"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 7 settembre 2007

Sicurezza, Giordano: non inseguire la destra

Amato: il rispetto delle leggi tutela i deboli

Il segretario del Prc: «Basta con quel "radicale", il Pd ha vocazione neocentrista. La manifestazione del 20? Non è contro il governo»


Il segretario del Prc, Franco Giordano (Emblema)
Il segretario del Prc, Franco Giordano (Emblema)
ROMA -
Sul terreno della sicurezza il Partito democratico rischia di diventare un partito di destra. Lo ha detto il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano, intervenendo a «Radio anch'io». Il leader del Prc non tralascia un'allusione al sistema politico americano, nel quale «non capisco che differenza ci sia tra un partito democratico o un partito repubblicano». Di qui il riferimento al Pd - definito un partito a vocazione neocentrista («e quindi non chiamateci sinistra radicale: siamo la sola sinistra oggi in Italia e in qualunque altra zona d'Europa saremmo considerati una sinistra riformatrice») - e alle istanze sul fronte della sicurezza avanzate da una parte del governo e da alcuni sindaci eletti in coalizioni di centrosinistra: «Se a ogni piè sospinto - ha sottolineato Giordano - citi Rudolph Giuliani, ti rivolgi al blocco d'ordine, è del tutto evidente che hai una collocazione in quella direzione».

LA REPLICA DI AMATO - Una risposta a Giordano è però arrivata a stretto giro di agenzie dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato: «Sono stupefatto per i toni e gli argomenti di critiche che trattano il richiamo al rispetto della legalità come un'oppressiva svolta a destra, condendo questa assurdità con l'immagine di figure sociali marginali colpite da misure liberticide e autoritarie che nessuno ha proposto o intende proporre». «Un po' più di pacatezza, almeno in questa fase in cui nessuno conosce davvero gli interventi che stiamo studiando - ha aggiunto - non guasterebbe». Il ministro ha poi voluto precisare il senso del suo richiamo all'applicazione delle leggi: «Applicare leggi democratiche, promuovendo quei cambiamenti necessari a un maggiore rispetto delle regole e una maggiore certezza della pena, serve a prevenire la richiesta di leggi non democratiche e a difendere diritti e libertà di tutti i cittadini, a cominciare dai più deboli, che la sicurezza non possono garantirsela da soli».

Il PRC IN PIAZZA - Nel corso del suo intervento radiofonico, Giordano è tornato anche a precisare la posizione del Prc in merito alla manifestazione del 20 ottobre, che da più parti, in ambienti della maggioranza, era stata criticata sostenendo che non si può manifestare contro il governo di cui si fa parte. «Abbiamo detto più volte che quella manifestazione non è contro il governo - si è giustificato Giordano - ma punta a costruire le condizioni per l'attuazione del programma del centrosinistra: i problemi sono i contratti a termine, gli straordinari, le politiche sociali, la lotta alla precarietá».

IL CASO CARUSO - Il segretario del Prc è intervenuto anche sul caso Caruso. Il parlamentare proveniente dalle fila del movimento no global era stato duramente criticato per aver definito «assassini» Tiziano Treu e Marco Biagi, in quanto autori delle recenti leggi di riforma del mercato del lavoro. «Quelle parole sono incompatibili con la nostra cultura politica - ha ricordato Giordano -. Ma Caruso si è immediatamente scusato, ha corretto le sue parole, si è autosospeso dal gruppo. Quindi faremo una discussione e troveremo una modalità per rendere improponibili quelle affermazioni». Nessun riferimento insomma a possibili allontanamenti dal gruppo del Prc, come invece qualcuno aveva ipotizzato all'indomani del pronunciamento delle frasi incriminate.

07 settembre 2007

fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/09_Settembre/07/giordano_manifestazione_caruso.shtml

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1 commento:

Franca ha detto...

Sindaci sceriffi... siamo sulla strada "giusta".
Infatti Fini detto: "Ci stanno copiando"