"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

mercoledì 12 dicembre 2007

YouTube: la morte del quarto stato

di Alessia Grossi (www.unita.it)



La strage della ThyssenKrupp non è solo uno spunto. YouTube non ha mai smesso di monitorare tragicamente le morti sul lavoro. E il giorno dopo la manifestazione di Torino il primo post yuotubiano risalente a poche ora fa è quello del corteo in nome dei morti alla Thyssen. Immagini simili a quelle mandate dai telegiornali, postate per non dimenticare.

Ma non basta manifestare, bisogna protestare, informare, reagire, denunciare. Allora YouTube ci da una lezione. Con i piedi per terra. La morte bianca.


Lezione sul capitalismo è infatti il titolo del post di «linving501». E le parole chiave per facilitare la ricerca del video sono «delegittimazione del valore dell'umanità», «deregolamentazione del processo produttivo», «nuova identità del lavoro», «destino dell'uomo». Inizia la lezione: «Si può morire per poche centinaia di euro? Si può lavorare in contesti indecorosi, flessibili quasi fossimo ai confini del mondo lì dove la vita è appena possibile?» La risposta tragica di YouTube è «Sì si, si può morire» Lezione due. «La tua condizione è l'esito di un impeccabile calcolo matematico. Tu non sei il padrone del tuo destino. Tu non sei niente. Tu sei solo un operaio. Un operaio come tutti noi». Lezione tre. Spiegazione per immagini. Una fabbrica, il fuoco dei forni, i rulli d'acciaio, la Thyssen di Berlino, la foto del fondatore, i grafici dell'azienda, operai con le braccia incrociate, il segnale di pericolo di morte e sullo sfondo piedi di un cadavere disteso. E poi le immagini dell'abbraccio disperato tra gli operai sopravvissuti della ThyssenKrupp di Torino. Di contro un imprenditore in piedi sul mondo, banconote, facce da operai da tutto il mondo. E dopo Il quarto Stato. «Partire da un grande disagio ci ha fatto riconquistare una sensibilità e una umanità quasi dimenticata».


E dopo averti preparato alla protesta YouTube ti ricorda che poco più di un anno fa a sconvolgere fu la «drammatica situazione» di un'altra fabbrica, l'Ilva di Taranto. Colonna sonora The wall dei Pink Floid. Oggi «another brick in the wall».

Pubblicato il: 11.12.07
Modificato il: 11.12.07 alle ore 14.49

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