"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 20 dicembre 2007

Minori, Cgil e Save the Children : 191 milioni sfruttati

di Alessia Grossi


 campo rom opera milano ANSA 220

«Il secondo ragazzo che ho intervistato è un ragazzo di 15 anni del Bangladesh, fratello di una mia amica. Non era molto disponibile a rispondere alle mie domande. Ma alla fine mi ha detto che lui ha iniziato a lavorare all´età di 14 anni in un internet point. Ora ripara i computer e fa montaggi di apparecchiature elettro informatiche 5 giorni alla settimana per 3 ore e mezze al giorno. Il lavoro l´ha trovato tramite la sua professoressa di informatica, infatti lui studia informatica e per questo il lavoro che fa gli piace, la cosa che non gli piace è lo stipendio. La famiglia è contenta che lavori così porta soldi a casa, in famiglia sono 7 persone …lui è il secondo figlio…». A parlare è Tatiana, una ragazza di 18 anni che viene dall´Ecuador e da 13 è in Italia con tutta la famiglia. Tatiana è una delle intervistatrici «infiltrate» dai ricercatori di Save the Children tra i minori migranti di Roma per monitorare la loro situazione. Il rapporto fatto dai ragazzi, così come quello dei ricercatori grandi di Save the Children e di Ires Cgil, rientra nel libro Minori al lavoro. Il caso dei minori migranti, (in libreria per Ediesse dal 15 gennaio) che indaga lo stato del lavoro minorile in Italia, con uno sguardo alla complessa situazione dei giovani migranti. Diversi per metodologia di ricerca i tre rapporti- presentati a Roma giovedì- convergono non soltanto sui dati che riguardano il lavoro minorile in Italia, ma anche sulle caratteristiche di questo e sulle cause da cui scaturisce lo sfruttamento.

Rapporto Ires Cgil
«In Italia la stima dei minori di 15 anni che lavorano ammonta a quasi 500mila, di cui circa 70-80mila minori stranieri» sottolinea in apertura Agostino Megale, presidente dell´Ires- Cgil. «Tra i più esposti i minori maschi, in età compresa tra gli 11 e i 14 anni, di nazionalità straniera, che vivono in una famiglia mono-genitoriale e risiedono in un territorio con alto tasso di disoccupazione, spiega Anna Teselli, ricercatrice Ires - Cgil. Il tratto che caratterizza il lavoro dei minori è l´intensità. Spesso un minore che è coinvolto in un´attività di lavoro precoce non ha tempo per andare a scuola, la sua è un´attività totalizzante, elemento che il più delle volte rischia di emarginare il giovane soprattutto se straniero». Ma la diversità tra i minori italiani e quelli stranieri sta anche nel tipo di lavoro cui vengono sottoposti. Un minore migrante su 3 lavora in strada come venditore ambulante o in alcuni casi svolge attività di accattonaggio, mentre gli italiani lavorano in ambienti più «protetti», come negozi, bar o ristoranti. Un posto d´eccezione nella classifica dello sfruttamento spetta ai cinesi. Il 61 per cento dei minori cinesi lavora in laboratori artigianali tessili o di pelletteria esposto a condizioni di alto rischio sia per i ritmi intensi di lavoro che per l´uso di macchinari pericolosi. E la paga? Il 20 per cento dei minori italiani che lavora non riceve alcun compenso, percentuale che sale ad un terzo per quelli stranieri. La scuola? Il più delle volte continuano ad andare a scuola ma la resa non è certo delle migliori con una conseguente perdita di interesse nell´attività scolastica e una percezione di fatica nel portare avanti entrambe le attività.

La ricerca partecipata a Roma. Lo studio di Save the Children
I ragazzi migranti intervistati dai ricercatori alla pari in una fascia d´età compresa fra i 12 e i 18 anni lavorano prevalentemente nella ristorazione, nell´edilizia, nell´agricoltura, nell´assistenza domiciliare e nei servizi. Soli alcuni degli intervistati chiedono l´elemosina o vanno a rubare, ma, in alcuni casi considerano questo un vero e proprio lavoro. «Il dato allarmante non sono i numeri, ma è il dato che i minori intervistati non abbiamo consapevolezza dei propri diritti in ambito lavorativo anche laddove avrebbero diritto ad un contratto, spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Cildren Italia. Dal nostro studio sono emersi nodi cruciali sul lavoro minorile e lo sfruttamento del lavoro dei minori stranieri come la necessità di contribuire all´economia familiare e la difficoltà di conciliare scuola e lavoro – continua Neri. Save the Children si impegna a chiedere che sia data piena attuazione alla Carta degli Impegni che sarà sottoscritta dalle istituzioni e dalle parti sociali nel 2008». «Questo non è lavoro. Non chiamatelo lavoro, sarebbe un ossimoro. Il lavoro minorile è sfruttamento – spiega la sottosegretaria al Ministero della Solidarietà sociale, Franca Donaggio – che rinnova l´impegno del Governo a sottoscrivere di nuovo, come già nel 1998, la Carta degli Impegni. Perchè – annuncia- dobbiamo arrivare preparati al 2008, appena dichiarato dall´Onu anno della lotta allo sfruttamento minorile».

Pubblicato il: 20.12.07
Modificato il: 20.12.07 alle ore 17.57

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71539

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La giornata mondiale contro lo sfruttamento minorile

1 commento:

Franca ha detto...

Anche questo accade nella "civile" Italia