L'eterna battaglia di Silvio Berlusconi contro la magistratura ha avuto una nuova puntata a Bologna. In un comizio in una piazza Galvani gremita, le frasi sono state forti: i senatori della maggioranza che volevano votare no alla legge Finanziaria sono stati «intimiditi e interrogati dai pubblici ministeri con interrogatori durati anche otto ore il giorno prima del voto».
«Avevo trovato una decina di senatori - ha raccontato Berlusconi - che si sarebbero ribellati al voto di gruppo, soprattutto all'interno della Margherita e eletti all'estero. Una decina che volevano costituirsi in un gruppo autonomo e votare liberamente dando il loro no alla Finanziaria. Qualcuno di questi senatori - ha scandito alzando il tono della voce - è stato pedinato e filmato mentre veniva a casa del leader dell'opposizione. Qualcuno - ha continuato Berlusconi in un crescendo - è stato interrogato e intimorito dai pubblici ministeri. Qualcuno è stato intimorito, qualcuno comprato dallo shopping che il governo ha fatto con i nostri soldi durante il percorso della legge finanziaria».
Berlusconi è tornato sul tema della democrazia italiana malata in un altro passaggio diretto ancora contro i controlli della magistratura: «In Italia ci sono più cittadini spiati telefonicamente che in tutto il resto d'Europa e questo ci costa 500 miliardi delle vecchie lire», ha detto, per poi promettere: «Una delle prime cose che faremo quando torneremo al governo sarà garantire a tutti i cittadini il diritto alla privacy, il diritto di vivere liberi i loro affetti e la loro intimità».
E in precedenza Berlusconi aveva parlato della necessità «di fare una rivoluzione pacifica per cambiare questa situazione» per rimediare ad una «democrazia malata e derisa».
Tutte frasi che hanno scaldato la gente, pronta anche a zittire un accenno di contestazione arrivato dai margini della piazza da un gruppo che reggeva lo striscione "Fatti processare".
E i sostenitori di Berlusconi hanno apprezzato anche i richiami agli ex alleati: «Se i nostri alleati decideranno di venire con noi, saranno assolutamente benvenuti. Non braccia aperte ma spalancate! Se invece decideranno di restare con le loro identità saremo alleati con loro e loro saranno i nostri migliori alleati come sempre».
«Mai detto - ha ribadito ancora una volta - bussate e vi sarà aperto», respingendo la ricostruzione fatta da Gianfranco Fini.
Poi un annuncio che ha portato altri applausi: il 27 marzo si riunirà l'assemblea costituente del Partito del Popolo della libertà. «Dal 15 febbraio al 15 marzo saranno aperte le adesioni a questa nuova forza - ha detto Berlusconi - Il 21 marzo potremo tenere nei comuni, nelle province, nelle regioni le elezioni dei nostri rappresentanti in modo che il 27 marzo, data storica per la vittoria alle elezioni del 1994, i nuovi rappresentanti daranno vita all'assemblea costituente del Popolo della Libertà».
Intanto il suo avvocato Niccolò Ghedini chiede che il procedimento penale per presunta corruzione messo in piedi dalla procura di Napoli sia trasferito «nelle sede competente», ovvero Roma, nelle convinzione che in questa sede «sicuramente sarà archiviato a tempo di record» . Lo annuncia il difensore dell'ex premier Niccolò Ghedini: «presenteremo presto istanza di trasferimento del procedimento nelle sedi competenti», dice.
«Mentre il Csm - sottolinea Ghedini- apre pratiche contro il Presidente Berlusconi anziché occuparsi, come dovrebbe, soltanto delle violazioni del segreto d'indagine, da Napoli con ulteriore violazione arriva alle agenzie di stampa addirittura il capo d'incolpazione. A parte l'evidenza della clamorosa incompetenza territoriale della Procura di Napoli, poiché è del tutto ovvio che non è certamente in quella sede che si dovrebbe procedere, la lettura della tesi accusatoria non può che lasciare sconcertati.
In fatto e in diritto si sono viste spesso ipotesi straordinarie ma questa le supera tutte. Ipotizzare il reato per il dottor Saccà è già incredibile ma ritenere che delle asserite segnalazioni di Silvio Berlusconi a un produttore cinematografico costituiscano illecito penale è davvero fuori da ogni logica giuridica ed abnorme. Asserire poi che un'eventuale partecipazione ad un futuro progetto imprenditoriale possa configurare reato è a dir poco preoccupante».
Pubblicato il: 15.12.07
Modificato il: 15.12.07 alle ore 10.25
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71401
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1 commento:
Io comincio a chiedermi se per caso sia male...
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