Corsi clandestini per "guarire" dall'omosessualità. Lo ha scoperto un giornalista di "Liberazione", che fingendo di essere un gay desideroso di cambiare corso alla propria sessualità si è avventurato in un mondo sconosciuto ai più, legato alla Chiesa e alla psichiatria cattoliche.
Il giornalista dietro indicazione di un sacerdote che ha un ruolo di intermediario tra i "pazienti" e i "guaritori", ha frequentato per sei mesi un corso psicoterapeutico, gestito dall'equipe del professor Tonino Cantelmi (presidente dell'Associazione degli psicologi cattolici italiani) e avente lo scopo, appunto, di guarire chi è "malato di omosessualità". Secondo quanto emerso dall'inchiesta, i terapeuti del gruppo Cantelmi applicano il metodo della cosiddetta "terapia riparativa", importata dagli Stati Uniti. In America, sono molti i gruppi legati alla Chiesa e «che segue l'insegnamento e la pratica di Joseph Nicolosi", uno psicologo clinico che "vanta ben 500 casi di "gay trattati"».
L'inchiesta ha spinto il presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, a chiedere l'intervento dell'Ordine nazionale degli Psicologi e del ministro alla Salute, Livia Turco. «Un quadro allarmante» ha detto Mancuso commentando l'articolo, «con figure di primo piano coinvolte nell'applicazione di pseudo terapie di guarigione dall'omosessualità che derivano dalle teorie imbevute di pregiudizi e luoghi comuni di un sedicente terapeuta cattolico americano».
«Vogliamo inoltre sapere - prosegue Mancuso - se Cantelmi, i suoi collaboratori, i corsi di terapie individuali e collettivi, siano in qualsiasi modo riconosciuti o sostenuti finanziariamente dalla sanità pubblica oppure attraverso fondi derivanti dall'8 per mille». «Denunciamo infine - conclude Mancuso - come in tutto il paese, come più volte evidenziato da nostre comunicazioni e di altre associazioni di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, imperversino gruppi di psicologi o sanitari cattolici, che nelle parrocchie e in altri ambiti ecclesiastici propagandino la cura dell'omosessualità, senza che alcuna autorità preposta sia per ora intervenuta a contrastare teorie altamente lesive della dignità delle persone omosessuali».
Pubblicato il: 24.12.07
Modificato il: 24.12.07 alle ore 19.29
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71639
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3 commenti:
A parte l'aberrazione ottocentesca di considerare l'omosessualità una "malattia", forse la Chiesa farebbe meglio ad organizzare terapie per la pedofilia. Direttamente tra i seminaristi.
Hai ragione, caro Equo. Anche se personalmente andrei addirittura oltre: il passaggio dalla "donna angelicata" alla persona-donna, il superamento dell'atteggiamneto sessuofobo e - magari - l'addio al celibato/nubilato obbligatorio per chi non ci si sente portato magari potrebbero aiutare. Peccato che tanti cattolici abbiano come unico scopo l'aiutare il prossimo con i suoi "fuscelli", dimenticando la trave nei loro occhi.
Avevo letto la notizia.
E' una cosa sconvolgente. Speriamo veramente che almeno non sia finanziata con i nostri soldi
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