"SALVATELA", PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI..
...L'Arte scomparirà anche dai musei? Non solo da internet e dalle memorie delle nostre fotocamere, pure dalla nostra, di memoria, deve scomparire.. Ci costringeranno ad andare in giro bendati (non solo virtualmente ma anche fisicamente) ché pure un bel paesaggio agreste (finché esiste) ci è vietato. "Verboten!". Per tutti. O forse per i ricchi no..
mauro
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venerdì 21 dicembre 2007Roma - Pochi giorni fa il Ministro Rutelli ha annunciato il rientro nel nostro territorio di opere d'arte italiane trafugate e portate illegalmente all'estero. Dal 21 dicembre al 2 marzo, sessantotto manufatti d'epoca romana, greco-romana ed etrusca, avranno temporaneamente casa in una mostra al Quirinale, di ritorno dalle teche di prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo (tra i quali il Metropolitan di New York), per poi trovare collocazione nei più importanti musei della penisola.
L'intellighenzia italiana, con in prima fila il ministro Rutelli, si è felicitata e congratulata per quello che rappresenta indubbiamente un notevole successo per i beni culturali nostrani.
Queste opere però - e non solo queste - sono condannate da una misconosciuta legge italiana ad un limbo burocratico dal quale sarà ben difficile tirarle fuori, e che rischia di consegnarle all'oblio più completo.
Il "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (che chiameremo Codice Urbani, dal nome del suo ispiratore), regola tutte le opere gestite da enti pubblici italiani, e sta creando non pochi problemi alla loro promozione nel mondo. Tale codice prevede il divieto assoluto di fotografare le opere in mancanza di un'autorizzazione dell'ente che le gestisce (museo, comune, ministero...). Per lo stesso motivo è vietata anche la riproduzione su internet.
Nel silenzio generale dei media, sotto la scure del Codice Urbani sono già passate l'Annunciazione di Leonardo, la Venere di Botticelli, il Bacco di Caravaggio ed altre notissime opere di Raffaello, Tiziano e Rembrandt: tutte scomparse dalla maggiore enciclopedia online del mondo. Ma non è tutto: altre decine e decine di fotografie di opere notissime stanno scomparendo proprio in questi giorni a causa della suddetta legge. E con loro, chissà quante altre nel silenzio di siti più piccoli spersi per la Rete.
Anche le opere appena recuperate rischiano la stessa sorte, con la tutto sommato piccola aggravante che il tempo per fotografarle è pure più ristretto. I reperti, infatti, dopo il breve periodo di permanenza al Quirinale, partiranno per le loro collocazioni definitive in musei e gallerie italiane. A chi volesse fotografarli per inviarne la foto alla nonna che vive in Svizzera, non resta che appostarsi davanti al Quirinale per intercettarli durante il loro ultimo viaggio verso la galera burocratica dei musei italiani (sempre che, com'è ovvio che sia, non siano già ora in gestione a un ente pubblico).
Il governo, interrogato sulla questione, ha recentemente confermato ufficialmente il ruolo e i poteri operativi di questa legge. Nella stessa dichiarazione, il sottosegretario ai beni culturali Andrea Marcucci ha chiarito incontrovertibilmente che anche la "Libertà di panorama" in Italia non esiste.
Riassumendo: non solo non è possibile fotografare le moderne opere architettoniche pubbliche, non è nemmeno possibile fotografare quadri e sculture di qualsiasi epoca presenti nel territorio italiano.
In una società sempre più pervasa dalla tecnologia e dall'immediatezza di comunicazione, dove la maggioranza delle informazioni viene acquisita online, l'Italia si chiude dietro a leggi burocratiche e farraginose che stanno facendo scomparire tutta la sua arte dal Web: coi danni che questo comporterà nel breve ma soprattutto nel lungo termine.
E ora c'è già chi pensa che le opere trafugate stessero molto meglio nei musei che, fino ad oggi, le hanno esposte molto più liberamente.
Luca Spinelli luca.spinelli@deandreis.it
fonte: http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2148597
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2 commenti:
Cribbio!!
Se va avanti così nessuno conoscerà il nostro Silvietto :-)
Mat
In effetti ho ricevuto una circolare dal ministero dei beni culturali che mi intima di non permettere più a nessuno di fotografarmi o ritrarmi in qualsivoglia altro modo, dato che il mio corpo (che, secondo Vittorio Sgarbi, "...richiama la classicità di un'opera di Prassitele rivisitata con un tocco alla Andy Warrol...) è classificato tra i capolavori italiani d'ogni tempo.
In segno di disprezzo verso queste norme liberticide che impoveriscono l'immagine dell'Italia nel mondo ho deciso di posare (sdraiato nudo su una pelle d'orso)come mese di agosto per il calendario di Frate Indovino.
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