"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

martedì 18 dicembre 2007

Pena di morte, sì dell'Onu alla moratoria proposta dall'Italia

Nell'Assemblea generale 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti
La proposta sostenuta dal governo italiano. E' la prima volta nella storia



Massimo D'Alema sorridente dopo la votazione


NEW YORK -
L'assemblea generale delle Nazioni Unite ha detto sì alla proposta di moratoria sulla pena di morte. La decisione dell'Onu è una vittoria per l'Italia che ha portato avanti l'iniziativa. 104 Stati hanno votato a favore - "Più delle previsioni", ha commentato Massimo D'Alema - 54 contro e 29 astenuti. "E adesso tocca lavorare per l'abolizione della pena capitale", ha detto il ministro degli Esteri, strenuo sostenitore della moratoria.

Sono 13 anni che ogni tentativo di approvare qualche cosa di simile al Palazzo di Vetro è naufragato spesso per pochi voti. La risoluzione sulla pena di morte approvata oggi dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha un'importanza storica senza precedenti, anche se ancora un valore puramente simbolico.

Spetterà ora all'Onu verificare, Stato per Stato, l'applicazione della motatoria. Compito affidato al segretario generale Ban Ki-moon che da Algeri dove si trova per visitare le sedi dell'Onu colpite dai tragici attentati della settimana scorsa, definisce "un passo coraggioso" la moratoria approvata dall'assemblea.


Il documento infatti non è vincolante, ma il significato morale è grande. Il testo esorta tutti gli stati che hanno ancora la pena di morte a "stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista dall'abolizione" della pena capitale, e invita a ridurne progressivamentel'uso e il numero dei reati per i quali può essere comminata, rispettando gli standard internazionale a garanzia dei diritti dei condannati.

(18 dicembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/pena-di-morte2/voto-moratoria/voto-moratoria.html

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Era il 1994 quando per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite si affaccia la richiesta
di una moratoria per la pena di morte. E' ancora prevista in 69 paesi nel mondo

Moratoria, tredici anni di battaglie
in prima fila l'Italia e i radicali

Tre i tentativi falliti: nel 1994, nel 1999 e nel 2003. Servivano 97 sì sono stati 104
Già un anno fa l'Italia aveva un elenco di 93 paesi a favore. Gli stop&go di Bruxelles


di CLAUDIA FUSANI


L'Assemblea generale delle Nazioni Unite


ROMA
- Quella sulla moratoria della pena di morte è una lunga battaglia che vede in prima fila da sempre l'Italia e il partito Radicale. E' una storia lunga tredici anni: dal 1994, infatti, quello della sospensione è un fantasma che si aggira nei corridoi del Palazzo di Vetro. E per ben tre volte - nel 1994, nel 1999 e nel 2003 - la storica decisione è stata a un passo dall'essere approvata. Ogni volta però il potere di veto di Stati Uniti e Cina e il realismo della vecchia Europa era riuscito a prevalere. La moratoria della pena di morte non può essere scissa dal nome dell'organizzazione - "Nessuno tocchi Caino" - che per prima, era il 1993, e più di tutte ha lottato e combattuto per arrivare a oggi. Anche per questo oggi è giusto citare il nome di una persona - la scrittrice Maria Teresa di Lascia - che quell'organizzazione e quella battaglia ha voluto e cominciato prima di morire nel settembre 1993.

1994 - Per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite il governo Berlusconi, su iniziativa di "Nessuno tocchi Caino" dà incarico a Emma Bonino di presentare all'Assemblea Generale dell'Onu una richiesta di moratoria universale delle esecuzioni capitali.

1997-1998: Per tre anni il tema moratoria resta sotto traccia, se ne parla poco e solo in certi ambienti. Nel 1997 si riaffaccia nell'agenda politica grazie al presidente Prodi che pur sfidando alcuni alleati europei, presenta alla Commissione Onu dei Diritti umani a Ginevra la risoluzione per la moratoria delle pana capitale. Prodi "vince" e il documento viene approvato con 27 voti a favore, 11 contrari, 14 astensioni, un assente. Da allora, ogni anno fino al 2005, la risoluzione è regolarmente approvata dalla Commissione di Ginevra. La risoluzione non arriva mai nel palazzo dell'Onu ma da allora è come una goccia che cade nello stesso punto e scava nella pietra. Spiegherà nel 2007 l'allora ambasciatore italiano alle Nazioni Unite Francesco Paolo Fulci: "Il progettò non andò a buon fine perché qualcuno per eccesso di zelo ritenne che fosse necessario avere un ulteriore avallo da parte dei ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles. Non solo quell'avallo non ci fu ma giunse l'ordine a New York, a noi ambasciatori europei, di sospendere qualsiasi iniziativa al riguardo...". Non contraddire l'alleato americano: è questo, da sempre, il più grande ostacolo alla moratoria. Gli Stati Uniti, infatti, con la Cina mantengono tutt'oggi la pena di morte.

2003 - Silvio Berlusconi s'impegna, il 2 luglio 2003, alla vigilia della presidenza di turno del semestre europeo "a portare all'Assemblea generale di settembre questa richiesta (di moratoria della pena di morte ndr) come richiesta condivisa dal Parlamento europeo". Il problema è che nei fatti accade il contrario: nonostante il Parlamento europeo impegni la presidenza italiana della Ue a presentare la risoluzione all'Assemblea generale, il ministro Franco Frattini non dà seguito ai dispositivi chiari del Parlamento europeo sostenendo che l'Unione europea non è d'accordo. Il fatto è che un altro strappo con l'alleato Usa negli anni freddi tra Usa e Europa per via delle scelte in politica estera e della guerra in Iraq non sarebbe stato sostenibile. L'Italia, quindi, non presenta la risoluzione al Palazzo di Vetro.

27 luglio 2006 - E' una data a suo modo storica, come quella di oggi. Quel giorno infatti la Camera dei deputati approva all'unanimità la mozione del radicale Sergio D'Elia, che è anche presidente di Nessuno Tocchi Caino. "Il Parlamento - si legge nella mozione - impegna il governo italiano a presentare italiano a presentare alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite (la 61 esima sessione) una proposta di risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in consultazione con i partner dell'Unione europea". Riparte, quel giorno, il lavoro di convincimento e coinvolgimento dei 25 paesi europei che però "non sarà vincolante e non potrà ridurre la libera capacità di azione dei paesi". Chi ci sta, è benvenuto. Per il resto, mani libere.

2 novembre 2006 - Scadono i termini per la presentazione di una risoluzione pro moratoria davanti al Terzo comitato dell'Assemblea generale a new York. Nulla di fatto, quindi. In alternativa l'Unione Europea avvia al palazzo di Vetro la raccolta di adesioni sulla Dichiarazione contro la pena di morte. E' una strada che difficilmente può portare da qualche parte: mentre sulla sospensione è più facile convincere anche i filo-Usa, l'abolizione è un cambiamento deciso, netto. Se è difficile convincere sulla sospensione, figuriamoci sulla abrogazione.

Dicembre 2006/marzo 2007 - L'iniziativa rischia di impantanarsi di nuovo. Marco Pannella, Sergio D'Elia cominciano a staffetta una seria di scioperi della fame in certi momenti anche drammatici. A giugno viene occupata anche la Rai accusata di non dare sufficiente spazio alla causa. Il 2 gennaio la Presidenza del Consiglio e il governo si impegnano "ad avviare le procedure formali perché questa Assemblea generale delle Nazioni Unite metta all'ordine del giorno la questione della moratoria universale sulla pena di morte". Il presidente Napolitano commenta: "E' un bel biglietto da visita per l'Italia nel Consiglio di sicurezza".

La Marcia di Pasqua: l'Europa appoggia l'Italia - E' un movimento compatto quello che marcia il giorno di Pasqua fin sotto il Vaticano chiedendo che il mondo sospenda la pena di morte. Coi i Radicali e Pannella ci sono il premier, 16 ministri e il presidente emerito Francesco Cossiga. Dopo pochi giorni, il 13 aprile, il Consiglio dei ministri affida al ministro degli Esteri Massimo D'Alema l'incarico di discutere del dossier moratoria nel prosismo consilgio Ue a Lussemburgo. La data prevista è il 23 aprile. Ma il via libera europeo arriverà solo il 14 maggio: l'impegno è di presentare la risoluzione da portare all'Onu al prossimo summit dei leader Ue del 21-22 giugno.

I Nobel per la moratoria - Intanto sottoscrivono e rispondono all'appello italiano e di "Nessuno tocchi Caino" 55 premi Nobel. Il documento chiede al premier Prodi "che nelle prossime ore depositi il progetto di risoluzione già sottoscritto da 93 paesi". Sono 192 i paesi delle Nazioni Unite. Per approvare la moratoria servono 97 sì (la maggioranza più 1 su 192 paesi). A fine 2006 erano già 93 quelli firmatari. Un anno fa bastava un nulla per arrivare al traguardo.

Giugno 2007 - Il Consiglio Affari generali dell'Unione europea riunito a Lussemburgo assume all'unanimità l'impegno formale a presentare la risoluzione sulla moratoria all'apertura della 62esima assemblea generale dell'Onu che si riunisce a settembre. E' quella in corso. Quella che finalmente ha deciso.

Primo novembre - Nuova Zelanda e Brasile depositano alla Terza Commissione Onu il testo della risoluzione L29. Alla fine sono due paesi non europei a fare il passo. Una scelta "tattica" suggerita dai Radicali che dopo gli stop&go dell'Unione europea - per due volte nel 2007 Bruxelles dice sì e poi rinvia - suggeriscono di investire in prima persona il resto del mondo nella battaglia sulla moratoria.

15 novembre - Con una maggioranza di 99 voti a favore e 52 contrari (gli astenuti sono stati 33) è stata approvata la risoluzione che chiede ai 192 Stati di "adottare una moratoria delle esecuzioni in vista della loro abolizione definitiva". È un risultato storico che premia l'unità europea, mancata in passato, e l'impegno dell'Italia, reduce da 150 incontri con altrettanti ambasciatori di Paesi diversi. E' la data che porta al successo di oggi. Adesso comincia un altro cammino, altrettanto difficile: cercare di far rispettare la moratoria anche nei paesi che hanno votato contro e poi l'abolizione della pena capitale.


(18 dicembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/esteri/pena-di-morte2/tredici-anni-battaglie/tredici-anni-battaglie.html

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24 commenti:

Tanuccio ha detto...

Questa è una bella notizia, mi rendo conto che c'è ancora tanto da fare, ma è già un passo in avanti...

Anonimo ha detto...

Sono felice, quest'anno brinderò noin solo al nuovo anno, ma anche alla nuova era.
Ora bisogna lottare affinchè anche gli assassini efferati di donne, uomini e bambini possano avere il tacchino ripieno, il panettone e la colomba pasquale.
derisco subito alla raccolta di firme e ......la prossima battaglia sarà il ricongiungimento con la moglie o fidanzata a spese dello stato.
Dio esiste!
Mat

Anonimo ha detto...

Non solo Dio esiste, ma l'abbiamo fregato, già!
Noi siamo migliori, quel fascista li abrebbe condannati alla morte eterna in un attimo.
Da oggi se volete la grazia inviate un email alle Nazioni Unite. Costa meno di un cero.
Mat

Equo ha detto...

Vecchia polemica che non intendo riprendere, se non per dire che chi uccide un assassino non è migliore di lui.

Anonimo ha detto...

Per 10000 anni si è chiamata giustizia :-)
E non sono d'accordo con te Equo. Fosse così, oltre al senso di giustizia che ha pervaso gli uomini per millenni, dovremmo disarmare polizia, militari e chiunque altro rappresenti lo stato. Lo so, risponderai che è leggittima difesa. Non è vero, e sai perchè, questi rischiano la vita per "noi altri". E noi altri un pò di responsabilità ce la dovremmo assumere, non possiamo far macchiare solo le loro mani di sangue.
Mat

elena ha detto...

Preferisco un Caino vivo ad un Abele morto - e di Abele ne abbiamo già avuti troppi.
Inoltre - ma è sempre un'opinione personale - nemmeno la morte "per giustizia" di un assassino mi rende la vittima.
Quindi meglio le miniere di sale... e non è detto che sia la punizione meno dolorosa. Augh!

elena ha detto...

Ops! Ho scritto leggendo solo i primi due commenti...
C'è almeno un'altra cosa che voglio aggiungere: io le mani non me le voglio macchiare, nemmeno per ammazzare un assassino. La legittima difesa è una cosa, la "giustizia del taglione" un'altra.
Quanto al disarmo, mi sembra incontrovertibile che non è ammassando creando ed usando armi sempre più sofisticate la violenza si sia arginata... anzi! Poi si sa, ci sono quelli distratti che cadono dalle finestre, quelli che scivolano sulle bucce di banana etc. Ma mi pare c'entri poco: non si giustizia un condannato con la pistola d'ordinanaza, no? Hanno inventato le iniezioni letali, la sedia elettrica e cose simili. Che non sono normale dotazione delle forze dell'ordine.

Anonimo ha detto...

Quando un poliziotto insegue dei malviventi (ed ha il dovere di farlo), dopo e dico dopo che hanno commesso il reato, si sa che dovranno usare le armi e ci può scappare il morto. Il mandante di quell'omicidio è lo Stato, che ha imposto le regole di ingaggio. Lo stesso vale per i militari.
Lo stesso Stato ordina bombardamenti su Iraq, Belgrado e Afghanistan (per ora).
Sempre lo Stato consente l'allargamento di una base di cacciabombardieri USA e ospita sul suo territorio decine di ogive nucleari.
Questa non è solo ipocrisia, ma buonismo a poco prezzo che si usa per far dormire tranquilli giudici e politici, meglio della melanina o altro rimedio saporifero, perchè ricopre chi lo usa di un aureola (falsa) di bontà.
Non dico che la pena si debba applicare sempre, ci vuole certezza e efferatezza.
Non credo che la razza umana fin'ora abbia commesso solo errori e noi siamo "i migliori".
Solo per solidarietà, prima di esprimere un parere, bisogna immedesimarsi nei parenti delle vittime e riflettere ciò che è stato tolto alle vittime.
Del resto siamom una società che inorridisce davanti ad uno sgozzamento col coltello, ma segue indifferente un bombardamento in diretta TV.
Occhio non vede, cuore non duole.
Non per me.
Mat

Equo ha detto...

Ribadisco che la discussione sulla leicità o meno della pena di morte è già stata affrontata alcuni mesi or sono e che, francamente, non ho molta voglia di riprenderla. Chi volesse conoscere le mie (ed altrui) argomentazioni in merito può andare a cercare quei vecchi commenti. In questa sede vorrei solo correggere alcune inesattezze di Mat...
Se un poliziotto spara ad un ladro in fuga, anche dopo che ha commesso il reato o qualora sia sorpreso in flagranza dello stesso, è processabile per omicidio (sarà poi il giudice a decidere se volontario o preterintenzionale, ma sempre omicidio è). E' accusabile di omicidio anche se il malvivente fosse stato armato. La nostra legislazione in merito è molto chiara: l'uso letale delle armi da fuoco, per chiunque, comprese le forze dell'ordine, è consentito solo quando la propria od altrui vita sia in concreto ed IMMEDIATO pericolo. In altre parole solo se qualcuno sta tentando di uccidere te od un'altra persona. Addirittura se qualcuno ti aggredisce con un bastone e tu gli spari in fronte sei passibile di denuncia per "eccesso di legittima difesa", in quanto, sempre secondo la legge, il diritto di difendersi deve essere commisurato al pericolo che si corre. Queste leggi a tutela della vita ed a difesa dagli abusi sono un'enorme conquista di civiltà.
Tirare in ballo l'ipocrisia dei governanti non ha alcun senso logico: sarebbe come a dire che non dobbiamo perseguire gli evasori fiscali o i rapinatori perché anche i politicanti rubano e, quindi,darebbero degli ipocriti a far leggi contro i ladri. Che Mat, poi, parli di chi inorridisce nel vedere un poveraccio sgozzato e resta indifferente davanti alla sedia elettrica... e lo faccia in polemica verso chi, al contrario, vuole abolirla quella sedia elettrica èproprio perché ne ha orrore... mi sembra fazioso e demenziale. Semmai sono proprio i fautori della pena di morte che fanno queste differenze. Per il resto, davvero, vi rinvio a quanto già scritto in passato sulla barbarie la sostanziale inutilità della pena do morte come deterrente per la delinquenza. La giustizia è cosa ben diversa e molto spesso contrapposta alla vendetta.

Equo ha detto...

ERRATA CORRIGE: dove è scritto "darebbero" leggasi "sarebbero"

elena ha detto...

Per solidarietà ho provato ad immedesimarmi nei parenti delle vittime. Risultato: se qualcuno facesse qualcosa di male alla mia preziosissima creatura (che tra l'altro è malata...) il fatto di poterlo mettere a morte non mi attenuerebbe l'angoscia ed il dolore - e non mi renderebbe la luce dei miei occhi.
Non è giustizia, è vendetta. Ed il fatto che in alcuni stati dei civilissimi (!!!) USA la pena di morte sia ancora in vigore non mi sembra funzioni da deterrente alla delinquenza... come permettere il porto d'armi non scoraggia l'uso delle armi, anzi.
In ogni caso, mi pare che sia sfuggito un po' a tutti l'elemento fondamentale: il documento NON E' VINCOLANTE. Ergo, vittoria morale e basta - almeno per ora.
Contento, Mat?

Anonimo ha detto...

Non voglio polemizzare e capisco, nonostante la pensi diversamentem le posizioni e le argomentazioni dei sostenitori della moratoria. Non sempre le leggi sono "giuste" e non è necessariamente giustizia graziare gli assassini, parliamo solo di una presunta "civiltà".
Elena tu hai immaginato qualcuno che ipoteticamente abbia fatto del male alla tua amata. Guarda invece con i suoi occhi e prova le sue emozioni nell'ipotesi che venga rapita, violentata, seviziata e straziata, mentre l'assassino sogghigna soddisfatto dalle sue urla, dal suo terrore e dal suo sangue. Pensa come lei ti abbia invocata inutilmente, come gli sia stata negata ogni scelta.
Pensa e ripensa Elena.
Comunque non me ne frega niente.
Mat

Anonimo ha detto...

Equo, solo due domande fuori dal contesto de quo:
- in che occasione usi la spada?
- cosa faresti a dei nazisti?

Mat

Equo ha detto...

Caro Mat, anch'io non voglio essere polemico. Per cui rispondo molto seriamente alle tue domande, considerandole frutto di vera voglia di sapere e non provocazioni :-)
Abitualmente uso la Spada per comprendere qualcosa di me stsso... in particolare delle mie paure e della mia aggresività. Quando l'ho usata contro altri esseri umani era perché in caso contrario la mia vita sarebbe stata in "concreto ed immediato pericolo"... ed io credo fermamente nel diritto dell'individuo all'autodifesa, ma non in quello dello Stato alla vendetta. In quanto ai nazisti, che tu ci creda o no, li metterei a compiere dei lavori socialmente utili (magari a favore della comunità ebraica) e, con il tempo, tenterei persino una loro rieducazione.
Le emozioni non possono dettare le leggi: questa sarebbe una regola da "secoli bui". Emozioni e leggi devono restare distinte e, in ogni caso, le emozioni stesse sono un diritto dell'individuo, ma un lusso che una società nel suo insieme non si può permettere. Se una persona colpita negli affetti sceglie la via della vendetta personale è una cosa; ben diverso se questa sorta di vendetta viene sancita e promulgata come legge.

ska ha detto...

Concordo in particolare con l'ultimo commento di Equo, nonché con quelli di Elena...pare noioso ma è così la maggior parte delle volte! :)
Non entro nella discussione nello specifico perché questa vittoria morale (magari fosse anche vincolante!!!!) non me la voglio rovinare.
E un po' anche perché dopo milioni di discussioni affini, prima sono un po' stanca e annoierei me stessa ripetendomi, ma soprattutto comincio a pensare che i punti di vista in materia afferiscano a quel bagaglio di valori non negoziabili o discutibili di un essere umano: per "la mia parte" nessuno, men che mai lo Stato, dovrebbe mai decidere della morte di un essere umano. Mi fa strano che debbano essere i laici senza Dio a ribadirlo.
E mi domando come facciano la maggior parte degli Statunitensi, così bigotti e fanatici in tema di religione (legata alla politica), riescano a conciliarla con le idde sulla pena di morte.

Comunque sul tema non mi sento molto rispettosa delle idee altrui: è penoso starne ancora a discutere nel 2007! Siamo proprio ancora nell'io adolescenziale, no, Equo?

elena ha detto...

Ma che ti credi, Mat? Che solo perché sono anarco-comunista non abbia dei sentimenti comuni alle persone - in modo particolare alle madri? Ci ho pensato, come no!, a mia figlia nelle mani di un qualsiasi delinquente che le fa del male. Ho pensato al suo dolore, al suo sentirsi abbandonata e tradita... e con tutto il mio essere una dura, solo il pensarci mi fa scoppiare in lacrime. Ma so per certo che, se mai dovessi avere tra le mani il responsabile di quello scempio, il rifargli quello che ha fatto a mia figlia - ad un qualsiasi innocente - non mi farebbe stare meglio. Ma questa è, ovviamente, la versione "personale e passionale". Uno stato non può e non deve ragionare sulla base delle emozioni, come dice Equo. E infatti, non propina (lo stato, diciamo normalmente) torture analoghe ai misfatti compiuti ma ricorre ad iniezioni o sedie, per quanto potrebbero essere considerate torture pure quelle. Equo, altrettanto giustamente, vede la rieducazione come mezzo migliore per impiegare i delinquenti, politici e non.
Ma che non te ne freghi niente non ci credo proprio.

Anonimo ha detto...

Sono disarmato e se dicessi che in caso di referendum, molto probabilmente, vincerebbero i sostenitori della massima punizione, mi sa che andrebbe a mio svantaggio (non amo le maggioranze).
Io li toglierei di mezzo, questo è il mio senso di giustizia, retaggio dei secoli bui. Mglio specificare che erano bui non perchè giustiziavano assassini, ma un pò di tutto e per ogni cosa secondo convenienza. Oggi ci sono strumenti giudiziari e capacità investigative molto diverse.
Sono convinto che i sentimenti di giustizia non possano essere catalogati per ere, la magistratura si.
Crediamo in un Dio (parlo dei religiosi e non solo cristiani) che per molto meno ti condanna alla morte eterna.
Mat

Equo ha detto...

Solo una precisazione, Mat... Quando dici "crediamo in un dio che...", sia detto con rispetto: parla per te! :-))
Ma anche la discussione tra atei, agnostici e credenti ci portò via mesi di post e commenti...per cui...pace, fratelli, pace... e felice Sosltizio d'Inverno a tutti! :-))

Anonimo ha detto...

Scusa Equo se interrompo bruscamente nel tuo solstizio d'inverno prendendo le difese di Mat, nel senso che, credo abbia agito provocando (come già specificò tempo addietro).
Non ho voluto partecipare prima, nonostante abbia letto i vostri commenti.
Mat, allora, chi è emotivamente coinvolto non è in grado di esprimere giudizi saggi. Deve starsene a casa, mentre qualcun'altro farà il giudice sui fatti suoi.
Esempio: se ti succedesse all'interno della tua famiglia una cosa come l'hai descritta ad Elena e il "cattivo" di turno te lo trovi di fronte, non ti permetterò di ucciderlo perchè ti colpirò con un pugno pur di sostenere la causa della giustizia giusta. Se capì ;))

Sette anni fa, fu colpito a trenta cm di distanza e morì accnt a me
Unico sentimento prevalente dopo la cattura di "Caino": regalare la mia Bibbia come atto estremo di amore verso l'assassino.

Stare vicino alle vittime, amarle tanto da tentare di sostiturire colui che gli è stato sotratto, questa è anche giustizia Mat.
Così, per risponderti praticamente.

Mat, grida l'amore a chi è condannato a morte affinchè intenerisca il suo cuore.
Grida l'amore a chi compie il male affinchè provi vergogna.
Devi ricondurlo "a casa", non devi schiacciarlo Caino. Poi recati dai parenti delle vittime e abbracciale fortissimo.
Ciao.

Anonimo ha detto...

Dal commento di Equo: "Solo una precisazione, Mat... Quando dici 'crediamo in un dio che...', sia detto con rispetto: parla per te!"

Ma come Equo?... non credi in Dio??
Vedi che vengo là e ti sgozzo! ;)))

(proprio bella questa, eh?)

Equo ha detto...

Tranquillo, Edgar: mi sto convertendo per gradi.
Per adesso credo in Quetzalcoatl...
:-)

Anonimo ha detto...

Crediamo in un Dio (parlo dei religiosi e non solo cristiani) che per molto meno ti condanna alla morte eterna.
Con questa frase mi riferivo alla nostra civiltà, anch'io sono ateo (non me ne volere Edgar).
Mi conosco e so di essere capace di perdonare, difficilmente provo sentimenti di vendetta, che c'entrano poi con quelli della giustizia.... mah!
Poi consolare certi assassini non mi riesce.
Cmq il mondo va avanti così ed io sono solo una foglia nel vento.

Mat

Anonimo ha detto...

Non volevo intendere consolazione "gratuita" degli assassini, ripeto che molto spesso le ns posizioni sono molto più vicine di quanto scriviamo. Tanto per dire che siamo tutti daccordo che simili soggetti vadano puniti ma con il fine della rieducazione e reinserimento sociale.

Poi Dio non ti condanna per molto meno, ma per molto più.

Poi ancora, le foglie non hanno coscienza noi si e possiamo cambiare la direzione impostaci "dal vento".

Dicevi Mat? Sei ateo?... ah si? Veramente??
Mò vieni un pò qua... ancora un pò più vicino... sccrrrzzzz! Tiè! Ora sgozzo pure te, infedele!

;)) Notte signori.

Franca ha detto...

E' questa l'Italia che vogliamo in campo internazionale, non quella che combatte le guerre di Bush