"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

sabato 29 dicembre 2007

Colombia, al via il piano Emmanuel: Chavez prova a liberare gli ostaggi

Partita l'operazione per la liberazione di tre ostaggi prigionieri della Farc
Il presidente venezuelano garante. Ok dei ribelli senza richieste per i prigionieri politici

Il piano: aiuti umanitari in cambio di Clara Rojas, il suo bimbo e Consuelo Gonzales

Il n.1 venezuelano punta alla leadership regionale. E chiama Oliver Stone per filmare l'evento


Hugo Chavez, il presidente venezuelano garante dello scambio con le Farc


BOGOTA' - E' il giorno X, quello dell'attesa liberazione.
O almeno "dovrebbe", perchè in questa storia di ostaggi e guerriglieri, è sempre bene toccare i risultati con mano e non fidarsi troppo degli annunci. Comunque oggi, entro stasera o stanotte per via dei fusi orari tra l'Europa e la Colombia, dovrebbero essere liberati tre ostaggi "storici" nella mani della Farc da cinque anni. Si tratta di Clara Rojas, il figlioletto di tre anni Emmanuel nato da un rapporto con un guerrigliero e Consuelo Gonzales. Sono una collaboratrice (la Rojas) e una collega (Gonzales) di Ingrid Betancourt. La allora, era il febbraio 2002, fondatrice e candidata del partito di centro-sinistra Verde Oxigeno, non è nel gruppo dei tre ostaggi in via di liberazione. Ma non c'è dubbio che se questo rilascio dovesse andare a buon fine, si aprirebbe il conto alla rovescia anche per la liberazione della Betancourt.

La catena di mezzi, elicotteri e aerei, con la Croce Rossa internazionale è in azione dalla notte passata. Due elicotteri da trasporto sono in attesa all'aeroporto di Villavicencio, a 100 km a sud-est di Bogotà e ai piedi della cordigliera delle Ande. La destinazione di questi e altri mezzi è ovviamente tenuta segreta dalla Forze armate rivoluzionarie di Colombia. La catena di mezzi servirà a portare aiuti - non specificati - ai guerriglieri e alle popolazioni - si presume - della selva andina sotto il controllo delle Farc. Tutta l'operazione ha un nome in codice: "Emmanuel". Ma porta soprattutto un nome e un cognome: quello del presidente venezuelano Hugo Chavez. Da mesi, e specie nelle ultime settimane, Chavez si è proposto, sponsorizzato anche da Sarkozy, come tramite per la trattativa con i guerriglieri. Questo ha lì per lì disturbato il presidente colombiano Uribe che infatti ha dato il via libera all'operazione di scambio solo il 26 di dicembre.

Tutto è pronto quindi per la "carovana aerea umanitaria" che ridarà la libertà ai tre ostaggi da anni in mano alle Farc. Compresi gli osservatori internazionali e i garanti di sette paesi voluti da Chavez: l'Alto commissario per la pace Luis Carlos Restrepo, l'ex presidente argentino Nestor Kirchner, leader politici di Bolivia, Ecuador e Brasile e delegati di Francia, Cuba e Svizzera. Ma Chavez è uomo di politica e di spettacolo e sa quanto possa "rendere" a livello di immagine questo salvataggio. Così a rendere ancora più spettacolare l'operazione, c'è anche la presenza nella città colombiana di Oliver Stone: il regista americano, che si definisce "un fan di Chavez", sta girando un film sul Sud-America e documenterà la spettacolare liberazione.

Insieme alla franco-colombiana Ingrid Betancourt, i tre ostaggi fanno parte del gruppo di 45 prigionieri che le Farc (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) avrebbero voluto scambiare con 500 guerriglieri detenuti dal governo di Bogotà. Ma l'accordo tra le parti non c'è stato ed è la prima volta, in cinque anni, che le Farc accettano un rilascio unilaterale e senza condizioni di ostaggi cosiddetti "politici".

Elicotteri pronti, dunque. Ora si attende che i guerriglieri comunichino a Chavez le coordinate esatte del luogo individuato per la consegna (da qualche parte della giungla nel sud-est della Colombia), dando in questo modo il via libera alla seconda parte di quella lo stesso Chavez ha battezzato "operazione Emmanuel". Il governo colombiano ha fatto sapere di aver mobilitato un centinaio di indigeni -uomini che conoscono palmo palmo le selve amazzoniche- che potrebbero fare da guida nelle ricerche. Una pattuglia delle Farc da giorni sta trasferendo gli ostaggi al luogo prescelto per la consegna, ma - secondo Chavez - le condizioni del tempo non ottimali, rendono la traversata difficoltosa. L'area individuata è un'ampia porzione di territorio (310.000 kmq) nella parte centrale e orientale della Colombia, una zona impervia dove ci sono pochissime strade, solo sentieri solitamente utilizzati dai trafficanti di droga per l'atterraggio dei velivoli.

Una volta raccolti i tre, i due elicotteri voleranno direttamente verso il Venezuela dove saranno accolti da Hugo Chavez - un altro punto difficile da digerire per Uribe - che con questo successo vorrebbe ipotecare la leadership regionale. Ma l'obiettivo numero 1 resta sempre la liberazione di Ingrid Betancourt.

(29 dicembre 2007)

fonte: http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/esteri/betancourt-mediazioni/fase-rilascio/fase-rilascio.html

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