La guerra è madre di tutte le cose. Divagazioni semiserie di un cuore irriducibilmente anarchico
"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci
domenica 30 dicembre 2007
RAT RACE
Se analizzate la vita di una persona di media istruzione, che lavora molto, individuerete un percorso standard.
Nasce un figlio, che poi va a scuola. Gli orgogliosi genitori sono contenti perché il loro bimbo eccelle, prende voti discreti, se non proprio buoni, e viene accettato all'università. Il ragazzo si laurea, magari si iscrive a un master, dopo di che agisce come previsto: cerca un buon lavoro, punta al posto fisso.
Lo trova (come medico, avvocato, ecc.) e fa carriera, oppure si arruola nell'esercito o riesce a entrare nell'amministrazione pubblica. Di solito, comincia a guadagnare bene, gli arriva a casa un gran numero di carte di credito, per cui inizia anche a spendere con una certa profusione, se non lo ha già fatto. Avendo soldi da spendere, il ragazzo frequenta locali dove incontra altri suoi coetanei, dà loro appuntamento e poi, forse, si sposa.
Per lui, la vita diventa meravigliosa, anche perché oggi lavorano sia gli uomini sia le donne. Avere due redditi in casa è una benedizione. La coppia si sente realizzata, il futuro è radioso, e allora decide di comprare una casa, un'auto e la televisione, di andare spesso in vacanza e di avere dei figli. Arriva un bel frugoletto. La necessità di contanti è enorme. La coppia felice decide che la carriera è una cosa troppo importante, perciò inizia a faticare di più, a chiedere promozioni e aumenti di paga. L'aumento viene concesso, ma poi arriva un altro erede, da cui la necessità di una casa più ampia.
Allora, lavorano ancor più duro, diventano impiegati migliori, impegnandosi allo stremo. Tornano perfino sui banchi di scuola per ottimizzare le qualità professionali, sempre con lo scopo di spuntare uno stipendio maggiorato. Uno dei due potrebbe addirittura cercare un secondo lavoro. Il reddito famigliare sale ancora, ma cresce anche lo scaglione dell'imponibile fiscale, come la tassa immobiliare sulla casa (più grande) e quella per i servizi sociali, nonché tutte le altre imposte. Riscuotono una bella busta paga, ma si chiedono dove spariscano tutti i soldi.
Comprano fondi comuni d'investimento e generi alimentari con la carta di credito. I figli cominciano ad avere cinque o sei anni, perciò aumenta il bisogno di risparmiare per mandarli a scuola (fino all'università), oltre a quello di pensare alla pensione. La coppia felice, nata trentacinque anni fa, è ormai intrappolata nella Corsa del topo per il resto dei suoi giorni lavorativi. Lavorano per i proprietari dell'azienda in cui sono impiegati, per le tasse che mantengono lo Stato, per pagare le carte di credito ed estinguere il mutuo immobiliare contratto con la banca. Intanto, ammoniscono i figli a "studiare sodo, prendere ottimi voti e trovare un posto fisso".
Non imparano niente sul denaro, ma molto su chi si approfitta della loro ingenuità, finendo per faticare come degli schiavi per tutta l'esistenza. Il processo si tramanda alla generazione seguente di "grandi lavoratori". Questa è la Corsa del topo.
(“The Cash Flow Quadrant” & “Rich Dad Poor Dad”)
brano riportato da Lorenzo Ait nel suo articolo "La corsa del topo" che potete leggere qui
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7 commenti:
Questo genere di post dovete tenerlo come "manifesto-denuncia" per un mese "in prima pagina" sul blog!!!! Chiaro???
Passerò la proposta ad Elena ((fino al 2 non c'è), chissà che non ti prenda in parola, edgar!
mauro
Esemplare.
E' proprio così. E ci sarebbe molto da riflettere. Bisognerebbe stravolgere tutto.
In generale però, pur nello sfacelo generale, dovremmo tenere a mente, in questa società follemente consumistica, che comprare sempre più cose di cui non si ha bisogno, e lavorare sempre di più per potersele permettere o mantenere, e poi non aver tempo per godersele, o peggio per dotare i figli di tutto il superfluo ma lasciarli cresecre con degli sconosciuti, davvero è un trattino di ruota che almeno potremmo tentare di risparmiarci. Cominciare a rallentare la ruota.
"Cominciare a rallentare la ruota."
Si, ska, bisogna partire da qui, concordo pienamente.
mauro
Anch'io concordo con Ska. Non si sa mai... qui ora va di moda concordare con Skakkina.... SCHERZO!
Concordo veramente.
Concordo con Skakkina... rallentare
...e ridurre i propri bisogni.
Io sono ad una ciotola di riso e due pacchetti di Gitanes al giorno :-)
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