Il 10/1 la verifica di maggioranza
Palazzo Chigi, sede del governo
È stato un lungo venerdì al Senato. E quando, alle 9 di sera, dopo la fiducia e l’approvazione della Finanziaria, finalmente passa anche la fiducia sul welfare, Prodi e Damiano si lasciano andare a un abbraccio liberatorio. Il peggio è passato. Ora c’è giusto il tempo di ricaricare le energie in vista della verifica di gennaio. Mancano due settimane al 10 gennaio, giorno in cui il premier Romano Prodi incontrerà i segretari della maggioranza e deciderà buona parte del suo futuro.
Ma intanto, c’è la giusta soddisfazione per i risultati raggiunti: «In poco tempo e con la necessaria gradualità», ha spiegato il ministro del Lavoro Cesare Damiano, il governo ha raggiunto «una tappa importante dell'azione sociale di questo esecutivo». Damiano è soddisfatto soprattutto perché, grazie al protocollo siglato con i sindacati il 14 luglio e approvato venerdì, «i lavoratori andranno in pensione a 58 anni e con 35 di contributi», i pensionati potranno contare sulla quattordicesima, i giovani con lavoro discontinuo avranno nuove tutele, tra cui la malattia, la maternità, il riscatto della laurea a fini pensionistici «con la previsione per questi lavoratori di avvicinarsi ad una pensione che sarà pari al 60% del loro ultimo stipendio percepito».
Ma venerdì è stato anche il giorno della Finanziaria. Sconti su Ici e affitti, aiuti per chi non riesce a pagare il mutuo sulla prima casa e norme per contrastare il caro-benzina. Insomma nella manovra approvata venerdì, per un totale di 16,4 miliardi di euro, non c’è solo il risanamento. Le novità della Finanziaria sono soprattutto all’insegna della redistribuzione. E della tutela del cittadino-consumatore. Arriva il bonus da 1200 euro l´anno per le famiglie con almeno quattro figli, calano le aliquote Ires e Irap mentre dal prossimo anno caleranno anche le tasse per i lavoratori dipendenti. Sul fronte della tutela del consumatore sbarca in Italia la class action, l'azione collettiva di risarcimento, e nasce il cosiddetto Mister Prezzi con il compito di vigilare su prezzi e tariffe.Tagli anche ai costi della politica, che porteranno a un risparmio di circa 3,5 miliardi di euro in tre anni. Il prossimo governo sarà più snello con un limite massimo di 12 ministri e 60 componenti per l'intera compagine governativa e arriva un contenimento degli sprechi anche su consiglieri e assessori: viene ridotto il numero, le indennità e i gettoni di presenza.
Da gennaio, dopo la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entrambi i provvedimenti saranno leggi dello Stato. Intanto, si attendono anticipazioni su quali saranno i prossimi progetti in cantiere. Qualcosa si saprà nella conferenza stampa di fine anno che è in programma per il 27 dicembre. Lì, ha spiegato Prodi, lancerà le sue proposte per «imbullonare» un programma per il 2008 a cui vincolare gli alleati. Il presidente del consiglio è tranquillo, per niente preoccupato, anzi i successi del Senato lo hanno incoraggiato a dare «continuità all'azione che stiamo portando avanti». Serve però un rilancio forte dell’unità del governo, dopo i malumori serpeggiati in tema di riforme, in particolare tra i piccoli dell’Unione che sopportano malvolentieri il peso del partito Democratico all’interno della maggioranza.
Il primo passo da compiere, almeno nelle intenzioni di Prodi, è quello della riduzione della pressione fiscale e dell’aumento dei salari: insomma, rafforzare il potere d’acquisto delle fasce con redditi medio-bassi, così come da tempo chiedono i partiti della sinistra. Sul fronte “opposto”, invece, avanti tutta con le liberalizzazioni che piacciono tanto ai diniani, che continuano a ricordare al governo di avere «le mani libere». E poi ci sono le riforme, un’emergenza per tutti, da Bertinotti a Mastella.
Pubblicato il: 22.12.07
Modificato il: 22.12.07 alle ore 11.21
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71592
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1 commento:
Tutto bene, quindi!
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