso tutta la filosofia sparisce in un attimo e, dopo aver recitato il Padre Nostro e invocato l'aiuto del buon Gesù ti senti disposto anche a farti lobotomizzare. E' un argomento complesso evidentemente, ma parlarne in termini filosofici è un po' un insulto a chi vive determinati disagi... l'ho capito solo quando preso dall'ansia e dal panico è diventata una sfida andare anche dal panettiere di fronte a casa.
Certo Piper, concordo con te, è inimmaginabile il dramma che vivono certe personenel mondo che nella loro testa scompare e prende lineamenti che si scontrano con la realtà fin lì conosciuta. D'altronde il convegno vuole aprirsi ad uno sguardo diverso e più sensibile.. Quanto non lo so.
mauro
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