Ah, certo, siamo ad un passo da una crisi idrica senza precedenti, ma ci dicono (gli esperti?) di stare calmi che "la situazione è sotto controllo": per la prima volta, in 30 anni di navigazione, le chiatte che percorrono il corso del Po sono in secca (occorrono almeno un metro e mezzo di acqua ed oggi arriva a malapena ad un metro); non solo, a tutt’oggi la neve sui monti (che ci disseta d’estate) ha raggiunto il livello minimo di 30 cm contro il metro e trenta di media stagionale. Ma..
"Ma la situazione è sotto controllo"
Il caldo anticipato di questi giorni unito all'assenza di precipitazioni fa prevedere un'esate torrida, come nel 2003, e una forte siccità. L'avvertimento giunge dal capo della Protezione civile Bertolaso per il quale il momento "peggiore arriverà tra un mese". Per affrontarlo Bertolaso chiede di imparare a dosare l'acqua dai rubinetti.
L'acqua presente nei fiumi e nei laghi non basta a scongiurare la siccità. E, anche se piovesse più del necessario, l'acqua evaporerebbe tutta. Si va dunque incontro ad una situazione d'emergenza per gestire le poche risorse disponibili. Del resto le cifre parlano chiaro. Il Po, alla stazione di Pontelagoscuro, oggi, ha una portata di 431 metri cubi di acqua al secondo. Meno della metà del valore medio storico, che è di 953 metri cubi. Sono livelli che nell'estate del 2003, quando la siccità richiese un intervento deciso, il grande fiume aveva già raggiunto. Ma a giugno e non certo a fine aprile. Quanto ai grandi laghi italiani: il Garda e il Maggiore sono entrambi ampiamente sotto i livelli medi: il primo con altezze idrometriche di 55,9 cm. il secondo di -6,1; la media del Garda in questo periodo è 110 centimetri, quella del lago Maggiore è 75. E già si quantificano danni all'agricoltura pari a un miliardo di euro.
E bisogna agire perché "la neve si sta sciogliendo a velocità impressionante: questa estate potrebbe battere il terribile record del 2003, l'anno in cui ci sono stati più di 30mila morti per il caldo in Europa". Il momento "peggiore arriverà tra un mese" prevede Bertolaso. Per agire nel modo giusto "bisogna fare andare nella stessa direzione governo, regioni, autorità di bacino, associazioni agricole, società elettriche. Ci vuole un'unica mano che dosi il rubinetto, in modo da non sprecare nemmeno una goccia: una sola cabina di regia per aumentare efficienza del sistema".
I disagi ci saranno, tuttavia, ridimensiona Bertolaso, le istituzioni stanno seguendo da mesi l'evoluzione climatica per evitare di restare senz'acqua e sena elettricità sul più bello dell'estate. "Vedere tutta questa preoccupazione - aggiunge - mi sembra un po' esagerato: sono quattro mesi che stiamo valutando, studiando e monitorando la situazione, che è sotto controllo".
estratto da: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo358962.shtml
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Beh, sicuramente stiamo esagerando nel preoccuparci. Ma se invece di predicare l’uso “moderato” del rubinetto (giusto, per carità!) si cercasse di riparare la rete idrica (risalente al ventennio fascista) che perde il 40 per cento per strada al nord ed il 60 per cento al sud, e si insegnasse ai latifondisti a raccogliere acqua piovana per l’irrigazione, sostituendo i metodi attuali con irrigazioni a pioggia o comunque centellinata, si farebbe opera sicuramente migliore e più decisiva. E questo solo per iniziare. Il nodo vero è una decisa svolta sulle scelte industriali, e quindi sul fronte dell’inquinamento, che devono prevedere, in tempi molto ristretti ad una conversione della produzione se non addirittura l’abbandono per certi settori. Per tornare ad una agricoltura più consapevole, stili di vita più consoni ai ritmi della natura, ed alla rivalutazione delle risorse “vere” del Bel Paese: il suo territorio ricco di storia e le sue culture.
Una volta l’Italia veniva chiamata il “Giardino d’Europa”. Oggi, sembra più una discarica.
mauro
3 commenti:
Mauro parla di Italia, io parlo di India. Ma il problema dell'acqua è valido ovunque sulla terra - e la lotta agli interessi di multinazionali egoiste pure. Riporto quindi, quasi integralmente, quanto mandatomi da Laura (ci sono alcune aggiunte mie, ma il senso non è minimamente cambiato). Solo che è talmente lungo che lo devo dividere.
Buona lettura e... meditate... :(
Per la nostra salute fisica
Il seguente documento dovrebbe convincere o almeno far riflettere sulla questione coca-cola, pepsi e in genere le politiche multinazionali. Molte volte ne sentiamo parlare, ci indigniamo ma subito dopo, con la scusa che non potremmo mai fare la differenza, ci dimentichiamo degli orrori che si commettono a causa nostra. Dal petrolio fino al cibo che noi pretendiamo di avere e poter buttare. Dopo la lettura di queste pagine ci sono state persone che hanno rinunciato a consumare questi prodotti ma ci sono state anche altre che hanno dichiarato che a loro non importa niente delle ingiustizie che subiscono i meno fortunati, vogliono continuare a bere la coca-cola, la pepsi… Bisogna rispettare la libertà di scelta, ci mancherebbe! Ma bisogna anche avere la coscienza a posto… La mia coscienza starà a posto solo se limiterò la mia colpa, il mio coinvolgimento nel massacro che è avvenuto, che avviene e avverrà tra quell’80% della popolazione mondiale a cui rubiamo TUTTO, anche la speranza. E per dovere mi sento di dover condividere tutto questo con più persone possibili.. Voi stareste zitti a sapere che al piano di sotto c’è un signore che ammazza di botte sua figlia, che la tortura, la sevizia!? Laura
Vandana Shiva (Dehra Dun, India, 1952), fisica ed economista indiana, è una tra i massimi esperti internazionali di ecologia sociale. Nel 1982 ha fondato il Centro per la Scienza, tecnologia e politica delle risorse naturali, un istituto di ricerca da lei diretto. Attivista politica radicale e ambientalista, ha vinto il Right Livelihood Award, Premio Nobel alternativo per la pace nel 1993, ed è una dei principali leader dell'International Forum on Globalization. Ha scritto numerosi saggi, alcuni tradotti in italiano.
Rubare l'acqua per creare la sete
Coca-cola, Pepsi e la politica della sicurezza alimentare
di Vandana Shiva
In una democrazia, bandire prodotti e attività dannose è un'espressione della libertà e dei diritti dei cittadini. La messa al bando protegge i cittadini dai rischi per la salute e per l'ambiente. E' per questo che il fumo è stato vietato nei luoghi pubblici. E' per questo che le sostanze dannose per l'ozono sono state proibite dal Protocollo di Montreal. E' per questo che la Convenzione di Basilea ha bandito il commercio di rifiuti tossici e pericolosi.
La Coca Cola e la Pepsi sono entrate senza dubbio a far parte del gruppo dei prodotti tossici e dannosi che è necessario bandire per proteggere la salute dei cittadini e per proteggere l'ambiente. Il 22 agosto la campagna "Coca Cola e Pepsi lasciate l'India" ha intensificato l'attività per bandire Coca Cola e Pepsi con una giornata di azioni. Il Kerala ha bandito le coca cole. Il Karnataka, il Madhya Pradesh, il Gujarat, il Rajastan hanno vietato le bevande analcoliche dalle istituzioni educative e dalle mense del governo. E "zone libere da Coca Cola e Pepsi" si stanno diffondendo in tutto il Paese.
Seconda parte:
Rubare l'acqua, creare sete.
Ci sono serie ragioni ambientali e umanitarie per vietare la produzione di bevande analcoliche in India. Ogni stabilimento di Coca Cola e Pepsi estrae 1-2 milioni di litri d'acqua al giorno. Se ogni stabilimento estrae 1-2 milioni di litri d'acqua al giorno e ci sono 90 stabilimenti, l'estrazione giornaliera va dai 90 ai 180 milioni di litri. Questo potrebbe soddisfare il fabbisogno giornaliero di acqua potabile di milioni di persone. Ogni litro di queste bevande distrugge ed inquina 10 litri d'acqua. E si e' scoperto che le acque di scolo così prodotte contengono alti livelli di cadmio e piombo (Pollution Control Board, Kerala, Hazard Centre).
Una prolungata esposizione al cadmio può potenzialmente avere effetti quali disfunzioni renali, danni alle ossa, al fegato e al sangue. Il piombo colpisce il sistema nervoso centrale, i reni, il sangue e il sistema cardio-vascolare. Le donne di un piccolo villaggio del Kerala sono riuscite a far chiudere uno stabilimento della Coca Cola. "Quando bevete una coca, bevete il sangue della gente", ha detto Mylamma, la donna che ha dato inizio al movimento contro la Coca Cola a Plachimada. Lo stabilimento della Coca Cola di Plachimada nel marzo 2002 ricevette una commessa per la produzione di 1.224.000 bottiglie di prodotti Coca Cola al giorno e ricevette dal panchayat una licenza condizionata per installare una pompa a motore per l'acqua. Ad ogni modo, la compagnia cominciò ad estrarre illegalmente milioni di litri di acqua pulita. Secondo la gente del posto, la Coca Cola estraeva 1,5 milioni di litri d'acqua al giorno. Il livello dell'acqua cominciò a calare, passando da 150 a 500 piedi sotto la superficie terrestre. Membri delle tribù e contadini si lamentarono che i depositi e le scorte d'acqua risentivano negativamente dell'installazione indiscriminata di pozzi per lo sfruttamento delle falde freatiche, con gravi conseguenze per le coltivazioni. I pozzi minacciavano anche le fonti tradizionali di acqua potabile, gli stagni, i serbatoi, i fiumi e i canali navigabili. Quando la compagnia non riuscì a soddisfare la richiesta di informazioni dettagliate da parte del panchayat, fu notificato un avviso che la invitava a provare il proprio diritto, e la licenza fu cancellata. La Coca Cola cercò invano di corrompere il presidente del panchayat, A. Krishnan, con 300 milioni di rupie. La Coca Cola non solo rubava l'acqua della comunità locale, ma inquinava anche quella che non prendeva. La compagnia depositava materiali di scarto all'esterno dello stabilimento, materiali che durante la stagione delle piogge si propagavano nelle risaie, nei canali e nei pozzi, causando gravi rischi per la salute. In seguito a questo scarico, 260 pozzi creati dalle autorità pubbliche per l'approvvigionamento di acqua potabile e per l'agricoltura si sono prosciugati. La Coca Cola inoltre pompava le acque di scarico nei pozzi asciutti all'interno della proprietà della compagnia. Nel 2003 l'ufficiale medico del distretto informò la gente di Plachimada che la loro acqua non era adatta ad essere bevuta. Le donne, che già sapevano che la loro acqua era tossica, dovevano fare chilometri per procurarsi l'acqua. La Coca Cola aveva provocato una carenza idrica in una regione ricca d'acqua scaricando acque di scolo contenenti grandi quantità di piombo, cromo e cadmio.
Le donne di Plachimada non avevano intenzione di permettere di questa pirateria idrica. Nel 2002 cominciarono un dharna (sit-in) ai cancelli della Coca Cola. Per festeggiare il primo anniversario della loro agitazione mi unii a loro nella Giornata della Terra del 2003. Il 21 settembre 2003 una grossa manifestazione consegnò un ultimatum alla Coca Cola. E nel gennaio 2004 la Conferenza Mondiale per l'Acqua portò attivisti globali a Plachimada per sostenere gli attivisti locali. Un movimento iniziato da donne adhivasi locali aveva messo in moto un'ondata di energia a loro sostegno a livello nazionale e globale. Oggi lo stabilimento e' chiuso e movimenti sono iniziati in altri stabilimenti. I giganti della Coca Cola stanno aggravando la crisi idrica già conosciuta dalle popolazioni delle aree rurali.
Ci sono un solo criterio e una sola misura nel problema dell'uso dell'acqua: il diritto fondamentale di ogni uomo ad acqua pulita, sana e adeguata non può essere violato. E la Coca Cola e la Pepsi stanno violando questo diritto. E' per questo che la loro estrazione di milioni di litri d'acqua dev'essere vietata. Nel caso di Plachimada l'Alta Corte del Kerala aveva stabilito "che le falde sotterranee appartengono alla popolazione. Lo Stato e le sue istituzioni dovrebbero fungere da amministratori di questo grande bene. Lo Stato ha il dovere di proteggere le falde da un eccessivo sfruttamento e l'inattività dello Stato a questo proposito equivale ad una violazione del diritto della gente alla vita, garantito dall'art. 21 della Costituzione dell'India. Le falde freatiche, sotto la terra dell'imputato, non gli appartengono. Le falde appartengono al pubblico e il secondo imputato non ha nessun diritto di reclamare una forte partecipazione e il Governo non ha il potere per permettere ad un privato di estrarre una tale quantità di acque sotterranee, che sono una proprietà che gli è stata affidata. Questo principio dell'acqua come un bene pubblico è ciò che ha condotto al divieto di estrazione dell'acqua a Plachimada. E' il principio che il 20 gennaio 2005 ha portato le comunità locali in 55 stabilimenti di Coca Cola e Pepsi per notificare alle aziende che stavano rubando una risorsa comune.
Rubare la salute, creare malattia.
La lotta contro la Coca Cola e' anche una lotta per la salute. Residui di pesticidi sono stati trovati nella Coca Cola e nella Pepsi. Comunque le bevande analcoliche sono pericolose anche senza pesticidi. Le bevande analcoliche non hanno nessun valore nutrizionale in confronto alle nostre bevande locali, quali nimbu pani, lassi, panna, sattu. Con le loro campagne pubblicitarie aggressive i giganti delle bevande analcoliche sono riusciti a far vergognare i giovani indiani della nostra cultura gastronomica locale, nonostante i suoi valori nutrizionali e la sua sicurezza.
Hanno monopolizzato il mercato della sete, acquistando compagnie locali. Ma ciò che vendono Coca Cola e Pepsi è una brodaglia colorata tossica, con valori anti-nutritivi. Il Ministro della Salute indiano ha chiesto alle star del cinema di non sostenere Coca Cola e Pepsi per via dei rischi rappresentati dallo zucchero contenuto nelle bevande analcoliche, implicate nelle epidemie di obesità e diabete tra i bambini.
Marion Nestle ha definito le bevande analcoliche delle "porcherie", ricche di calorie ma poco nutrienti. Il Centro per la Scienza e l'Ambiente nell'Interesse Pubblico ha definito le bevande analcoliche "caramelle liquide". Una lattina da 12 once contiene 1,5 once di zucchero.
I giganti delle bevande analcoliche si stanno orientando sempre di più sullo Sciroppo di Grano ad Alta Concentrazione di Fruttosio (High Fructose Corn Syrup, HFCS). Il Ministero della Salute non ha ancora affrontato la questione dei rischi per la salute dell'HFCS e dei rischi per la salute dei cibi geneticamente modificati se il grano utilizzato fosse grano geneticamente modificato. Se il Governo vuole che i cittadini usino dolcificanti sicuri dovrebbe bandire l'HFCS ed incoraggiare i produttori di zucchero di canna in India a passare all'agricoltura organica. Il Governo Centrale sta chiaramente fallendo nel proteggere la salute dei cittadini indiani.
Lo zucchero contenuto nelle bevande analcoliche non è zucchero naturale, saccarosio, bensì HCFS. Gli stabilimenti per la produzione dello sciroppo di grano hanno cominciato ad essere impiantati in India, e se non vengono stabilite delle regole rigide la dieta indiana potrebbe prendere la via di quella statunitense, dove lo sciroppo di grano ad alta concentrazione di fruttosio provoca resistenza all'insulina. A differenza del saccarosio, il fruttosio non passa attraverso alcune fasi critiche intermedie di collasso, ma viene deviato verso il fegato, dove imita la capacità dell'insulina di far rilasciare al fegato acidi grassi nel sangue. Degli studi hanno scoperto che le diete a base di fruttosio contengono il 31% in più' di trigliceridi rispetto alle diete a base di saccarosio. Il fruttosio inoltre riduce il tasso di ossidazione degli acidi grassi. P.A. Mayes, uno scienziato dell'università di Londra, è giunto alla conclusione che l'assunzione prolungata di fruttosio provoca un adattamento dell'enzima che aumenta la lipogenesi, la formazione del grasso, e la formazione di VLDL (colesterolo cattivo), che conducono a trigliceridemia (eccesso di trigliceridi nel sangue), ridotta tolleranza al glucosio, e iperinsulinemia (eccesso di insulina nel sangue). Gli scienziati dell'Università della California a Berkley hanno anche confermato che un consumo eccessivo di fruttosio stava deviando la dieta americana verso cambiamenti metabolici che inducono all'accumulo di grasso.
L'India non può affrontare gli elevati costi sanitari di una dieta a base di fruttosio, che ha anche altri costi nutrizionali come effetti collaterali. Quando il grano viene utilizzato per produrre sciroppo ad alta concentrazione di fruttosio, ai poveri viene negato un elemento nutritivo basilare. Il 30% del grano viene già utilizzato per produrre materia grezza per la produzione industriale di cibo per il bestiame e fruttosio e non viene usato come alimento per l'uomo. Inoltre, la sostituzione di dolcificanti più sani derivati dallo zucchero di canna, come il gur e il khandsari, derubano i contadini di guadagni e mezzi di sostentamento. L'impatto dei prodotti della cola sulla catena alimentare e sull'economia è pertanto molto ampio e non finisce con la bottiglia.
Terza parte:
Ad ogni modo, quello che c'è nella bottiglia non va bene per una dieta sana. E' risaputo che il consumo di bevande analcoliche contribuisce a rovinare i denti, e gli adolescenti che consumano bevande analcoliche mostrano un rischio di fratture ossee 3-4 volte superiore rispetto a quelli che non ne bevono. Le bevande analcoliche stanno diventando la maggiore fonte di caffeina nelle diete dei bambini, visto che ogni lattina da 33 cl contiene circa 45 mg di caffeina. E ci sono altri ingredienti nella brodaglia tossica, un composto antigelo - etilenglicole per ridurre la temperatura di congelamento, acido fosforico per dargli un po' di mordente.
La gente consuma 4 kg di prodotti chimici a testa all'anno, sulla base di 20,6 milioni di tonnellate di prodotti chimici sotto forma di coloranti artificiali, aromi, ecc. (Prashant Bhushan, "Soft drinks - a toxic brew"). Pertanto non è solo dei pesticidi che dovremmo preoccuparci, ma delle miscele tossiche da cui i giganti della cola stanno rendendo dipendenti i nostri figli. L'altra violazione commessa da Coca Cola e Pepsi è la violazione del diritto alla salute. L'acido fosforico e il diossido di carbonio rendono le bevande analcoliche fortemente acide, il che spiega come mai siano efficaci come detergenti per il bagno (NOTA MIA: provate a mettere un qualsiasi oggetto arrugginito a mollo nella Coca Cola: il risultato è garantito!!!). Non approveremmo mai che i nostri figli bevessero detergente per il bagno, tuttavia le bevande analcoliche, che hanno le stesse proprietà acide, vengono vendute liberamente. E' a causa di questi rischi che negli Stati Uniti le scuole hanno vietato le bevande analcoliche. E' a causa di questi rischi che 10.000 scuole e college indiani si sono dichiarati "zone libere da Coca Cola e Pepsi". E' a causa di questi rischi che il Governo del Kerala ha bandito le Cole. E' a causa di questi rischi che la mensa del Parlamento Indiano non serve Coca Cola e Pepsi. Ed è a causa di questi rischi che i rappresentanti della Pepsi hanno ammesso che le loro bevande non sono sicure per i bambini.
Tuttavia, il Governo dell'Unione sta esitando sotto la pressione delle aziende e degli Stati Uniti. Il Ministero della Salute dell'Unione ha messo in discussione uno studio del Centro per la Scienza e l'Ambiente sui residui di pesticidi in Coca Cola e Pepsi, citando testualmente uno studio commissionato dalla Coca Cola. Chiaramente la salute dei cittadini non puà essere messa nelle mani di un Governo che fissa degli standard arbitrari che garantiscono a Coca Cola e Pepsi la sicurezza per fare profitti enormi, ma che non garantiscono la sicurezza per la salute dei cittadini.
Il Ministero della Salute ha annunciato che entro i primi mesi del 2007 avrà degli standard di sicurezza idonei per Coca Cola e Pepsi. Tuttavia Coca Cola e Pepsi non diventeranno sicure dopo questa data. Ci sono due motivi per cui dipendere solo dalla fissazione di uno standard non è affidabile per garantire che i cittadini ricevano prodotti sicuri e salutari. In primo luogo, le decisioni centralizzate del Governo possono essere facilmente influenzate dagli interessi aziendali, come abbiamo visto nella risposta del Governo al dibattito in Parlamento. C'è una scienza aziendale e c'è una scienza pubblica. In un'epoca in cui sono le aziende a dettar legge, governerà la legge societaria. In secondo luogo, per loro natura gli standard sono riduttivi. Verranno fissati gli standard per i residui di pesticidi basandosi solo sui livelli permessi per ingredienti quali acqua e zucchero, senza badare agli effetti dannosi del prodotto sulla salute della gente e sull'ambiente. Abbiamo bisogno di una sicurezza alimentare olistica, non di standard per una pseudo-sicurezza riduttivi e manipolati che proteggono le corporazioni e non la gente. Le osservazioni dello stesso Ministro della Salute chiariscono che "standard di sicurezza riduttivi non rendono sicure Coca Cola e Pepsi". Mentre dichiarava che i residui di pesticidi erano "entro i limiti di sicurezza" nelle bottiglie testate a Myson e Gujarat, affermava anche che le cola sono porcherie e non erano sicure per la salute. La sicurezza è più di uno standard per residui di pesticidi. E, come abbiamo visto, differenti laboratori danno risultati differenti.
Vietare o meno Coca Cola e Pepsi non può e non dovrebbe dipendere solamente da se un particolare laboratorio non trova particolari livelli di residui di particolari pesticidi oltre i limiti permessi nelle bevande analcoliche. I problemi dovuti alla creazione da parte di Coca Cola e Pepsi di una crisi idrica e di una crisi sanitaria sono separatamente ragioni sufficienti per vietarle. Prese insieme, rendono il divieto imperativo. Sono crimini contro la natura e le persone. I crimini vengono determinati dal loro impatto, non dallo "standard" degli strumenti usati per commettere un crimine. Coca Cola e Pepsi sono impegnate a devastare le risorse idriche della terra e stanno lentamente avvelenando i nostri figli. E non c'è uno standard sicuro per la devastazione. Nessuno "standard sicuro" per un lento omicidio. E' per questo che dobbiamo bandirle dalle nostre vite con azioni da liberi e sovrani cittadini di un'India libera e sovrana.
Un discorso di un Ministro influenzato dai giganti della Cola non li scagiona, come hanno affermato. Devono essere i liberi cittadini indiani a scagionarli. E le popolazioni indiane non hanno scagionato la Coca Cola e la Pepsi. Dobbiamo costruire sull'esempio fornito da Plachimada e dal Kerala per liberare l'India da Coca Cola e Pepsi per proteggere le nostre falde e la salute delle generazioni future.
Dobbiamo resistere ad ogni tentativo di togliere a cittadini e stati i diritti costituzionali di prendere decisioni circa la sicurezza del nostro cibo, come propone il Food Safety Act 2006.
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