"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 23 dicembre 2007

BANGLADESH: IL CICLONE HA LASCIATO MORTE E DISTRUZIONE




Il ciclone SIDR, che ha devastato il Bangladesh il 15 novembre, ha lasciato dietro di sé una scia di morte e distruzione: le vittime sono più di 5.000, i senzatetto oltre 2,5 milioni, mentre il numero dei feriti oscilla da un minimo di 5.000 a una stima di 40.000. In totale 8,5 milioni di persone sono state coinvolte nella catastrofe.

I danni causati dal ciclone sono ingenti: alle 564.000 abitazioni distrutte e quasi 900.000 danneggiate si aggiunge il problema della mancanza di acqua potabile, contaminata dalle decomposizioni di cadaveri umani e animali. Inoltre, l’uragano ha provocato la caduta di alberi che hanno tranciato i cavi elettrici e interrotto la fornitura di corrente elettrica. Le strade sono spesso inagibili a causa di frane dei terrapieni e molte opere idrauliche per la canalizzazione dell’acqua e l’irrigazione sono state danneggiate.

A riflettori quasi spenti, i sopravvissuti devono affrontare la dura realtà che li ha colpiti.

Bisogna ricostruire le abitazioni, fronteggiare i problemi sanitari che si sono pericolosamente aggravati a causa dell’acqua infetta, riabilitare strade, scuole e ospedali.

Nella furia dell’uragano, intere famiglie hanno perso tutto: gli effetti personali, la casa, il lavoro.

Il ciclone ha infatti ucciso più di un milione di capi di bestiame, distrutto le imbarcazioni e le reti dei pescatori e devastato 810.000 ettari di raccolti.

E’ urgente agire al più presto per permettere la ripresa della pesca e della coltivazione del riso, principali attività di sostentamento della popolazione.

Le Nazioni Unite dichiarano che il bilancio dei danni è ancora più grave di quanto inizialmente immaginato: “mano a mano che giungono le informazioni, la realtà si rivela ancora più torva”, si legge in un comunicato rilasciato martedì 4 dicembre a Dhaka dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento delle Attività Umanitarie.

ITALIA AIUTA, da subito in prima linea, è attiva sul campo in collaborazione con un network di sette organizzazioni non governative locali di cui l’Organizzazione Community Awareness Foundation è capofila. Subito dopo la catastrofe, sono stati organizzati centri di raccolta e assistenza della popolazione e sono stati distribuiti generi di prima necessità.

Ma in Bangladesh la popolazione ha bisogno dell’aiuto di tutti!

La strada per tornare alla normalità è ancora lunga: per permettere interventi rapidi ed efficienti, ogni contributo è prezioso ed urgente.





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1 commento:

Franca ha detto...

Stavolta non ci sono stati turisti italiani a fare da volano per tenere alta l'attenzione