In migliaia affollano il Duomo
Torino rende omaggio a Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino, i quattro operai morti nell’incendio dello stabilimento della Thyssenkrupp. Migliaia di persone avevano già affollato l’ingresso del Duomo prima dell’inizio dei funerali. Poi un lungo applauso ha accolto l’arrivo delle bare, portate in spalla dai colleghi di lavoro. A dare loro l'ultimo saluto, il cardinale Severino Paletto. Dal canto suo, l’azienda ha fatto sapere che in tutti gli stabilimenti della Thyssenkrupp, in Italia ed all'estero, ci saranno bandiere a mezz'asta ed i dipendenti faranno un minuto di silenzio.
Presenti nel Duomo, oltre alle autorità piemontesi, i ministri Cesare Damiano e Paolo Ferrero, i vicepresidenti della Camera Pierluigi Castagnetti e del Senato Milziade Caprili. Sarà presente l'ambasciatore di Germania in Italia, Michael Steiner. Hanno annunciato la loro presenza rappresentanti della Thyssenkrupp da Terni e dalla Germania.
Non ci sarà invece il presidente del Consiglio Romano Prodi. Il premier, impegnato a Lisbona per la firma del Trattato europeo, «ha provato fino all'ultimo a partecipare, ma il cerimoniale di Lisbona non lo rende possibile». Prodi ha però inviato una lettera alle famiglie, pubblicata sul quotidiano di Torino La Stampa: «Oggi è il giorno del dolore e del distacco più difficile – scrive il premier – È il giorno dell'ultimo saluto a quattro figli dell'Italia del lavoro: Angelo Laurino, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola». «Ogni giorno in Italia muoiono lavoratrici e lavoratori – prosegue Prodi – È un'offesa alla democrazia e allo stesso spirito della Costituzione. Abbiamo il dovere di difendere la vita dei lavoratori, garantire tutele, regole, impegnarci per migliorare le condizioni morali e materiali di ciascuno. Il sacrificio di Angelo, bruno, Antonio e Roberto non deve essere vano. Morire così nel 2007 è inaccettabile. Ed è per questo – conclude – che oggi non è solo il giorno del dolore ma anche quello dell'omaggio e della promessa: la sicurezza del lavoro e dei luoghi di lavoro diventerà il primo dei nostri doveri».
Restano intanto gravissime le condizioni degli altri tre operai feriti ne rogo. Il ministro Damiano ha ribadito che la fabbrica resterà ferma fino alla messa in sicurezza dell'intero stabilimento e ha parlato di «strage di persone innocenti».
Sulla multinazionale tedesca, intanto, proseguono le indagini a tutto campo, non solo nello stabilimento di Torino ma anche nelle altre fabbriche del gruppo, a Terni e in Germania, dove si sono verificati in passato principi di incendio. Si tratterebbe di casi di minore gravità, ma che presentano analogie con il disastro torinese. Ci vorrà tempo, spiega il procuratore capo a Torino, Marcello Maddalena: quello che già emerge dai primi interrogatori e dalle prime ispezioni, comunque, è che a Torino molto più di qualcosa non funzionava. Lo stabilimento era in dismissione e da mesi ormai si risparmiava sulle misure di sicurezza, senza contare che, in vista della chiusura, i migliori manutentori avevano già abbandonato l’azienda.
Pubblicato il: 13.12.07
Modificato il: 13.12.07 alle ore 11.35
fonte: http://www.unita.it/view.asp?idContent=71360
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1 commento:
Ma intanto la strage continua...
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