"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

venerdì 28 dicembre 2007

Dini: "Voteremo no se Prodi non accetta il nostro programma"



DIKTATDINI D'ITALIA..
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Il senatore lib-dem accetta la "sfida" del premier che aveva detto: "Avanti finchè ho la fiducia"
Di Pietro attacca Dini: E' solo un personaggio in cerca di autore"

Bertinotti: "Il Professore ha una chance: più potere d'acquisto ai salari"


ROMA - Lamberto Dini insiste e persiste nei suoi ultimatum al governo Prodi. Che Prodi ieri nella conferenza stampa di fine anno avesse sfoggiato "un ottimismo fuori luogo visto che il governo continua a perdere consensi" lo aveva già detto appena spenti i microfoni di villa Madama. Oggi ai microfoni del Tg2 il senatore leader dei Liberaldemocratici alza altri paletti: "Accettiamo la sfida del premier ("un governo si abbatte col voto di sfiducia, quindi che mi votino contro" aveva detto Prodi). Presenteremo un programma alternativo che dovrebbe essere accettato nella sua interezza. Se così non fosse, il nostro voto sarà negativo".

Il giorno dopo la conferenza stampa del premier maggioranza e opposizione ragionano sulle parole, assai chiare, del Professore: il paese si è rimesso "in cammino"; quella del 10 gennaio "non sarà una verifica ma una messa a punto del programma"; "non ci sarà un rimpasto"; "interverremo per alleviare pressione fiscale sugli stipendi medio-bassi"; è allo studio "un patto per avere maggiori salari e più produttività". Insomma, tutte le premesse per non accontentare Dini e i suoi lib-dem che invece puntano tutto sulla ripresa della produttività e quindi sull'abbattimento del debito pubblico e meno tasse alle imprese. Meno sociale, più imprese.

Da una parte gli ultimatum di Dini. Dall'altra le aperture di Bertinotti. Il Presidente della Camera "lascia" per un po' la carica istituzionale e indossa i panni del leader politico, il leader della Cosa Rossa. E indica, ai microfoni del programma 7P di Rai-Parlamento, gli ingredienti principali della sua ricetta scaccia-crisi: "Prodi deve adeguare il programma, è la sua ultima chance"; il 2008 "deve essere l'anno del recupero del potere di acquisto dei salari" e quello in cui vengono realizzate "la riforma elettorale e le riforme istituzionali". Insomma, Prodi ha una chance e se vuole può sfruttarla per garantirsi l'appoggio della sinistra radicale per tutto il 2008. E chissà, magari anche il 2009, il tempo necessario alle Riforme. libera .

Contro Dini, oltre le aperture della Sinistra radicale, oggi si schiera anche Antonio Di Pietro che lo bolla come " un personaggio in cerca di autore pronto a saltare dalla nave perchè ha il timore che affondi. Invece la nave deve essere portata in porto". L'ex pm poi lo inviata "ad interrogare la sua coscienza".

Intorno al senatore lib-dem si compattano, come previsto, i centristi della maggioranza. Per Willer Bordon "la maggioranza non c'è più". Il senatore dell'Unione democratica conferma che il 15 gennaio consegnerà "la lettera di dimissioni" e popi cercherà la firme "per un governo ponte" perchè è necessario concordare "un tempo per varare le riforme necessarie al Paese" per poi andare alle elezioni. Si tratta di "un'iniziativa che potrebbe avere l'appoggio di Dini e dell'area centrale della maggioranza. Mi piacerebbe -aggiunge Bordon- che partecipassero esponenti del centrodestra".

(28 dicembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/politica/tensioni-unione-2/dini-minaccia/dini-minaccia.html

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