"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

giovedì 20 dicembre 2007

Napolitano, appello alle riforme: sarebbe grave un nulla di fatto

Napolitano, 220, 1/6/2007

Siamo al giro di boa per l’approvazione della legge Finanziaria: mancano i voti di fiducia sui tre articoli che verranno votati tra giovedì e venerdì. E il presidente della Repubblica dice la sua. Giorgio Napolitano anticipa il suo messaggio di fine anno e dà la scaletta delle sue priorità: riforme, riforme, riforme. Servono per «garantire la governabilità», e quella elettorale è «decisiva per l'intero sistema Paese».

Il suo è un discorso da carota e bastone. Da un lato si complimenta con l’Italia che «non cede alle profezie del declino», che «affronta le sfide» e «reagisce alle difficoltà». Dall’altro non manca di sottolineare che «anche quest'anno, in misura solo lievemente attenuata rispetto allo scorso anno – ammette Napolitano – l'approvazione della Finanziaria è stata in ultima istanza affidata a congegni di abnorme accorpamento, con conseguenti voti di fiducia, di norme accresciutesi senza misura nel corso del dibattito parlamentare».

Immediata la risposta del premier Romano Prodi: «Il Presidente della Repubblica ha perfettamente ragione – commenta – ma non c'è sostanzialmente altra via». E aggiunge un proposito per il nuovo anno: «È ovvio che dobbiamo lavorare per riformare questo modo di procedere: io stesso varie volte sono rimasto dispiaciuto di questa situazione. Abbiamo ridotto il più possibile le norme, lo ha ammesso lui stesso. Ma se non cambiamo procedure e regolamenti e il modo di lavorare del Parlamento è difficile evitare» questo problema. Comunque, conclude Prodi, «il Parlamento lavora assolutamente al pieno delle sue possibilità. Fa tutto il possibile. Ma vi sono oggettivi vincoli regolamentari che spingono verso una Finanziaria troppo ampia».

Una determinazione riformatrice che piacerà al Colle, che ha voluto «insistere sulle gravi conseguenze che avrebbe un nuovo nulla di fatto sull'urgenza di giungere a scelte largamente condivise. In questo senso – ha precisato Napolitano – il mio impegno non verrà meno». Ultimo appunto, quello a «ridurre il tasso di esasperata partigianeria: vorrei – ha concluso il presidente – che sentissimo tutti come un imperativo questo cambiamento di clima».

Pubblicato il: 20.12.07
Modificato il: 20.12.07 alle ore 16.10

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71533

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MA GLI SQUALI SONO IN AGGUATO..
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Finanziaria, Dini minaccia: se cade, non siamo traditori


La legge finanziaria «è dannosa per l'economia del Paese. I nostri avvertimenti sono finiti. Se succede qualcosa, nessuno ci può chiamare traditori». Lamberto Dini non rinuncia alla strategia delle 'mani liberè e mette in guardia il governo. «Il 14 novembre -spiega il leader dei liberaldemocratici in una intervista a "Il Giornale"- abbiamo votato la manovra per etica delle responsabilità. Abbiamo detto, pubblicamente e in Parlamento, che la legge finanziaria non permette di superare il declino. Dopo il passaggio alla Camera, se possibile, l'impianto è stato peggiorato. Sempre più tassa e spendi».

Dini punta il dito contro l'aumento di 6 miliardi previsto per la manovra: «Nella maggioranza è possibile che siamo soltanto noi liberaldemocratici a dire queste cose? È ovvio che la sinistra antagonista sia soddisfatta. Con la manovra il governo ha sostituito spese incerte, come quelle per gli investimenti, in spese certe, come quelle correnti. Così non potrà mai essere alleggerita la pressione fiscale. Eppure tutti sembrano privilegiare la stabilità di governo. Ma se questo governo non dà risposte adeguate ai bisogni del Paese -avverte il presidente della commissione Esteri del Senato- non impedisce un'accelerazione del declino, la stabilità di questo governo è un danno per il Paese».

«Se arriveranno voti negativi contro il governo, dopo tutti i nostri avvertimenti, nessuno ci potrà chiamare traditori. I veri traditori -sottolinea Dini- sono coloro che non si rendono conto della situazione del Paese, costretto a subire lo schiaffo del superamento per pil pro-capite dalla Spagna».

Il governo ha posto in aula al Senato la questione di fiducia sui tre articoli che compongono la legge Finanziaria.

«Pongo la questione di fiducia sulla distinta approvazione dei tre articoli», ha annunciato il ministro dei rapporti con il Parlamento Vannino Chiti prendendo la parola in aula a Palazzo Madama dopo che il Senato aveva dato il via libera a tutti gli articoli del ddl di Bilancio.

Durante il suo breve intervento il ministro ha anche polemizzato con un senatore dell'opposizione che protestava. «Le ricordo - ha detto il ministro - che voi avete approvato le finanziarie del 2004 e del 2005 sempre con il voto di fiducia sia alla Camera che al Senato».

Giovedì si terranno nel pomeriggio 2 voti di fiducia su altrettanti articoli della Legge Finanziaria: il primo alle ore 18,30, il secondo alle 19,30.

L'esame del provvedimento terminerà invece venerdì mattina: dopo il terzo voto di fiducia, previsto per le 9,30, si andrà avanti con la votazione definitiva sull'intero articolato.

È quanto ha deciso la conferenza dei capigruppo del Senato. I lavori di Palazzo Madama andranno ora avanti fino alle 22 con la discussione generale sulla fiducia. Si riprenderà giovedì mattina alle 9,30 con una sospensione tra le 10,30 e le 12,30 per una cerimonia che si tiene al Quirinale. Nel pomeriggio, alle 16, inizieranno le dichiarazioni di voto finale.

L'iter parlamentare della manovra ha migliorato l'impatto sul deficit di 400 milioni. Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa difende la manovra dall'accusa di aver peggiorato i conti. «Non è stata stravolta» dice al Senato.

A rispondere indirettamente alle sue critiche è sceso in campo il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa che, tabelle alla mano, ha difeso in Parlamento la manovra 2008: durante l'iter - ha detto - «nessuno stravolgimento è avvenuto». Certo che il cammino è «farraginoso» e va rivisto. Ma, dopo il passaggio parlamentare, l'impatto sul deficit è migliorato di circa per «400 milioni di euro rispetto alla versione iniziale». All'inizio era di 6.478 milioni, ora è sceso a 6.080 milioni. La manovra "lorda", inoltre, è ora di 15,6 miliardi di euro.

Inizialmente la manovra era di 11,247 miliardi ed era poi salita a 13,327 miliardi dopo la prima approvazione del Senato. In pratica, spiega il ministro, anche se il valore della manovra e salito non sono peggiorati i conti.

Al di là delle cifre il ministro spiega che ora bisogna guardare avanti a partire dalla pubblica amministrazione che deve essere «modernizzata», dagli ospedali alle scuole. Il ministro dice che «dovranno essere ridotte le inefficienze negli ospedali, nelle scuole, nei ministeri, negli uffici delle amministrazioni locali, nei tribunali. Andrà ripensato il pubblico impiego puntando ad uno snellimento delle strutture ridondanti e potenziando quelle più importanti in termini di servizi ai cittadini». «I prossimi mesi - prosegue il ministro - ci vedranno impegnati a impostare i lavori per la conduzione della finanza pubblica nei prossimi 3 anni. È necessario operare da subito affinchè ci siano comprensione e condivisione, le più ampie possibili, per definire una politica di contenimento della spesa».

Padoa-Schioppa, sempre riferendosi alla spesa pubblica, aggiunge che «Il treno in corsa è stato frenato nei primi due anni di legislatura. Va adesso arrestato nei prossimi tre anni». E questo è «l'unico modo per dare ai giovani un futuro meno incerto». Ma lo scopo è anche quello di procedere alla restituzione delle tasse: «Dovrà continuare con maggior vigore la restituzione fiscale cominciata quest'anno. Tale azione sarà tanto più incisiva quanto più diventerà strutturale il recupero di gettito». E in questo senso gli ultimi dati sono «confortanti». Inoltre «con un livello ancora ampio di evasione che l'Istat stima al 17% del Pil c'è spazio per una riduzione delle aliquote fiscali che non impedisca un aumento di gettito che non penalizzi i conti pubblici».


Pubblicato il: 20.12.07
Modificato il: 20.12.07 alle ore 11.48

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71532

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2 commenti:

elena ha detto...

Ma che ci fanno i liberaldemocratici nel centrosinistra??? Sto diventando vecchia... :)

Franca ha detto...

Siamo in due...