"Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." Antonio Gramsci

domenica 30 dicembre 2007

Il 2008 sarà l'anno dei salari. Ma è già scontro Damiano-Fiom

segretario generale della Fiom Cgil Fabio Rinaldini ANSA 220
Gianni Rinaldini, segretario della Fiom

Il presidente della Camera Fausto Bertinotti l´aveva detto: il 2008 sarà l'anno della questione salariale, «una necessità ineludibile». E ancora prima che inizi il nuovo anno è già scontro tra governo e parti sociali. Sembra un remake della trattativa sul protocollo sul welfare, quella che si concluse con l´accordo di luglio e che venne poi siglata dal referendum dei lavoratori. Anche stavolta a fare la voce grossa è la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici.

A dire il vero, a inciampare nell´incidente diplomatico di fine anno è il ministro del Lavoro Cesare Damiano. In un´intervista al quotidiano La Stampa, Damiano parla della nuova trattativa in cantiere con i sindacati e con Confindustria, quella sui salari, che vede come punto centrale il rafforzamento della contrattazione aziendale nei confronti di quella nazionale. E senza troppi giri di parole, al giornalista che gli chiede come farà con la Fiom, che probabilmente si metterà di traverso, lui risponde: «La Fiom ha contrastato anche l´altro referendum, ma questo non ha impedito che la consultazione raggiungesse l´81% dei sì. A dispetto di certa informazione – prosegue Damiano – spesso il sì è prevalso anche nelle grandi fabbriche. L´accordo – conclude – si farà anche stavolta».

Poche ore dopo, arriva subito «l´opposizione frontale» del sindacato dei metalmeccanici. Replicano a Damiano i segretari Gianni Rinaldini e Giorgio Cremaschi. Rinaldini dice che «la posizione di Damiano è inaccettabile». Più che altro, spiega Rinaldini, si tratta di un´ostilità prematura: «La discussione interna alla Cgil – spiega – non è ancora partita, staremo a vedere» ma, aggiunge, è «paradossale che un ministro, prima ancora di avviare la trattativa spieghi le sue posizioni in una serie di interviste».

Si è già fatto un´idea, invece, l´altro leader della Fiom, Giorgio Cremaschi: «Questo patto è una schifezza – ha detto – è un patto per ridurre i salari e non aumentarli, perché dire che bisogna legare i salari alla produttività significa, considerando i bassi stipendi che ci sono, portarli sotto ai livello di sussistenza».

Tira le orecchie a Damiano anche un suo collega, il ministro per la Solidarietà Sociale Paolo Ferrero che lo rimprovera di aver «snobbato la Fiom impegnata in un difficile rinnovo contrattuale. È entrato a piedi uniti – ha aggiunto – nella dialettica sindacale, e questo credo che sia completamente fuoriluogo». E anche Ferrero invita a rispettare i tempi della trattativa: «Prima bisogna decidere cosa fare nella maggioranza – ha spiegato – la verifica punta proprio a questo, altrimenti si torna ai problemi dell'accordo di luglio e non ci siamo».

Pubblicato il: 29.12.07
Modificato il: 30.12.07 alle ore 10.30

fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71732

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1 commento:

Franca ha detto...

Brutte premesse... staremo a vedere