"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 8 agosto 2007

Torino, preti accusati di pedofilia



Uno è economo di un istituto salesiano

Interrogato monsignor Vaudagnotto, stretto collaboratore del cardinale
di SARAH MARTINENGHI e PAOLO GRISERI



L'istituto scolastico salesiano Valsalice

TORINO - Ha vissuto per anni di elemosina, prostituzione e ricatti. E chiedeva soldi ai preti in cambio del suo silenzio. L'arresto di Salvatore Costa, torinese di 24 anni, con l'accusa di estorsione nei confronti di monsignor Mario Vaudagnotto (responsabile dell'ufficio liturgico della diocesi presso la chiesa di San Lorenzo), e nei confronti di don Luciano Alloisio, (economo dell'istituto scolastico salesiano Valsalice), è al centro di una nuova inchiesta giudiziaria su presunti abusi sessuali che coinvolge sacerdoti cattolici.

Il giovane arrestato ha raccontato di aver avuto per anni rapporti sessuali con i preti e anche con un terzo parroco della provincia di Torino. Le sue dichiarazioni hanno portato all'iscrizione dell'economo nel registro degli indagati con accuse pesantissime: pedofilia e induzione alla prostituzione di minorenne, aggravata dall'abuso di potere. "Conosco Don Alloisio dal 1997, avevo 15 anni quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali. E i nostri incontri sono continuati negli anni, fino a poco tempo fa" accusa Costa.

Il prete, difeso dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega ogni accusa e ha sporto querela per calunnia nei confronti del giovane: "In questo procedimento noi siamo la parte offesa, vittima di continue estorsioni" hanno spiegato i legali. Gli inquirenti stanno vagliando ora la posizione di padre Vaudagnotto: "Con lui ho avuto rapporti sessuali a cominciare dal 2000, quando avevo 18 anni" ha affermato il ragazzo. "Chiedeva soldi per pagare le bollette, e si è inventato tutto" ha replicato il monsignore.

Quando l'hanno arrestato in flagranza, la prima volta, era l'8 luglio: Costa aveva appena estorto 2000 euro a don Alloisio. Dopo aver sborsato somme di denaro per mesi, oltre 10 mila euro, per non far trapelare nulla, l'economo, in attesa di assumere un altro incarico a Roma, aveva deciso di denunciare ai carabinieri i ricatti subiti da anni. Sono nate così le indagini, e il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pietro Forno, e ai pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta.

Salvatore Costa è stato intercettato e filmato mentre riceveva e intascava il denaro dal salesiano. Ma quando il ragazzo ha visto i carabinieri si è difeso, e ha rovesciato tutte le accuse nei confronti del prete. Le sue dichiarazioni sono apparse credibili e due giorni dopo i suoi avvocati, Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide De Bartolo, hanno ottenuto la scarcerazione. Ma una volta tornato in libertà Costa ha continuato il giro delle chiese e il gioco dei ricatti. "Voglio 800 euro, altrimenti mi rivolgerò ai giornali e racconterò tutto" diceva ogni volta a Don Alloisio. La procura a quel punto ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuela Gai un ordine di custodia cautelare: il primo agosto Costa è tornato in cella.

Interrogato dal giudice, il ragazzo ha ampliato il suo racconto e spiegato la sua verità: "Sono sposato e padre di due bambini, chiedo soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche lavoretto come idraulico. Devo pagare l'affitto e le bollette, e mi prostituisco con i preti da quando ero minorenne. Ho conosciuto Don Alloisio nel 1997 quando frequentavo la Fondazione Fratelli Dimenticati, in via Longarina 4 a Torino, e proprio in quella sede avevo rapporti sessuali con lui. Mi risulta che lui frequentasse anche altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli".

La casa del salesiano è stata perquisita e gli inquirenti hanno trovato una serie di strani biglietti, con scritto "Non ho mai avuto rapporti sessuali con Don Alloisio", oppure "Mi sono inventato tutto", recanti la firma di Salvatore Costa. Il ragazzo ha spiegato che firmava i biglietti ogni volta che riceveva denaro, come "ricevuta" del suo silenzio. Nel bagno del sacerdote è stata ritrovata un'ingente somma di denaro: il prete l'ha giustificata spiegando che si trattava di denaro dell'istituto Val Salice che lui amministrava economicamente. I soldi non sono stati posti sotto sequestro, ma gli è stato prelevato un computer il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

(8 agosto 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/cronaca/torino-sacerdoti/torino-sacerdoti/torino-sacerdoti.html

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PORCHERIOLE SPARSE..


Arrestato mesi fa in segreto prete pedofilo, presto a giudizio

Un'altra storia di pedofilia in abito talare, l'arresto di un sacerdote accusato di abusi sessuali, una vicenda inquietante che era stata tenuta nascosta per mesi e mesi. La notizia è filtrata soltanto ieri quando il pm Nunzia D'Elia ha chiuso l'indagine sul religioso: A.D., 58 anni, di origine siciliana, che officiava nella chiesa dedicata alla Madonna di Czestokova, alla Rustica e insegnava religione alla media “Salvo D'Acquisto”. Il magistrato ha depositato gli atti dell'indagine e si appresta a chiedere al Gup Pierfrancesco De Angelis il rinvio a giudizio per atti sessuali con minori, aggravati dal fatto che le vittime erano state affidate al sacerdote “per ragioni di educazione e di vigilanza”. La cosa più sconcertante è che A.D., come si è appreso a palazzo di giustizia, era già stato condannato dieci anni fa per una storia molto simile ma, scontata la pena, era tornato alla sua attività a scuola e all'oratorio. […]


Il testo integrale dell’articolo di Massimo Luglio è stato pubblicato sul sito espresso.repubblica.it

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Vescovo accoglie prete pedofilo. Il Sindaco lo premia con cittadinanza onoraria

Pubblicato da Pasquale su 29 Luglio 2007

Dal Corriere di Caserta del 20 giugno 2007, pag. 18

IL CASO DON SCAROLA
Il religioso già condannato a due mesi per pedofilia ha detto durante l’udienza civile: “Telefonavo anche di notte in quell’abitazione”


DON SCAROLA: ERO INTERESSATO ALLA MADRE
Confessione nell’aula del tribunale del parroco della chiesa di S. Pietro Apostolo

CAPUA (Tina Palomba) - “Telefonavo anche di notte in quell’abitazione però mi interessavo della mamma e non della figlia”.


Ieri una nuova puntata sulla storia di don Pasquale Scarola da Capua. Attualmente dice ancora messa nonostante una condanna a due mesi per pedofilia in via definitiva ai danni di una bambina di di nove anni.

E’ stato proprio lui a confessare in aula in sede civile (la famiglia della piccola ha chiesto il risarcimento danni e si è costituita parte civile con l’avvocato Pietro Romano), dinanzi al giudice Mazzuoccolo, la sua dedebolezza verso le donne.

Ma facciamo un passo indietro per capire che cosa è successo tempo fa in questa parrocchia a San Pietro Apostolo a Capua. Don Pasquale Scarola, 64 anni (originario di Curti) parroco della chiesa San Pietro Apostolo di Capua venne incriminato per aver molestato con più di 200 telefonate la ragazzina: “Vorrei toglierti le mutandine. Dove vai a scuola? Prima o poi ti vengo a prendere”. Ecco le frasi oscene che ripeteva alla bimba. Il prete, nonostante la condanna, si è rifiutato anche di pagare la multa di 4 milioni di lire prevista nel verdetto del giudice.

Al termine delle indagini sul conto di don Pasquale sono emersi altri fatti allucinanti. Dal sito della chiesa San Pietro Apostolo si collegava sulle hotline e chiamava la pornostar Gessica Rizzo. C’è una telefonata intercettata dove lui dice: “Ciao sono Pasquale” e poi tutto il resto. Insomma “roba” da Santi Uffizi. Anche la mamma della vittima quando lo denunciò perché capì che la figlia riceveva troppe telefonate, segnalò che il prete quando vedeva la piccola la stringeva troppo in modo morboso facendo capire quasi le sue strane manie. Don Pasquale celebra regolarmente messa nella chiesa S. Pietro Apostolo, dopo una condanna definitiva. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, il parroco non è stato trasferito e resta al suo posto nella chiesa di S. Pietro Apostolo. Polemiche dopo la sentenza del tribunale e qualche timore che gli atti del parroco possano essere ripetuti. Insomma la situazione non è del tutto rientrata dopo l’episodio contestato.

http://www.capuaonline.info/capuanews/anno2007/280607.html

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