Al Qaida rivendica l'attentato
Il marito: «È stato il governo»
Non è riuscita a sopravvivere più di dieci settimane in Pakistan. La morte di Benazir Bhutto è stata fin troppo annunciata: dopo alcuni tentativi falliti è stata uccisa in un attentato durante in comizio. Al Qaida ha rivendicato subito dopo la paternità dell'attacco suicida. Le minacce l´hanno accompagnata per tutta la sua carriera politica: il padre giustiziato, un fratello avvelenato e un altro ucciso a raffiche di mitra, il marito e il suocero a lungo in carcere, e ora lei, ultima vittima di un impegno nella politica del Pakistan, che non ha certo risparmiato drammi alla famiglia Bhutto.
Ex premier e prima donna a guidare il governo di un Paese islamico, la Bhutto era una vera leader, un punto di riferimento forte per il suo Partito Popolare Pachistano, il principale partito dell'opposizione e favorito alle elezioni dell'8 gennaio. Secondo le ricostruzioni dei presenti un uomo le si è avvicinato e ha iniziato a sparare. Dopo pochi secondi si è fatto esplodere, dilaniando i corpi delle persone vicine. In un primo momento era arrivata la notizia che la Bhutto era illesa perché aveva lasciato da pochi minuti il comizio. Poi che era ferita. Infine che la stavano operando.
I sostenitori della Bhutto, radunatisi intorno all'ospedale di Rawalpindi, hanno iniziato a intonare slogan contro il presidente Pervez Musharraf. «Cane, Musharraf cane», hanno urlato in preda alla rabbia. I più esagitati hanno sfondato la porta in vetro all'ingresso principale del reparto di terapia intensiva, altri sono scoppiati in lacrime. Quando la Bhutto è poi morta, alle 18.16 ora locale (le 14.16 in Italia), c'era chi si batteva il petto con la bandiera del Ppp avvolta intorno alla testa.
I suoi elettori si sono spinti in strada per denunciare la loro rabbia. Nella città di Karachi i negozianti sono stati costretti a chiudere i negozi dopo che alcuni sostenitori della Bhutto avevano iniziato a bruciare capi d´abbigliamento A Jacoband, nella città natale del primo ministro ad interim, sono state date alle fiamme il principale tribunale e un altro edificio. In altre parti del paese sono stati bruciati cartelloni elettorali del partito di Musharraf e la polizia è stata attaccata da manifestanti inferociti. Le forze paramilitari pachistane sono state poste in stato di massima allerta in tutto il Paese. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni e manganelli per disperdere i manifestanti che protestavano a Peshawar.
Rawalpindi è una città di presidio, il che rende ancora più imbarazzante l'attacco kamikaze per le autorità militari. E nonostante la rivendicazione di al Qaida, a Musharraf guardano i sostenitori di Benazir Bhutto. La sua morte «è opera del governo», ha detto alla televisione indiana Cnn-Ibn il marito della Bhutto, Asif Ali Zardari, poco prima di partire da Dubai, dove una parte della famiglia vive in esilio, alla volta del Pakistan.
L'omicidio dell'ex premier pachistana mette in secondo piano anche le elezioni politiche del prossimo 8 gennaio, il cui svolgimento è a questo punto in forte dubbio come ha riconosciuto anche l´altro leader dell´opposizione, Sharif. «Credo che in questo momento nessuno di noi voglia pensare alle elezioni; dovremo sederci attorno a un tavolo insieme al partito Popolare, valutare molto seriamente la situazione e decidere che cosa fare nei prossimi giorni», ha detto Sharif. L'ex primo ministro è arrivato all'Ospedale generale di Rawalpindi e si è seduto in silenzio a fianco del corpo di Benazir Bhutto. Sharif ha promesso ai pachistani «di guidare la loro guerra».
Ma l´attuale presidente, Pervez Musharraf, non sembra della stessa idea. Dopo aver condannato l'attentato e annunciato tre giorni di lutto, durante i quali le bandiere resteranno a mezz'asta. Il presidente ha inoltre invitato alla calma il Paese e accusato i terroristi per l'assassinio del leader dell'opposizione e ha annunciato che gli sforzi per combatterli saranno raddoppiati. Musharraf ha anche chiesto ai pachistani di mantenere la calma «per affrontare questa tragedia e il dolore con una risoluzione rinnovata per continuare la lotta contro il terrorismo».
Pubblicato il: 27.12.07
Modificato il: 27.12.07 alle ore 19.37 fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71676
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